La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

martedì 5 luglio 2016

Dalle città ribelli per costruire un nuovo autunno di lotte

di Massa Critica
Nella pur intensa complessità di percorsi, prospettive ed interpretazioni, gli ultimi mesi consegnano ai movimenti sociali, alle realtà dell’autorganizzazione, del sindacalismo sociale e di base, ai comitati in difesa della salute e dei territori due dati incontrovertibili che non possono di certo essere ignorati. Il primo è rappresentato fuori di ogni dubbio dal crollo definitivo di un sistema politico bipartitico, tanto in Italia quanto in altri paesi dell’Europa, e dalla crisi profonda che attraversa proprio quei blocchi di interessi che, in nome del rigore e della “democrazia”, hanno nel corso di questi anni gestito la crisi economica del capitalismo occidentale a botte di austerità, riduzione degli spazi democratici, smantellamento dei diritti sindacali e sociali, corruzione, devastazione e sfruttamento criminale dei territori e delle sue risorse.
Questo dato si esprime con maggiore incisività nello spazio di governo delle città, attraverso il parziale termometro sociale rappresentato dalla tornata delle elezioni amministrative. La debacle del PD, in un contesto dove sempre più scelgono l’astensionismo, non può che essere letta come un momento di rifiuto netto delle politiche antisociali del governo Renzi: in numerose città hanno predominato i temi sociali ed ambientali che sono stati al centro delle più significative lotte che hanno attraversato la pancia del paese nel corso degli ultimi anni e che esprimono, in alcuni casi con maggiore timidezza o ambiguità, in altri in maniera più esplicita, la necessità di un profondo cambio di paradigma in Europa. L’altro dato evidente, evocato dalla Francia e rafforzato proprio dagli elevatissimi tassi di astensione alle stesse elezioni amministrative, dall’imbrigliamento costante degli strumenti di democrazia formale da parte dei missionari nazionali della Troika (vedi le vicende diverse, ma accomunate da un medesimo esito, di referendum, commissariamenti nazionali, riforme su grandi opere, lavoro, casa, scuola e servizi pubblici), è rappresentato dalla necessità di rilanciare un protagonismo dei movimenti sociali su scala nazionale all’altezza delle sfide che la fase attuale ci consegna: in primo luogo la cacciata del Governo Renzi, in secondo luogo un’articolazione rinnovata delle lotte e della loro incisività sul piano territoriale.
Fermamente convinti che non è nella capacità dei singoli ma dei processi sociali che si racchiudono le possibilità di cambiamento, da settembre 2015 a Napoli abbiamo messo intelligenze, energie, spazi e risorse accumulati nel corso degli ultimi anni a disposizione di un progetto politico e sociale inedito, basato sul superamento delle differenze identitarie, sulla messa in discussione delle liturgie e dei linguaggi nonchè dell’orizzonte politico di intervento su scala cittadina. In questi mesi il percorso di Massa Critica ha gradualmente incontrato interesse ed importanti alleati in altre città, ponendo al centro della propria agenda un tema che ci sembra si esprima con ancora maggiore intensità se volgiamo lo sguardo agli importanti mesi che abbiamo davanti: la necessità di invadere ed irrompere gli ambiti della decisione politica, interloquendo in maniera indipendente ed inedita con i suoi attori formali ed istituzionali, senza tuttavia esserne riassunti o riassorbiti, ma anzi garantendo l’autonomia stessa delle lotte ed estendendone al contempo la portata e la capacità di intervento. Lungi dal presentarsi come modello, compiuto o esportabile, crediamo invece che la ricchezza accumulata nel corso di questo anno possa essere in primo luogo un elemento importante di crescita e di confronto e, cosa più importante, possa indicarci un metodo per rilanciare nel prossimo autunno il protagonismo dei movimenti che si danno come obiettivo l’abbattimento dello stato di cose presenti. Controllare dal basso, imporre i temi al centro del lotte, costruire nuovi spazi di protagonismo sociale sono le chiavi di lavoro sulle quali è opportuno lavorare per costruire un nuova stagione di movimento. Per questo, crediamo che la scadenza del Referendum costituzionale, divenuta il definitivo banco di prova della tenuta del governo Renzi, presenti tutte le condizioni per lanciare l’attacco definitivo alla longa manus dell’Europa e delle sue odiose politiche nel nostro paese, raccogliendo il doppio contributo che viene dall’Europa: quello delle piazze francesi e delle città spagnole. Se è chiaro a tutti che questo appuntamento non può rimanere fuori dalla portata d’ intervento dei movimenti, è evidente altresi che richiede l’articolazione di una grammatica e di una strategia autonoma e profondamente diversa da quella messa in campo da altri attori. Il tema del referendum costituzionale non può essere agito come semplice strumento di attacco al governo Renzi o come sterile ed aprioristica difesa della Costituzione, ma, tutt’altro, richiede una profonda messa in discussione della sua ratio, lanciando una nuova stagione di lotte radicali che sappiano partire da essa per generalizzarsi sulle più importanti questioni sociali, ambientali e sindacali.
Per affrontare questa sfida a partire da questi embrionali punti di ragionamento, intendiamo lanciare a Napoli una due giorni di discussioni e dibattiti il 3 ed il 4 settembre. Per un primo momento di confronto ed organizzazione comune, invitiamo tutte le realtà dell’autorganizzazione sociale e sindacale ed i comitati in difesa della salute e dei territori a partecipare ad un’assemblea che terremo il 9 luglio alle h.14 al Polifunzionale di Soccavo (Napoli) all’interno del NaDir \ Napoli Direzione Opposta Festival

SI PUO’ SOTTOSCRIVERE L’APPELLO INVIANDO UN MESSAGGIO PRIVATO ALLA PAGINA Massa Critica

NAPOLI Massa Critica Zero81 Scacco Matto Laboratorio Politico Iskra Lido Pola Mensa Occupata “Noi Saremo Tutto” CASORIA (NA) Terranostra occupata COSENZA Sparrow – Cosenza

Fonte: popoffquotidiano.it

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