di Paul Krugman
Simon Wren-Lewis ha scritto un eccellente studio cercando di spiegare il diffuso ricorso all’austerità di fronte alla trappola della liquidità, che è esattamente il momento in cui queste politiche fanno il danno maggiore. Il suo ragionamento di fondo è che: "L’austerità è il risultato dell’opportunismo della destra, che sfrutta l’istintiva preoccupazione popolare circa l’aumento del debito pubblico, al fine di ridurre le dimensioni dello Stato."
Credo che questo sia giusto; ma vorrei enfatizzare più di quanto faccia lui la misura in cui entrambi, sia il grande pubblico che le “persone molto serie”, credono sempre che la riduzione del deficit sia una cosa responsabile da fare. Abbiamo alcuni sondaggi dagli anni ’30 che mostrando un forte orientamento al pareggio di bilancio anche allora:
Pensate sia necessario che l’amministrazione debba pareggiare il bilancio? (novembre 1936)
Credo che Simon direbbe che questo è coerente con la sua visione secondo cui i deficit sostenuti ingrassano i binari per la fobia del deficit, visto che l’amministrazione Roosevelt ha registrato livelli di deficit e di debito senza precedenti in tempo di guerra. Ma vi è mai stato un momento in cui il pubblico si è dimostrato favorevole a deficit maggiori?
Nel frattempo, come qualcuno che è stato in trincea durante le lotte contro l’austerità negli Stati Uniti, sono rimasto colpito dalla facilità con la quale numerose figure non necessariamente di destra sono state risucchiate dall’idea che la riduzione del debito sia la questione centrale. Ezra Klein ha documentato questo fenomeno rispetto a Bowles-Simpson: "Per ragioni che non ho mai ben capito, le regole sulla neutralità della cronaca non si applicano quando si parla di deficit. Su questo tema, i giornalisti sono autorizzati a tifare apertamente un particolare insieme di soluzioni politiche anche se altamente controverse. L’altro giorno, per esempio, Mike Allen, da semplice e onesto giornalista qual è, ha chiesto a Simpson e Bowles se credessero che Obama avrebbe fatto «la cosa giusta» in merito alla spesa sociale – ed era evidente che per «la cosa giusta» intendeva «tagliare la spesa sociale»."
Nel frattempo, come sottolinea Brad Setser, il Fondo monetario internazionale – il cui dipartimento di ricerca ha svolto un lavoro eroico punzecchiando le teorie dell’austerità per sostenere una visione ampiamente keynesiana della macroeconomia – continua a insistere per la restrizione fiscale praticamente ovunque.
Questo non contraddice esattamente l’argomento di Simon, ma forse suggerisce che la questione è più complessa.
Articolo pubblicato sul blog dell’autore sul New York Times il 29 settembre 2016.
Traduzione di Forexinfo.it rivista da Thomas Fazi.
Fonte: Oneuro Eunews
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