di Teodoro A. Synghellakis e Fabio Veronica Forcella
È di nuovo braccio di ferro tra Alexis Tsipras e Angela Merkel, che cerca, comunque, di non prendere assolutamente nessun impegno nella direzione di un vero alleggerimento dell’austerità. È questo, in estrema sintesi, il risultato dell’incontro di ieri, a Berlino, tra il leader della sinistra greca e la cancelliera tedesca. Come sottolineano molti osservatori, da una parte la Merkel ha soppesato ogni singola parola, attenta a non infastidire nessuno sul fronte interno, in vista della campagna elettorale”.
Dall’altra, Tsipras, cerca di andare al contrattacco, dal momento che la linea Schauble, è responsabile, in gran parte, del congelamento improvviso e inaspettato dell’alleggerimento del debito ellenico deciso dall’Eurogruppo.
Dall’altra, Tsipras, cerca di andare al contrattacco, dal momento che la linea Schauble, è responsabile, in gran parte, del congelamento improvviso e inaspettato dell’alleggerimento del debito ellenico deciso dall’Eurogruppo.
“Stiamo attraversando un periodo delicato, che mette alla prova le nostre possibilità di rispondere alle sfide dell’economia, della sicurezza e dell’immigrazione”, ha detto il leader di Syriza. Ed ha poi aggiunto che “questo periodo richiede stima reciproca, buona fede e collaborazione tra i partner, i quali devono prendere delle decisioni coraggiose, in modo da evitare un’ulteriore incertezza”. Vale a dire, decodificando: non mettere i bastoni fra le ruote a quanto già deciso sul debito greco, perché l’Europa non può permettersi di creare ad arte altra tensione ed instabilità.
La Merkel risponde come sempre, facendo finta di non sapere che la Germania cerca di imporre la sua opinione all’interno dell’Eurogruppo e non solo. “Le decisioni vengono prese dalle istituzioni creditrici e dall’Eurogruppo”, ha detto ai giornalisti la cancelliera. Ma sa bene che lo scontro è -ancora una volta- tutto ideologico, tra chi vuole la prosecuzione all’infinito della politica dell’austerity, e chi crede che si debba voltare pagina.
I falchi ultraconservatori vorrebbero punire Atene e il suo governo, per aver deciso di usare una parte dell’avanzo primario eccedente,con lo scopo di aumentare le pensioni dei cittadini che ricevono meno di 800 euro al mese. I creditori volevano essere avvertiti in anticipo, onde – molto probabilmente – bloccare il tutto già in partenza.
L’aumento delle pensioni, nel frattempo, è stato approvato dal parlamento di Atene, con 195 voti favorevoli su 300. A favore, oltre a Syriza, si sono espressi i socialisti del Pasok, i comunisti del Kke, la destra dei “Greci Indipendenti” e i neonazisti di Alba Dorata, che non perdono occasione per cercare di spacciarsi come forza anticrisi e antisistema.
Ed è proprio questo che Tsipras ha voluto ricordare ad Angela Merkel: “la minaccia comune, è l’avanzata dell’estrema destra in Europa e si tratta di una minaccia che le forze democratiche devono affrontare”. Un monito per tutti quelli che pensano che la crisi possa essere gestita con un ritorno della destra liberista. Privatizzazioni senza fine e ulteriori tagli, infatti, non farebbero che accrescere la delusione e la rabbia, spianando la strada, con grande probabilità, ai deliri razzisti di Alba Dorata.
Fonte: Il manifesto
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