di Antonio Ingroia
Ma non dovevano copiarcela in tutta Europa la legge elettorale? Che fosse una legge oscena mi era chiaro allora, quando Renzi per imporla ne vantava e decantava la bellezza, mi è ancor più chiaro oggi che i suoi padri fondatori l'hanno ripudiata. L'italicum è una legge oscena per il metodo, perché su una legge elettorale non può essere chiesto tre volte il voto di fiducia al governo. Ma è una legge oscena soprattutto per il merito perché non reintroduce, se non in minima parte, le preferenze, e perché assegna un premio di maggioranza abnorme a una lista che rischierebbe di passare al secondo turno con il 15-20% dei voti.
Ed è oscena per il pasticcio creato dal legislatore su spinta del governo.L'italicum, infatti, prevede solo il sistema elettivo per la Camera e collegava direttamente la legge elettorale alla riforma costituzionale. Dava, insomma, il tempo di cambiare la Carta abrogando le elezioni per Palazzo Madama, tanto che prevedeva l'entrata in vigore dal primo luglio di quest'anno come clausola di salvaguardia in caso di scioglimento anticipato delle camere prima che si concludesse l'iter complessivo della modifica della carta costituzionale. Ma Renzi ha sbagliato i conti perché il primo luglio è arrivato, l'italicum è in vigore ma la riforma no e speriamo che il referendum la affossi definitivamente.
Insomma, se Mattarella fosse costretto oggi a sciogliere le camere non sapremmo con quale legge elettorale eleggere il Senato. Alla Camera si voterebbe con l'italicum, al Senato, con ogni probabilità, perché su questo la giurisprudenza non è concorde, con il consultellum, vale a dire il porcellum emendato delle parti dichiarate incostituzionali dalla Consulta.
In un paese normale un Presidente del consiglio che avesse creato questo problema si sarebbe già ritirato a vita privata. "Scusate, ho fatto un pasticcio per la mia incapacità. Evidentemente ho sbagliato mestiere, torno a lavorare nell'azienda di papà".
Il colmo è che Renzi non prova a cambiare l'italicum perché si è accorto che è osceno ma perché quando è stato scritto avrebbe consentito al suo partito di vincere a mani basse e oggi, con rapporti di forza modificati, con questa legge vincerebbero i cinque stelle.
Ma tant'è, questo è il paese in cui viviamo, allora proviamo a semplificare tutto. Con una premessa però. Una legge elettorale va scritta pensando a qual è il sistema migliore per rappresentare al meglio le diversità di orientamenti e di culture degli italiani. Non va scritta pensando a quale sistema può far vincere la maggioranza che se la vota.
Se nella prima repubblica i governi duravano in media meno di un anno, i parlamenti erano però espressione proporzionale delle diversità e delle sensibilità dei cittadini. E difatti ogni cittadino poteva affermare che le proprie idee erano rappresentate in parlamento. Se nella seconda repubblica, a parte Prodi e Berlusconi, i Presidenti del consiglio sono stati sostenuti da maggioranze diverse da quelle che avevano vinto le elezioni, è perché la rappresentatività è andata a farsi benedire a favore della governabilità. Ma se i governi non sono espressione della maggioranza che ha vinto le elezioni, come accade ormai dai tempi di Mario Monti, allora le elezioni diventano inutili.
E allora azzeriamo tutto. Si torni a un proporzionale puro con preferenze (ma non quello proposto dai cinque stelle che è un maggioritario camuffato da proporzionale). Se non siete capaci di governare, almeno lasciate che le camere siano rappresentative della reale volontà degli elettori, senza furti e senza inganni. Quelli lasciamoli alla legge Acerbo del '24, alla legge truffa del '53, al porcellum e all'italicum.
Fonte: Huffington Post - blog dell'Autore
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