La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 1 ottobre 2015

La nostra Ungheria: sgombrata la solidarietà

di Geraldina Colotti
Die­tro le spalle, le onde. Davanti, gli scudi e i man­ga­nelli. I No Bor­der di Ven­ti­mi­glia hanno tra­scorso così, sugli sco­gli dei Balzi Rossi, quasi l’intera gior­nata di ieri. All’alba, poli­zia e cara­bi­nieri in tenuta anti­som­mossa hanno sgom­brato il pre­si­dio auto­ge­stito alla fron­tiera di Ponte San Ludo­vico. Migranti e atti­vi­sti sono quindi ritor­nati sugli sco­gli dove, l’11 giu­gno, spinti da una carica della poli­zia ave­vano deciso di resi­stere e di non tor­nare indie­tro. Molti di loro, anche se non sanno nuo­tare si sono tolti le scarpe, pronti a but­tarsi in acqua in caso di una nuova carica.
We are not going back, non tor­niamo indie­tro. Una con­se­gna riba­dita durante le assem­blee auto­ge­stite che hanno orga­niz­zato la vita del pre­si­dio, lasciando in tutti un segno di forza e con­di­vi­sione. Un gruppo di 200 migranti in tran­sito ha così tra­scorso l’estate nella pic­cola pineta dei Balzi Rossi, accam­pan­dosi tra il par­cheg­gio e il ponte della fer­ro­via. Un locale dismesso della Pro-loco è ser­vito da labo­ra­to­rio medico e magaz­zino per le dona­zioni, che sono aumen­tate di giorno in giorno. L’associazione Popoli in arte ha messo a dispo­si­zione il pro­prio conto, su cui è arri­vato anche il con­tri­buto del vescovo Anto­nio Suetta, che ha donato 2.000 euro.
Ieri le ruspe hanno distrutto tutto: i dise­gni dei migranti nel labo­ra­to­rio di arte­te­ra­pia, l’impianto del media­cen­ter ali­men­tato a ener­gia solare, le docce, le prov­vi­ste… «Siamo rima­sti per ore senza cibo né acqua – denun­cia al mani­fe­sto Cri­stina, una delle atti­vi­ste – hanno distrutto o seque­strato il frutto di tre mesi di soli­da­rietà. Ave­vamo il magaz­zino pieno: abiti in eccesso che gli she­bab vole­vano por­tare a Calais: tre camion di dona­zioni pro­ve­nienti da quell’Europa della con­di­vi­sione che sta indi­cando un altro cam­mino. Noi abbiamo dimo­strato che si può fare bene e con poco. Il pre­si­dio autoor­ga­niz­zato ha fun­zio­nato. Lo stato non ha sbor­sato un cen­te­simo. Per que­sto ci hanno sgom­brato, per evi­tare il con­ta­gio del “cat­tivo esem­pio”».
L’altroieri, al Con­si­glio regio­nale l’opposizione della Rete a Sini­stra, di Gianni Pasto­rino, e quella del Movi­mento 5 Stelle aveva fatto slit­tare una mozione di sgom­bero appog­giata dalle destre e anche dal Pd. Ma il “par­tito dello sgom­bero” aveva già otte­nuto un’ordinanza dal sin­daco Enrico Iocu­lano, fir­mata il 23 set­tem­bre. Ieri, due atti­vi­sti fer­mati fuori dal pre­si­dio sono stati arre­stati e denun­ciati e poi rila­sciati. Uno ha affer­mato di essere stato pic­chiato.
In mat­ti­nata, il vescovo Suetta ha oltre­pas­sato i cor­doni di poli­zia e si è recato sugli sco­gli. La sua media­zione, già nei giorni scorsi aveva susci­tato un coro di pro­te­ste da parte di com­mer­cianti e destre, che hanno orga­niz­zato una mani­fe­sta­zione per il 4 davanti al Piaz­zale della sta­zione, a Ven­ti­mi­glia. Nei locali delle fer­ro­vie, da que­sta estate è ospi­tato un altro gruppo di migranti, assi­stito dalla Croce rossa e dalle asso­cia­zioni uma­ni­ta­rie. E lì, dopo la media­zione del vescovo e l’arrivo dell’avvocata Ales­san­dra Bal­le­rini, sono stati por­tati i migranti: con mezzi pri­vati e non con gli auto­bus della poli­zia, pronti a imbar­carli. Hanno accet­tato di lasciare gli sco­gli solo a patto di non essere iden­ti­fi­cati e poter così con­ti­nuare il viag­gio. I No Bor­der sono stati por­tati in caserma per essere iden­ti­fi­cati e denun­ciati: ma per occu­pa­zione di suolo pub­blico e non per altro; e senza foglio di via, come invece è avve­nuto per una decina di atti­vi­sti in que­sti mesi.
Per un altro grup­petto di migranti che ha lasciato il pre­si­dio prima dell’arrivo della poli­zia — eri­trei, afghani, suda­nesi -, è andata peg­gio. Sono stati fer­mati a Genova e por­tati all’aeroporto, ma l’avvocata Bal­le­rini non era ancora riu­scita a sapere dove. Per que­sto, si conta anche sull’interrogazione par­la­men­tare di Ste­fano Qua­ranta, di Sel, che ha soste­nuto il pre­si­dio a livello isti­tu­zio­nale.
Ad atten­dere l’arrivo dei migranti alla sta­zione, c’erano i gruppi di soli­da­rietà, accorsi subito in gior­nata, ma ai quali la poli­zia ha impe­dito di rag­giun­gere San Ludo­vico. Mani­fe­sta­zioni anche in altre parti d’Italia – da Roma, a Milano, da Genova a Bolo­gna e a Firenze -: per gri­dare: «Ven­ti­mi­glia in ogni città». «Noi non ce ne andremo – dice ancora Cri­stina – ci costi­tui­remo in comi­tato, que­sto è solo l’inizio». Ha esul­tato invece il mini­stro degli Esteri Alfano.
Ieri sera, i No Bor­der hanno part­ge­ci­pato a un incon­tro pub­blico sui rifu­giati e il senso dell’accoglienza, orga­niz­zato dal vescovo. Ma il sin­daco Iocu­lano ha decli­nato l’invito.

Fonte: il manifesto 

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