di Rossella Marchini e Antonello Sotgia
Sergio Scarpellini di case ne ha costruite tantissime. La sua è stata (e continua ad essere) una vita passata sempre tra i mattoni. Raffaele Marra, invece, le case le ha viste sotto forma di elenchi e di contratti. Direttore del Patrimonio e dell’Ufficio Casa del Comune è stato, a lungo, il custode di quelle comunali. Riportate sui pezzi di carta costituiscono il patrimonio immobiliare pubblico della città fatto di 42.485 unità. Anche la sua vita dunque, è passata (e continua a passare) sempre sguazzando nel medesimo elemento: le carte dove, secondo la sindaca Raggi, si muove con grande professionalità.
Mattoni e carte sono gli elementi che costruiscono la città. Con le carte si segnano come fare e dove mettere le case. Con i mattoni si costruiscono. Le carte che ha avuto in mano Marra per molto tempo, sono addirittura speciali. Carte da non calare sul tavolo del mercato immobiliare, ma in quello del riconoscimento a tutti del diritto alla casa. Sarebbero dovute servire a far saltare fuori le abitazioni per l’emergenza abitativa. Così non è stato. Sono oltre dieci, ogni giorno, le famiglie romane che ricevono la visita dell’ufficiale giudiziario con lo “sfratto” in mano. Quando è accompagnato dalla “forza pubblica”, per loro non c’è che la strada. Si aggiungono alle altre 20.000 famiglie in sofferenza abitativa.
Continua cosi. Con una Giunta che non prevede al proprio interno un Assessore alla Casa e non interrompe provvedimenti che, con l’ausilio della magistratura, tendono a affrontare, giorno dopo giorno, l’emergenza abitativa come questione di ordine pubblico.
Tutto questo serve a nascondere proprio il sistema, di cui Marra e Scarpellini non sono che alcuni dei molti interpreti, che vede l’Amministrazione non mettere in piedi alcuna politica per l’edilizia residenziale sociale per poter continuare a pagare, stando agli ultimi dati disponibili, 25.291.360 di euro in affitti passivi e 34.382.031 di euro per gli affitti per le sedi istituzionali.
Qui s’incontrano Marra e Scarpellini. L’uno ad accettare quello che l’altro offre del proprio patrimonio che, “caricato” di arredi e personale addetto ai servizi, spunta un prezzo record.
Come non essere riconoscente? Come non vendere una casa a prezzi stracciati?
Nessuno è mai andato a conoscere le condizioni di lavoro dei tanti giovani che Scarpellini cementava nella sua offerta. Oggi vediamo che neppure nessuno è andato a guardare il nome di chi quei contratti aveva firmato. Il vice sindaco Daniele Frongia li ha riportati su un libro che non è diventato poi la bibliografia di riferimento dell’operato della “nuova” amministrazione.
Anche questo in nome dell’emergenza?
La stessa per cui a Milano, il sindaco Sala quando era all’EXPO non si era stupito per un ribasso d’asta del 41%. Forse perché si stava attrezzando a convocare l’esercito conferendogli come regola d’ingaggio la legalità urbana. La stessa per cui a Roma, dopo ancora tanto tempo, continuano gli sgomberi e continuano gli sfratti. Succede a chi decide di essere solo al comando.
Fonte: dinamopress.it
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