La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 29 settembre 2016

Se lo Stato si mette a fare propaganda per il Sì



di Gianluca Graciolini
Se fossi un sincero democratico oggi sarei indignato. Potrei anche votare convintamente per il Sì, ma mi preoccuperei assai se lo Stato dovesse mettersi a fare direttamente propaganda per lo stravolgimento della Costituzione attraverso i suoi istituti di rappresentanza e a spese dell'intera comunità. È quello che sta succedendo per il tour mondiale della Boschi, con gli ambasciatori che si mettono ad organizzare eventi di campagna referendaria per il Sì, a spese di tutti. 
La storia ci insegna che è labile il confine tra la democrazia e il suo contrario ed i regimi si creano anche inavvertitamente, attraverso un succedersi di piccoli atti, ma continui, che stravolgono le forme e sovvertono i metodi: lo Stato deve rappresentare tutti e non deve entrare nella contesa politica sposando le ragioni di una parte che in democrazia, si ricorda, governa sempre pro tempore. In caso contrario, si scivola nel regime, anche se da barzelletta come potrebbe diventare quello di Renzi, Boschi, Alfano e Verdini. 
Oggi non ho sentito alcuna pecora del Pd indignarsi per questo scadimento della vita pubblica ed istituzionale. Noi che siamo sinceri democratici e che amiamo il Patto Costituzionale sì. È anche per questo che votiamo No.

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