di Giuseppe Civati
Siccome la 'riforma' è eccessiva e contraddittoria, non elimina il Senato (che rimane e costerà ancora quasi mezzo miliardo, ovvero il 90% del costo attuale), dice «meno poteri alle Regioni» per via dei pessimi consiglieri regionali che però diventano senatori, lascia intatte le Regioni a Statuto speciale (così cambia "tutto", ma non per Sicilia e Friuli, per dire, come se l'interesse nazionale finisse a Treviso e a Reggio) e via dicendo, la strategia del Sì si è fatta proteiforme.
Il Supremo Tattico ha dato indicazione ai suoi: non vi piace l'Italicum? Che problema c'è, eventualmente lo cambiamo. Non vi piacciono i senatori non elettivi come abbiamo scritto? Ditegli che eventualmente sono un po' elettivi. Oppure non parlatene proprio, che è meglio. Abbiamo fatto la riforma al Nazareno? Voi attaccateli perché votano come la destra (che prima era un valore assoluto, ora non lo è più: il trasversalismo è buono solo se è nostro, gli altri sono solo cirinopomicino). Dice che stiamo personalizzando? Dite che hanno iniziato loro.
Siccome poi i sondaggi dicono che i No sono avanti (e si era partiti da un Sì al 70%) cercate di dire che quelli del No non sono in grado di formare un governo. Non c'entra con la Costituzione? Non importa. Dice che Franceschini e altri ministri stanno già preparandosi all'impatto e che Mattarella ci chiederà un altro governo? Smentite categoricamente.
In risposta, chiedo a tutte e tutti di fare le cose bene. Di non usare argomenti eccessivi a loro volta, di non buttarla in caciara, perché è già in caciarissima. Di non ricorrere a parole vaghe (e a ricorsi inefficaci). Di spiegare le cose, le ragioni, le conseguenze. Con pazienza. E studio. E con la Costituzione a portata di mano. Perché di questo si tratta. E supera ogni questione politica di basso profilo.
Se vince il No non ci sarà la fine del mondo (a meno che dopo i Masai per il sì non ci tocchino i Maya per il No). Ci sarà un altro governo di passaggio. Con una maggioranza in tutto simile a quella che ha sostenuto Monti, Letta e il Supremo Tattico a meno che Mattarella non decida diversamente (non è dato sapere ed è giusto rispettare un Presidente che non si è fatto travolgere dalla contingenza).
Per fare altro ci vorranno le elezioni, con una legge elettorale costituzionale e compiutamente democratica. E un programma di governo da dire prima e da mantenere poi.
Fonte: ciwati.it
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