di Jack Rasmus
La settimana scorsa il governo USA ha annunciato che l’economia nazionale e’ cresciuta nel periodo Gennaio-Marzo 2016 di appena un misero 0.5 percento di quota di crescita annuale. Dato che gli USA, contrariamente agli altri paesi, stimano il PIL basato su una quota annuale, questo significa che l’economia USA, durante il primo trimestre del 2016 e’ cresciuta di appena lo 0.1 percento rispetto al trimestre precedente alla fine del 2015.
Una crescita cosi’ bassa indica che l’economia USA potrebbe aver “slittato in una ‘velocita’ di stallo’, il che vuole anche dire, che la crescita e’ cosi’ debole che l’economia perde qualsiasi momento e scivola nella recessione”, secondo gli economisti di JPMorgan Chase.
Allora, l’economia USA e’ arrivata a una fermata completa negli scorsi tre mesi? Se e’ cosi’, quali sono le conseguenze per l’economia globale che sta’ gia’ progressivamente rallentando? Che cosa rappresenta un’economia USA, apparentemente stagnante, per il Giappone che sta’ gia’ attraversando la sua quinta recessione dal 2008? Per l’Europa, incastrata in una stagnazione cronica di lunga durata? E per le economie dei mercati emergenti, che si arrampicano con i prezzi delle merci che stanno crollando e le valute estere, la disoccupazione crescente, e le tendenze a lungo termine della fuga di capitali all’estero?
Alcune Tendenze Interessanti
Lo 0.5 percento del PIL USA dello scorso trimestre potrebbe indicare che l’economia del paese e’ anche piu’ debole di quanto appaia. L’economia della quota di crescita dello 0,5 percento recente degli Stati Uniti e’ l’ultima di una tendenza al declino costante della crescita del PIL degli USA durante lo scorso anno. Nel quarto trimestre precedente del 2015, l’economia USA crebbe dell’1,4 percento che era giu’ dalla crescita del trimestre precedente del 2 percento e prima ancora del 3,9 percento. Cosi’ l’economia USA ha rallentato rapidamente durante lo scorso anno. Se consideriamo un periodo di tempo piu’ lungo, gli otto anni passati, dal momento dell’ultimo picco di crescita nel tardo 2007, l’economia USA e’ cresciuta di un totale cumulativo di solo il 10,1 percento. Si tratta di una squallida crescita annuale di solo il 1,2 percento di media per gli scorsi 8 e piu’ anni.
Ma anche questi numeri sono sovrastimati. Nel 2013 gli USA ridefinirono il modo in cui stimano il PIL, aggiungendoci categorie quali le spese per R&D (Ricerca e sviluppo Ndt) e altre spese
intangibili che alzano artificialmente le previsioni del PIL USA semplicemente ridefinendolo. Questa “crescita economica dovuta alla ridefinizione” ha fatto alzare il PIL di circa lo 0,3 percento annuale, e, in termini di dollari di circa 500 miliardi all’anno. Quindi il PIL USA reale potrebbe star crescendo di meno dell’1 percento in media per anno dal 2007; e durante il trimestre piu’ recente, quello di Gennaio-Marzo 2016, l’economia potrebbe non essere cresciuta per niente, o potrebbe essere stagnante, collassata e fermatasi completamente.
Dietro la Tenda del Mago
Ai mass media e alla stampa piace definire le recessioni come due trimestri consecutivi con crescita negativa del PIL. In questi giorni gli economisti USA incaricati di dichiarare quando una recessione e’ iniziata o e’ terminata, non basano le loro valutazioni completamente sulle stime del PIL, che sono notoriamente inaccurate e lo sono diventate sempre di piu’, data l’inclinazione del governo USA come pure degli altri governi di cambiare le loro definizioni del PIL.
