di Giorgio Cremaschi
Sui grandi piloni autostradali e sui pendii montuosi dietro di essi, in Valle Susa è facile vedere grandi scritte: “No al Tav No alla Mafia”. Sono lì da molto tempo e testimoniano che la saggezza della mobilitazione popolare contro il Tav aveva visto lontano. Oggi sappiamo dalla inchiesta della magistratura che non solo la ndrangheta fa affari sul terzo valico in Liguria, opera due volte inutile perché in concorrenza con il già inutile traforo che vogliono fare in Valle. Oggi sappiamo anche, oltre a questo, che la mafia calabrese finanzia i Si Tav. E in fondo anche questa notizia non ci stupisce, ci siamo sempre chiesti come si potesse essere disinteressatamente Si Tav in quelle valli. E non solo lì.
Le grandi opere non son inquinate dalla criminalità loro malgrado, ma sono criminogene in sé. Lo sono per la loro inutilità e per le devastazioni che provocano, per gli affari necessariamente sporchi che attirano e soprattutto per la continua sopraffazione dei diritti e delle stesse voci delle popolazioni che ne sono colpite. Pochi giorni fa abbiamo pianto decine di morti in una ferrovia antidiluviana di Puglia , ora ancora una volta vediamo dove vanno i grandi investimenti pubblici così come quelli mafiosi. Vanno verso opere che servono solo a chi le fa e danneggiano tutti gli altri.
A sostegno delle opere finanziate dalla mafia stanno il PD, la Lega Nord, Forza Italia. Tra loro, per queste opere che inquinano l’ambiente e la società, c’è sempre stata la più profonda unità nazionale. Immagino ora che gli esponenti di questi partiti mostreranno il loro scandalo e chiederanno che sia fatta piena luce. Attendiamo che il servizievole Cantone ci propini qualcuna delle sue insultanti e ipocrite banalità. Intanto la devastazione andrà avanti e chi si oppone ad essa continuerà ad essere perseguitato. Proprio oggi la polizia a Pozzolo è stata mobilitata in grande forze per garantire gli espropri contro cui sono mobilitati i No Tav del Terzo Valico. E in Valle Susa una valanga di provvedimenti giudiziari e polizieschi colpisce i militanti e i cittadini impegnati nella lotta.
Da un lato si scopre la criminalità che sta dietro e dentro le grandi opere, dall’altro si colpiscono i democratici che combattono quel sistema mafioso. Nella ricorrenza della strage di via D’Amelio, le denunce di Paolo Borsellino restano tutte drammaticamente attuali. La lotta alla mafia la fanno i No Tav, gli altri ci fanno le Grandi Opere assieme.
Fonte: Contropiano
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