di Guillame Balas, Sergio Cofferati, Curzio Maltese e Dimitrios Papadimoulis
L'Unione Europea ha dimenticato di essere nata dall'antifascismo? Può sembrare una domanda paradossale ma l'attualità politica di questi giorni la propone con forza. Basta confrontare la debole reazione dell'Europa di oggi di fronte all'avanzata dell'estrema destra del FPOE in Austria con quella di sedici anni fa. Nel 2000 l'ingresso al governo del partito xenofobo allora guidato da Jorg Haider, in alleanza con i popolari, provocò in tutta Europa una rivolta morale. Senza distinzioni fra destra e sinistra, quasi tutti i governi conservatori o socialisti continentali, in testa quello francese della coabitazione fra Chirac all'Eliseo e Jospin premier, votarono all'unanimità sanzioni contro il di Vienna. I toni dei conservatori furono spesso più duri di quelli dei socialisti e l'allora premier spagnolo Josè Maria Aznar si spinse fino a chiedere la cacciata dal partito popolare europeo del collega austriaco Wolfang Schuessel, colpevole di aver accettato l'appoggio dei del partito di Haider.
Il 24 aprile scorso il FPOE, nel frattempo per nulla moderato, ha ottenuto un successo ben più clamoroso di quello di sedici anni fa, vincendo al primo turno le presidenziali con oltre il 35 per cento dei voti conquistati dal candidato Norbert Hofer, gran favorito per il ballottaggio del 22 maggio contro il verde Alexander Van der Bellen. La reazione dell'Unione è stata quasi inesistente. Interrogati sul perché di tale reticenza, le autorità europee hanno fatto rispondere in via ufficiosa dagli addetti stampa di non voler interferire nella politica interna di uno stato membro alla vigilia del ballottaggio. Se ne riparlerà insomma dopo il 22 maggio, se gli xenofobi dovessero conquistare la presidenza austriaca. Una serie di scrupoli che i potenti d'Europa non avevano osservato l'anno scorso durante la crisi greca, quando tutti, ma proprio tutti, dai leader europei a quelli nazionali erano intervenuti pesantemente per condizionare il voto del popolo greco alle politiche, e in seguito prima del referendum, contro Syriza e il suo leader Alexis Tsipras, che pure, a differenza di Hofer, non gira con un revolver in tasca elogiando l'autodifesa personale e non ha mai proposto d'innalzare muri ai confini di altri stati dell'Unione.Due pesi, due misure. Come nei confronti dei governi di ultradestra d'Ungheria e Polonia, dove si continuano ad arrestare e intimidire i giornalisti d'opposizione, nella sostanziale noncuranza delle istituzioni europee.
Una certa disattenzione per i valori antifascisti dell'Unione è emersa anche dalla triste e scandalosa vicenda dei finanziamenti per complessivi 600 mila euro annui concessi dal Parlamento Europeo all'Alliance for Peace and Freedom, un partito che riunisce sigle neofasciste e neonaziste di vari paesi (Forza Nuova, i greci di Alba Dorata, i tedeschi della Npd e altri), presieduto dall'ex terrorista dei Nar Roberto Fiore, e alla fondazione collegata Europa Terra Nostra. Più di duecento europarlamentari di varia tendenza politica hanno chiesto di verificare l'attribuzione di questi fondi in linea con il regolamento che impedisce di finanziare con soldi pubblici partiti che non rispettino i valori fondanti dell'Unione, ovvero "i principi di libertà, di democrazia, di rispetto dei diritti dell'uomo, delle libertà fondamentali e dello stato di diritto".
L'aspetto più inquietante di questa storia è che diversi esponenti dei socialisti e dei popolari hanno cercato di spostare la questione dall'antifascismo sul piano della critica al modello europeo neoliberista. Insomma criticare la Trojka o l'austerità sarebbe più grave che negare l'Olocausto o proporre il ritorno ai parlamenti delle corporazioni, abolendo i partiti. Tutti i valori sui quali è stata ideata e fondata l'Unione europea sono figli della cultura e della lotta antifascista. Dal manifesto di Ventotene, scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Ursula Hirschmann durante il confino fascista, alla nascita del Consiglio d'Europa e poi della Comunità Europea nel dopoguerra, il profondo collante che ha unito gli europeisti, di sinistra, centro o destra, era la comune casa di valori dell'antifascismo. Aver smarrito questo glorioso ancoraggio al passato spiega la grigia miseria del presente.
Fonte: Huffington Post - blog dell'Autore
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.