Ridefinire il PIL per aumentare l’apparenza della crescita non e’ solo un problema negli USA nel passato recente. Per esempio, ci sono solo poche fonti independenti di ricerca che pensano che la Cina stia crescendo effettivamente con la quota ufficiale annunciata del 6,8 percento. Per nominarne un paio, sia la Capital Economics che la Lombard Street Research valutano che il PIL della Cina stia crescendo di solo il 4-4,5 percento basato sull’esame accurato di altri indicatori quali l’uso dell’elettricita’, la produzione di energia, i volumi dei trasporti locali e cosi’ via. Negli anni recenti l’India ha ufficialmente quasi raddoppiato il suo PIL dalla sera alla mattina semplicemente ridefinendolo. E cosi’ ha fatto anche la Nigeria. I ricercatori delle banche Indiane, con i quali l’autore ha parlato, dicono che hanno una regola di base: si prende la quota ufficiale del governo per il PIL e la si dimezza e quella e’ probabilmente una quota vicina al PIL reale dell’India. In Europa un certo numero di economie , incluso la Gran Bretagna, che hanno avuto un bisogno disperato di aumentare il loro PIL in questi anni passati, adesso includono persino il contrabbando di droghe e i servizi di prostituzione nelle loro stime del PIL. Il modo in cui questi governi stimano questi numeri e i prezzi di questi servizi e’ ovviamente molto interessante.
Non contenti con la definizione dei mass media e della stampa di una recessione come due trimestri consecutivi di PIL negativo, gli economisti USA al National Bureau of Economic Research, che hanno il compito di dichiarare l’inizio e la fine di una recessione, guardano a diversi altri indicatori economici-come la produzione industriale, le vendite al dettaglio, le tendenze negli import-export e altre fonti. Una recessione puo’ avvenire in un solo trimestre oppure richiederne piu’ di due.
Guardando a questi altri indicatori per il trimestre scorso di Gennaio-Marzo 2016, l’economia USA sembra essere diretta molto di piu’ verso la recessione e prima piuttosto che piu’ tardi.
La produzione industriale USA (manifattura, miniere e servizi pubblici) e’ diminuita di una quota annuale del -2,2 percento lo scorso trimestre, dopo essere diminuita del –3,3 percento durante il trimestre precedente. La produzione industriale e’ diminuita in sei degli ultimi sette mesi. La capacita’ industriale USA si trova adesso al suo punto piu’ basso dal 2010.
Gli investimenti di capitale sono un altro punto doloroso. Gli investimenti nelle strutture produttive sono crollate del –10,7 percento e gli investimenti in nuovi macchinari del –8,6 percento, con quest’ultimo valore che costituisce la perdita piu’ grossa dalla recessione del 2007-2009. Le scorte nel settore affaristico sono appena cresciute, con la quota piu’ piccola negli ultimi due anni, continuando una tendenza alla discesa dei nove mesi scorsi.
E cosa si puo’ dire dei consumi, che costituiscono circa due terzi dell’economia totale USA? Le spese dei consumatori USA sono cresciute con una quota media mensile di solo lo 0,1 percento. Le vendite al dettaglio, l’elemento piu’ grosso delle spese dei consumatori, sono crollate ogni mese in media durante il trimestre. Dopo aver sostenuto le vendite al dettaglio negli anni precedenti, le vendite di automobili, una componente grossa delle vendite al dettaglio, sono scese per il secondo trimestre consecutivo durante il periodo Gennaio-Marzo. La prospettiva per il recupero delle spese dei consumatori non e’, neanch’essa, molto luminosa. Un sondaggio d’opinione Gallup recente ha riportato che il 60 percento degli intervistati ha detto che l’economia USA stava “peggiorando”. I prezzi al consumatore, riflettendo la debole domanda per beni di consumo, adesso sono stazionati sulla soglia della deflazione, diminuendo con una quota mensile del –0,1 percento nell’ultimo trimestre.
Le esportazioni stanno diminuendo, le costruzioni di immobili per uso residenziale sono recentemente crollate. In altre parole, non molti indicatori economici che contribuiscono al PIL mostrano un quadro promettente. Il PIL dovrebbe probabilmente essere piu’ basso di quello recentemente pubblicizzato dello 0,5 percento annuale e della quota di crescita dello 0,1 percento trimestre per trimestre. L’economia USA e’ ovviamente in panne. Ma non e’ la prima volta. Infatti e’ la nona volta che si e’ trovata in questa situazione dalla fine ufficiale dell”ultima recessione nel Giugno 2009.
