La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

martedì 5 luglio 2016

Confindustria, i gufi del Sì

di Loris Campetti
Se disgraziatamente dovesse vincere il No alla riforma costituzionale crollerebbe il mondo. L’Italia precipiterebbe in una recessione lunga almeno tre anni, i capitali fuggirebbero all’estero, l’occupazione subirebbe un tracollo con 258 mila altre persone senza lavoro, mentre il Pil scenderebbe di 1,7 punti. Bot alle stelle e risparmio alle stalle. Ci vorrebbero treni speciali per accogliere processioni di cervelli in fuga che lascerebbero nel nostro paese solo i decerebrati. A bussare alle porte dell’Austria ci sarebbe una coda di richiedenti asilo, da Buffon a Benigni, da Oscar Farinetti a Verdini, da Gennaro Migliore all’intera segreteria politica della Sacra Corona Unita, da papa Francesco a Enrico Mentana, dalle spadaccine jesine a Del Rio con signora e i 47 figlioli.
Mentre Matteo Renzi, truccato da minatore in pensione, si ritirerebbe in cima all’Amiata per ululare alla luna e, nelle notti senza luna farebbe rimbombare in tutta la Maremma il dolente canto pucciniano “svanì per sempre il sogno mio d’amore”, struggente più che se a intonarlo fosse Pavarotti in persona.
Ma i gufi del No, “no pasaran”. Parola del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, nuovo responsabile del servizio d’ordine del presidente del consiglio. Boccia non si limita a disegnare lo scenario catastrofico che la sconfitta referendaria di Renzi determinerebbe: se vincerà il sì l’occupazione farà un prodigioso balzo in avanti con 319 mila posti di lavoro in più. Così come il Pil che aumenterebbe del 2,3%, a fronte del crollo dell’1,7% nel caso di una vittoria del no.
I treni speciali viaggerebbero da Berlino verso Firenze carichi di capitali attratti dalla Nuova Italia (quella renziana, non la casa editrice del gruppo Mondadori). Unico inconveniente, Migliore e Farinetti resterebbero tra noi.
Le anime belle del Pd che si chiedono perché gli operai, i ceti popolari e le periferie abbiano abbandonato Il Partito assomigliano a quegli statunitensi che, non avendo mai visto Queimada o se l’avevano visto non l’avevano capito, dopo le twin towers si chiedevano disperati e increduli: “Perché ci odiano tanto?”. Prova scritta di italiano: “Perché chi a Mirafiori votava Pci quando Berlinguer si schierava con gli operai, oggi che Renzi si schiera con Marchionne e si fa fare il servizio d’ordine da Boccia vota M5S o non vota?”. Svolgimento…

Fonte: Il manifesto Bologna 

1 commento:

  1. io sono curioso,vorrei sapere i nomi di chi ha votato RENZI, credo che il vero male della SN ITALIANA sia un po' di stupidità e molti quattrini...........................impossibile rimediare,vinca il SI o vinca il NO, quelli restano a piede libero come cellule cancerogene.amen.g marinari

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