di Andrea Alba, Nicola Cucchi e Adriano Manna
Le sinistre europee aderenti alla European Left si sono date appuntamento a Chianciano Terme (SI), dal 20 al 24 luglio, per discutere delle prospettive della sinistra antiliberista nel futuro scenario europeo. Una sinistra che in alcuni paesi del sud Europa è cresciuta fino a ricoprire anche ruoli di governo, come nel caso greco e portoghese, mentre in altri stenta a ricomporsi e a dotarsi di una progettualità politica di ampio respiro.
La Die Linke tedesca, il Bloco portoghese, la greca Syriza, Izquierda Unida dalla Spagna, la Left Alliance dalla Finlandia, il Front de Gauche francese, Rifondazione comunista dall’Italia e molte altre forze della sinistra antiliberista sono chiamate a confrontarsi in quello che sarà un anticipo del congresso della European Left, previsto per dicembre a Berlino.
Sull’incandescente asfalto dell’aeroporto di Fiumicino, da cui partivano i pullman che avrebbero portato le delegazioni internazionali in Toscana per la summer university, si sono cominciati a riconoscere i desideri e le aspirazioni di una sinistra frammentata, che ha sempre avuto nell’internazionalismo un elemento genealogico e costituente, sia pur praticato a fatica in questi anni.
Non appena arrivate al summit, le varie delegazioni si sono riconosciute quasi naturalmente espressione di una storia comune che, malgrado il fallimento storico del socialismo reale, non ha abbandonato l’ipotesi del cambiamento radicale dello stato di cose presenti.
Gli anni ’90 hanno visto una decisa accelerazione del processo d’integrazione economica su scala continentale, funzionale ad una violenta ristrutturazione neoliberista. A questo cambiamento paradigmatico, la sinistra ha trovato risposte solo all’interno dei confini dello stato nazione, soffocando la capacità intrinseca alle lotte sociali di costruire spazi politici di controllo democratico sui processi.
È la ragione di una vivace dialettica interna alla Sinistra Europea, dentro la quale ci si è ostinati, fin qui, a leggere i fenomeni avvalendosi di una lente legata più ai percorsi nazionali che alle sfide del presente.
Una babele di voci e un crocevia di culture politiche, apparentemente difficili da districare che, in occasioni come queste, hanno l’opportunità di riconoscersi, confrontarsi e tentare una narrazione comune.
Fonte: Sinistra in Europa
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