La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 22 ottobre 2016

Perché la scuola dice No

di Marina Boscaino 
Meno di 48 ore fa è stato inserito sulla piattaforma lascuoladiceno.org l’appello che potrete leggere qui sotto. Si intitola: Ci riguarda! Si tratta di un testo nel quale docenti della scuola italiana – indipendentemente dalla loro appartenenza o meno a forze sindacali, politiche o ad associazioni – spiegano le motivazioni per cui si sentono unitariamente chiamati in causa nella campagna referendaria ed esprimono le ragioni del proprio No il 4 dicembre 2016.
Chiediamo che la scuola – organo costituzionale, organo centrale della democrazia, secondo la definizione di Piero Calamandrei – assuma in prima persona la responsabilità della partecipazione attiva in un percorso impervio, che rischia di minare alla base i principi portanti della nostra civiltà democratica, fondata sui valori della Resistenza, sulla sovranità popolare, sulla dignità del lavoro, sul ripudio della guerra.
Lo facciamo sulla scorta di una stagione di lotte, culminata nel più grande sciopero della storia della scuola italiana il 5 maggio 2015, che non ha ottenuto, però, un ascolto delle nostre ragioni: a colpi di fiducia la “buona” scuola è stata approvata. Ma è stata approvata da un parlamento delegittimato dalla sentenza 1/2014 della Corte Costituzionale, che decretò l’incostituzionalità della legge (il Porcellum) con cui era stato eletto.
Un parlamento azzoppato e un governo arrogante hanno snaturato le caratteristiche della scuola pubblica, laica, pluralista, garantite dalla Carta, nel silenzio di chi avrebbe potuto intervenire per rallentare la folle corsa decisionista che ha travolto non solo la scuola pubblica, ma il mondo del lavoro e l’intero sistema delle garanzie. Jobs Act, Sblocca Italia, riforma della Pubblica Amministrazione, nomine Rai, ci consegnano un paese indebolito sul piano culturale e democratico, oltre che economico.
Da questo contesto e da quel parlamento deriva la proposta di riforma costituzionale su cui siamo interpellati. La scuola è la sede naturale della costruzione di una cittadinanza consapevole e critica; desideriamo che rimanga tale, ma, al contrario, temiamo che la riforma e la sua combinazione con l’Italicum configurino nei fatti l’attacco definitivo alla sua funzione di strumento dell’interesse generale attraverso la cultura emancipante.
Abbiamo estremo rispetto delle sedi in cui esercitiamo la nostra professione, nonché della funzione alta che la Costituzione ci affida. Manifesteremo fuori dalle scuole – nei comitati per il No e nel Paese – il nostro civile dissenso; nelle scuole svolgeremo il nostro compito di docenti nella ricostruzione rigorosamente filologica della Costituzione vigente e del testo della nuova.
Ci riguarda! è un grido di allarme, un’assunzione di responsabilità, una chiamata allapartecipazione democratica. Ci rivolgiamo a tutti i cittadini/e, per difendere la Costituzione: un meraviglioso progetto, che non ha mai avuto attuazione completa. La prospettiva è quella di lavorare, tutti insieme, per renderla finalmente realtà.


Fonte: Il Fatto Quotidiano - Blog dell'Autrice 

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