di Christian Elia
Come un fulmine a ciel sereno, il primo ministro italiano Matteo Renzi scopre che esiste un problema in Terra Santa. E lo scopre non con i toni pacati dello statista, con quelli affilati dello stratega, ma con un lessico da adolescente inquieto. E allo sbaraglio (almeno in politica estera). “Allucinante”, DICE il primo ministro, riferendosi alla votazione in seno all’UNESCO, l’agenzia Onu che si occupa della tutela del patrimonio culturale mondiale, rispetto alla specificità di Gerusalemme Est e dei suoi luoghi santi.
PRESENTATA DA ALGERIA, EGITTO, LIBANO, MAROCCO, OMAN, QATAR E SUDAN, LA RISOLUZIONE È STATA VOTATA GIOVEDÌ 13 OTTOBRE A PARIGI DAI 58 STATI MEMBRI DEL CONSIGLIO ESECUTIVO, CHE VEDEVA L’ITALIA TRA GLI ASTENUTI. ASPETTO, QUESTO, TRA QUELLI CHE HANNO FATTO SBOTTARE (COSÌ RESTIAMO IN LINGUAGGIO GIOVANE) IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.
La decisione aveva mandato su tutte le furie il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che si era ESPRESSO contro il testo, che denuncia la gestione israeliana dei luoghi santi nella Città Vecchia di Gerusalemme della ‘Palestina occupata’.
In particolare, Israele contesta la decisione di usare esclusivamente il nome islamico per riferirsi al complesso della moschea di Al-Aqsa, ignorando il termine ebraico Monte del Tempio.
Questo è il punto. Renzi non si ferma al testo, magari riflettendo sull’approccio diplomatico della scrittura che in determinate zone del pianeta è elemento complesso, ma si lancia in un giudizio di merito: “Basta con queste mozioni finalizzate ad attaccare Israele”.
Non fosse per i toni accorati, potrebbe sembrare un’uscita in linea con la tradizione italiana di stare con i vincitori, altro che rottamare. Ma il problema è ancora più grave. Perché un primo ministro di un Paese importante, o che tale vuole essere, nello scacchiere internazionale, che non si è mai o quasi espresso sulla questione israelo – palestinese, oggi ne fa un punto chiave, arrivando a minacciare vagamente il ministro degli Esteri Gentiloni e una rottura con l’Unione europea.
Quello che lascia allucinati, è il definire ‘allucinante’ quel che è un fatto storico. Nessuna propaganda, nessuna uscita pubblica su commissione (d’altronde l’endorsement dell’amministrazione Usa sul referendum italiano magari vale una baggianata sulla Palestina), può cancellare che in sprezzo continuato del diritto internazionale le truppe israeliane nel 1967 hanno occupato militarmente Gerusalemme Est e tutto il resto. A dirlo sono centinaia di risoluzioni Onu.
Quel che è allucinante, che lascia allucinati e dovrebbe allucinare è solo questo. Che dopo cinquanta anni, l’ultima occupazione militare, che ogni giorno con la politica degli insediamenti illegali diventa colonialismo, che usa l’apartheid come strumento di repressione, continui senza che nessuno ne parli neanche più.
E’ ALLUCINANTE CHE NON AVENDO MAI SPESO UNA PAROLA, ANCHE SOLO UNA, PER CHIEDERE IL RITORNO AL TAVOLO DEI NEGOZIATI, PER SOSPENDERE L’ESPANSIONE DELLE COLONIE, PER CAPIRE COME ACCADE CHE DECINE DI GIOVANI CON I COLTELLI SI FACCIAMO CRIVELLARE DI COLPI DAI MILITARI ISRAELIANI, SI FACCIA UN’USCITA PUBBLICA TANTO DI PARTE, TANTO DISINFORMATA, TANTO VOLGARE (POLITICAMENTE PARLANDO) E MIOPE. PERCHÉ INTERVENIRE COSÌ, SU UN SINGOLO ASPETTO DI UNA VICENDA CHE INFIAMMA GLI ANIMI DI UN MILIARDO DI PERSONE NEL PIANETA, È PER LO MENO IMPROVVIDO
E’ inaccettabile, non è allucinante. Qualunque leader decoroso, avrebbe almeno aperto lo sguardo, uscendo dallo strabismo complice sull’occupazione militare, per chiedere di tornare a occuparsi di milioni di profughi, di terra che viene ogni giorno sottratta, di risorse cui viene negato l’accesso ai palestinesi.
Qui non è questione di essere pro o contro, di tifare come allo stadio; si parla della vita di milioni di persone, le prime soffocate da un’occupazione cinquantennale e le altre sempre più soffocate da una visione ossessiva e militarizzata dell’idea di sicurezza.
Il testo Unesco non convince? Può essere. Ma non avere un minimo di visione di insieme, non aver mai tenuto un’agenda capace di guardare con serietà e impegno alle crisi della regione, non aver nessuna capacità di equilibrio e giudizio su un tema tanto delicato, non è giustificabile. Politicamente ed eticamente.
Farsi curare, lavorare, spostarsi: sono tutte azioni sottoposte a controllo militare. Anche andare a pregare, a Gerusalemme, è questione che può essere permessa o revocata. Anche la difesa di siti ritenuti sacri, è oggi affidata a un solo attore. La cancellazione dell’identità araba, dopo il 1948, è un fatto storico: come non capire le paure di chi sente le ruspe anche sotto la moschea di al-Aqsa?
Anche a non voler sentire, anche preferendo girarsi dall’altra parte, anche correndo in soccorso dei vincitori come si è spesso fatto in Italia, l’uscita del primo ministro Renzi è indifendibile. E allucinante.
Fonte: Qcodemag.it
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