Che cos’e’ una ricaduta?
La prestazione dell’economia USA nello scorso periodo di Gennaio-Marzo, una tendenza che sembra prolungarsi in Aprile, rappresenta cio’che questo autore ha chiamato una “ricaduta economica”. Una ricaduta e’ un collasso della crescita economica per un singolo trimestre, fino a quasi zero o anche una crescita negativa.
L’economia USA e’ adesso passata attraverso cinque ricadute in trimestri individuali da quando la recessione del 2007-2009 fu ufficialmente dichiarata superata. L’economia collasso’ allo 0,1
percento all’inizio del 2011, allo 0,2 percento alla fine del 2012, diminui’ di nuovo del –2,2 percento nel 2014 e collasso’ allo 0,2 percento nel 2015.
Le ricadute sono le conseguenze delle recessioni “epiche” come quella che avvenne nel 2007-2009, che sono tipicamente caratterizzate da riprese corte e superficiali che scivolano ripetutamente in condizioni periodiche di stagnazione economica. Esse sono il risultato della quasi totale fiducia nelle politiche monetarie delle banche centrali che sono ideate per far aumentare le azioni, le obbligazioni e gli altri mercati finanziari- e cosi’ i guadagni dei ricchi investitori- ma che non sono in grado di generare una ripresa economica reale e sostenuta. Le politiche fiscali disegnate per stimolare il consumo e posti di lavoro che pagano decentemente vengono rigettate. Questo descrive quasi perfettamente le politiche economiche USA negli ultimi otto anni.
Politici che si Mettono gli Occhiali Colorati di Rosa
Nonostante i fatti, i politici del governo USA e I funzionari della banca della Federal Reserve continuano a correre intorno dichiarando che l’economia USA sta funzionando benissimo. A questa gente piace mettere in risalto i 200.000 posti di lavoro apparentemente creati nei mesi appena passati. Tuttavia un esame piu’ accurato mostra che i posti di lavoro che vengono creati sono parttime, a contratto, malpagati, senza assicurazioni. I lavori che, nel complesso, non generano nessun aumento dei salari per l’economia e nessun guadagno reale per i lavoratori.
I lavoratori giovani, di 30 anni di eta’ o meno, sono stati colpiti in modo piu’ duro da questa “economia USA che si sta comportando molto bene”. Uno studio recente del Center for American Progress, per esempio, ha mostrato’ che I lavoratori che hanno 30 anni in questo momento guadagnano la stessa paga, aggiustata per l’inflazione, che I trentenni guadagnavano nel 1984.
Nonostante tutto questo il Presidente Obama continua a girare il paese lamentandosi del fatto che non gli viene riconosciuto il merito di aver riportato gli USA indietro dalla peggiore recessione da quella degli anni ’30. Egli dovrebbe dirlo ai milioni di giovani lavoratori “millenials” (I ragazzi nati nel o intorno al nuovo millennio Ndt) con lavori schifosi e malpagati nei servizi, con nessuna assicurazione sulla salute, che devono vivere a casa con i genitori perche’ non possono permettersi l’affitto di un appartamento, stracarichi di debiti e con nessuna prospettiva per un cambiamento significativo all’orizzonte. Nessuna sorpresa che questa gente si e’ raggruppata dietro a Bernie Sanders che continua a raccogliere l’85 percento dei loro voti nelle primarie presidenziali. Obama (e Hillary) dovranno faticare moltissimo per convincerli che “tutto va bene”- e molto di piu’per convincerli a votare i Democratici nelle prossime elezioni di Novembre.
Da Z Net Italy- Lo Spirito della Resistenza e’ Vivo
www.znetitaly.org
Traduzione di Francesco D’Alessandro
© 2016 ZNet Italy-Licenza Creative COmmons CC BY NC-SA 3.0
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.