di Alli McCracken e Raed Jarrar
Per decenni, l’Arabia Saudita è stata una sostenitrice convinta del diritto della Palestina di essere uno stato e una critica insaziabile dell’occupazione israeliana della Cisgiordania e di Gaza. L’impegno dell’Arabia Saudita per la Palestina ha definito i contorni geopolitici del Medio Oriente per decenni, ma ora che il patto nucleare con l’Iran è stato concluso, e mentre la guerra in Siria continua a devastare il paese, quelle linee politiche si stanno ridisegnando, riportando insieme inattesi alleati: Arabia Saudita e Israele.
Propagandata come “pubblico dialogo rivoluzionario” tra esperti capi della sicurezza nazionale di due vecchi avversari, il 5maggio 2016 presenterà un incontro di alto profilo a Washington, D.C. tra funzionari di Arabia Saudita e Israele.
Il Principe Turki bin Faisal, ex capo dell’intelligence e un tempo ambasciatore a Washington, e il Generale Maggiore in pensione delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), Yaakov Amidror, ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale del Primo ministro Benjamin Netanyahu, parleranno insieme all’Istituto di Washington per la politica del Medio Oriente, che è un’Organizzazione pro-Israele finanziata dai benefattori dell’AIPAC, che ha come personale impiegati dell’AIPAC ed è situato alla porta accanto al quartier generale dell’AIPAC.
Il Principe Turki bin Faisal, ex capo dell’intelligence e un tempo ambasciatore a Washington, e il Generale Maggiore in pensione delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), Yaakov Amidror, ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale del Primo ministro Benjamin Netanyahu, parleranno insieme all’Istituto di Washington per la politica del Medio Oriente, che è un’Organizzazione pro-Israele finanziata dai benefattori dell’AIPAC, che ha come personale impiegati dell’AIPAC ed è situato alla porta accanto al quartier generale dell’AIPAC.
L’Arabia Saudita non si è mai impegnata in relazioni diplomatiche con Israele fin dalla Nabka (l’esodo palestinese) nel 1948, e a un certo punto ha anche guidato i tentativi di boicottare lo stato di Israele. E sebbene questo non sia il primo incontro di questo tipo (l’Arabia Saudita e Israele hanno avuto un ex funzionario che ha parlato a un Consiglio sul un comitato di Relazioni Straniere), è certamente l’incontro di più alto profilo e sta avendo luogo.
Mentre avere violatori dei diritti umani come Arabia Saudita e Israele con la stessa mentalità che si mescolano e che si incontrano pubblicamente potrebbe non essere una sorpresa per la maggior parte di noi, questo evento è ancora una brutta notizia: segnala una nuova era di normalizzazione da parte del sostenitore dell’Iniziativa per la Pace Araba.
Tale iniziativa, nota anche come “Iniziativa Saudita”, è una proposta fatta in dieci frasi per la fine del conflitto arabo-israeliano. E’ stato appoggiato dalla Lega Araba nel 2002 e appoggiato di nuovo nel 2007, ed è sostenuto da tutte le fazioni palestinesi, compreso Hamas. L’iniziativa chiede di normalizzare i rapporti tra il mondo arabo e Israele, in cambio di un ritiro completo da parte di Israele dai territori occupati (compresa Gerusalemme Est). Finora, è stato il progetto più fattibile per una soluzione di due stati. L’iniziativa affrontava anche il problema dei rifugiati palestinesi e domandava un “giusto accordo basato sulla Risoluzione dell’ONU 194.
E quindi, in questo momento politico in cui Netanyahu non sta dimostrando alcuna volontà di ritirarsi dal Territorio palestinese occupato e alcuni dei suoi ministri stanno chiedendo l’annessione della Cisgiordania, l’Arabia Saudita sembra stia abbandonando i suoi impegni storici. Normalizzando le relazioni con Israele senza chiedere una soluzione giusta del conflitto israelo-palestinese, l’Arabia Saudita sta diminuendo la sua influenza nel negoziare una soluzione dei due stati.
In un certo modo, questo incontro segna la fine ufficiale dell’Iniziativa per la Pace Araba, ma, ciò che più conta, in quanto ultimo meccanismo valido per una soluzione negoziata a livello regionale, è ancora un altro indicatore che la soluzione dei due stati è ufficialmente morta.
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: non indicato
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0
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