La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

martedì 18 ottobre 2016

“Pontificare” l’assurdo

di Andrea Incorvaia, per lo speciale di facciamosinistra! 
La “bomba” mediatica lanciata da Matteo Renzi negli ultimi dieci giorni ha avuto un effetto boomerang, forse preventivabile. L’argomento del contendere è (oltre alla propaganda referendaria per il SI), il ponte sullo Stretto, la massimizzazione delle grandi opere, una costruzione che a dire di ministri “et alii” proietterebbe il paese nel futuro. Le vicende del ponte tra Calabria e Sicilia sono assai note ecco perché non baserei la discussione analizzando punto per punto una storia iniziata nel lontano 1864.
Del resto siamo stati generazionalmente abituati ad ascoltare, da un governo all’altro, le più “stravaganti” teorie su quanto importante fosse un’ opera del genere.
Giorni fa Tonino Verna in un bellissimo articolo su Il Manifesto faceva notare che un decimo delle risorse necessarie per la costruzione di tale opera ( e che il governo dice stare cercando) basterebbero per mettere in sicurezza buona parte di quel tratto tra Sicilia e Calabria a forte rischio sismico e di dissesto idrogeologico.
Argomentazioni importanti ma che evidentemente non riescono a far breccia nella mente di chi governa; quelle stesse menti che in maniera autonoma partecipano al 110° compleanno della “famosa” azienda Salini-Impregilo rilanciando proprio da quel palco, la costruzione di un’ opera assurda, anziché pretendere un risarcimento dal risarcimento che lo stesso stato italiano è costretto a pagare in via cauzionale all’azienda suddetta.
Lasciano o raddoppiano? Certo che raddoppiano, ed infatti poche ora dopo la dichiarazione a firma Renzi, i titoli della Salini-Impregilo schizzano vertiginosamente in borsa e guarda caso lo stesso Salini si scopre un fervente sostenitore del SI al referendum.
Lo show continua sull’ (ex) tubo catodico, a fare le veci del Premier il Ministro dei trasporti e delle infrastrutture Delrio, il quale con un dribbling alla Ronaldo (Luiz Nazario da Lima ndr) prova a difendere le indifendibili scelte di governo, dichiarando apertamente che oltre a stare cercando le risorse (2 miliardi!) il ponte sullo Stretto altro non è che solo un pezzo dell’investimento che il governo vuole promuovere al sud.
Lo stesso Sud che versa in condizioni di sicurezza idrogeologica, da codice rosso per il quale il governo ha stanziato solo una piccola parte degli 1,3 miliardi di euro dichiarati dal Ministro Galletti?
Lo stesso sud dove crollano ponti (si veda la disastrata situazione siciliana), dove le strade statali a una corsia mietono vittime ogni giorno (la S.S. 155 in Sicilia, o la S.S. 106 sulla Jonica calabrese)?
Sempre Delrio ricorda l’impegno del governo sulla questione dei trasporti locali e regionali in riferimento al traffico pendolare, dimenticando che ad oggi da Trapani a Siracusa ci si impiega “solamente” 12 ore.
Siamo alla rappresentazione del teatro dell’assurdo, dove una classe dirigente (e dominante) prova con slogan e boutade a fidelizzarsi le masse.
E’ il mantra della post-democrazia e della post-modernità tanto cercata da Berlusconi e declinata alla perfezione da chi, per anni, ha provato a costituire un’alternativa a quel modello.
L’unica risposta attesa può essere quella della partecipazione attiva, del rilancio delle collettività, della tanto decantata politica dal basso.
Guarda caso tutto quello che il referendum costituzionale vorrebbe smontare: il re è nudo.
Finalmente.

Andrea Incorvaia è un giovane militante di sinistra, collabora alla redazione de Il Becco.

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