di Raffaele Carcano
Il nostro governo sta litigando con quasi tutti gli altri governi europei per poter sforare i vincoli di stabilità. I governi europei farebbero però bene a sapere per quali scopi verrebbero impiegate le spese supplementari. È infatti fresca la notizia che cento milioni verranno destinati a finanziare le scuole private. Cento milioni che si aggiungono ai cinquecento già stanziati ogni anno, e al miliardo circa erogato dagli enti locali. Non male per un settore in crisi e in cui si diffonde la “disaffezione”, come ammette anche il portale ciellino Il Sussidiario.
I cento milioni saranno in parte destinati all’accoglienza dei disabili, in parte alle materne.
Matteo Renzi ha investito molto del suo storytelling sulla buona scuola. Alla prova dei fatti, sembra ritenere che il buono risieda soltanto nel comparto privato, per due terzi cattolico. Per il resto, i risultati latitano. Solo un mese fa l’Ocse ha bacchettato nuovamente (ma ancora più duramente) la scuola italiana.
Perché genera giovani che non studiano né lavorano. Perché i soldi investiti sono pochi. Perché i docenti sono anziani e sottopagati. Perché le borse di studio sono assolutamente inadeguate. Gli italiani se ne sono accorti: un sondaggiopubblicato una settimana fa da Repubblica li ha visti assegnare alla buona scuola renziana una sonora insufficienza.
Mentre i troppo strombazzati stanziamenti per la ristrutturazione delle scuole insicure sono ancora fermi al palo.
Un quadro deprimente. Ma non per le scuole private, che dall’attuale esecutivo si erano già viste piovere il regalo dello sconto-Imu e altri 12 milioni, già a maggio, sempre per l’accoglienza dei disabili (ma l’accoglienza non era un valore cattolico? Sembra quasi che lo sia solo quando a pagare è lo Stato). Ma non poteva andare diversamente, con un sottosegretario come il ciellino Gabriele Toccafondi: che ha prontamente commentato l’ultimo stanziamento sostenendo che “le famiglie avranno libertà di scelta educativa”. A ragionar così, lo Stato potrebbe anche regalare Ferrari a chi vuol avere libertà motoria.
Ma non poteva andare diversamente anche perché l’incarico di ministro è tuttora ricoperto da Stefania Giannini, le cui idee sono ben rese dalla prefazione a un libro che chiedeva tagli alla scuola pubblica fino al 40%. Un appoggio non certo incidentale, visto che è stato ribadito soltanto pochi giorni fa.
"Sostenere le scuole paritarie significa sostenere la scuola pubblica", ha dichiarato Giannini. Significa invece, e soprattutto, sostenere scuole ideologiche di controversa qualità che discriminano nell’accesso. La buona scuola dovrebbe essere quella di tutti e per tutti. Il governo Renzi la pensa ormai in maniera diametralmente opposta.
Fonte: Micromega online - blog dell'UAAR
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