di Giulio Cavalli
Arcangelo Sannicandro, una vita nel fu Pci poi in Rifondazione comunista e poi in Sinistra Ecologia e Libertà che in realtà sarebbe Sinistra Italiana: uno di quelli che la sinistra (e i metalmeccanici) dovrebbe averla come stella polare. Ma tant’è: Sannicandro in Senato ha pensato bene di pronunciare fiero una frase così: «Non siamo lavoratori subordinati dell’ultima categoria dei metalmeccanici! Da uno a dieci noi chi siamo?» ha detto il senatore durante la discussione sul taglio degli stipendi agli onorevoli (Sannicandro ovviamente era contrario).
E fa niente se la brutta figura avrebbe potuto rientrare con un “scusate, ho sbagliato, ho detto un cazzata”, no, il senatore ha deciso di giustificarsi sfiorando il ridicolo: «Tentavo di stabilire – ha dichiarato Sannicandro – alcuni dati essenziali per affrontare il problema dell’indennità di carica dei deputati in modo oggettivo e non demagogico. Ho chiarito preliminarmente una ovvietà che è scomparsa dal lessico e dall’orizzonte culturale di tanti sia a destra che a sinistra, e cioè che i deputati e i senatori non sono lavoratori subordinati né autonomi. E cioè non sono operai, impiegati, artigiani, commercianti o liberi professionisti. Così come dice la Costituzione siamo rappresentanti attraverso cui il popolo esercita la sua sovranità. Se ciò non fosse sufficientemente chiaro, aggiungo che i deputati non sono assicurati né all’Inps e né all’Inail e né ricevono le prestazioni da questi all’occorrenza erogate, né sono inquadrati in un contratto collettivo nazionale.»
Sannicandro, tra l’altro è avvocato e l’anno scorso, per prendere un anno a caso ha dichiarato circa 400mila euro. Per dire. Le parole di Rota, segretario Fiom in Lombardia, parlano chiaro: «Le sue parole sono un flash perfetto di come la politica ha rappresentato il lavoro subordinato, quello che una volta si diceva sicuro, garantito e con i diritti riconosciuti. Oggi se lavori rischi di essere comunque povero, se fai il parlamentare ti puoi sistemare per il testo della tua vita. Un tempo i metalmeccanici erano il riferimento per chi voleva cambiare l’Italia, oggi anche per la sinistra sono una classe a cui è meglio non assomigliare in niente e per niente.»
Mi raccomando: poi chiedetevi con fior fiore di arguti convegni perché la gente voti Grillo. Scrivete editorialoni in cui vi lamentate che la gente non vi capisce. Progettate Sinistre in tutte le salse. E continuate a riciclarli tutti. Continuate così.
Fonte: Left
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