La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 7 dicembre 2016

Via Renzi, avanti i beni comuni!

di Riccardo Petrella 
Il renzismo ha rappresentato, fortunatamente in maniera fugace, una versione tecno-oligarchica «modernista» del preteso cambiamento di società necessario per adattarsi alle logiche dell’economia capitalista globale di mercato. Se il miserevole regime berlusconiano affarista ha danneggiato seriamente la capacità creatrice positiva del nostro Paese, il renzismo ha fibrillizzato l’intera società italiana provocando forti tensioni e profonde lacerazioni in tutti i campi, dal lavoro alla scuola al governo del territorio, a tutti i livelli istituzionali (nei rapporti tra Stato, Regioni e Comuni), nella maniera di fare politica (principio della rottamazione, spregiudicatezza, arroganza, litigiosità…).
E’ tempo di ricostruire il vivere insieme in Italia nella serenità, nel rispetto degli altri, nella volontà di definire e condividere progetti coesivi e non escludenti.
Già nel 2013, il Gruppo promotore della DIP (Dichiariamo Illegale la Povertà) aveva incluso fra le 10 azioni priroitarie del programma d’azione in Italia fino al 2018, la trasformazione del CNEL in Consiglio della Sicurezza dei Beni Comuni.
La creazione di un Consiglio della Sicurezza dei Beni Comuni, nel quadro di un processo di ricostruzione dell’Italia e dell’Europa dallo sfacelo degli ultimi venti anni che parta dal dare forza all’economia dei beni comuni, è più che urgente e necessaria.
Il nostro Paese non ha bisogno di potenza economica conquistatrice e di grandeur internazionale ma ha bisogno anzitutto di saper imparare a riprendere la cura del territorio e della salvaguardia ed uso delle risorse naturali e artificiali, essenziali ed insostituibili per la vita, quali l’acqua, l’energia solare, la terra, i semi, la conoscenza, la salute, l’abitare, l’informazione…, al servizio del diritto alla vita di tutti gli esseri umani cosi come di tutte le specie viventi ed ecosistemi.
Lo stato dei beni comuni in Italia, si pensi all’acqua o alla conoscenza, non cessa di essere preoccupante malgrado le numerose iniziative che in questi ultimi anni sono state prese in alcuni campi, per esempio nell’energia e in agricoltura.
Propongo pertanto che nel contesto della costituzione di un governo di scopo (per approvare la legge di bilancio 2017 e la nuova legge elettorale) questo affidi al CNEL, in attesa di una sua futura trasformazione, il compito di elaborare in sei mesi un progetto di Patto per la res publica nel quale sarebbero delineati i principi, gli obiettivi, il funzionamento e gli strumenti del costituendo Consiglio della Sicurezza dei Beni Comuni. I beni comuni non sono merci nè prodotti indusrriali o finanziari riservati ai più forti, ai più ricchi, ai più «padroni». Essi sono il fondamento del divenire comune. Assicurare Il loro «buon stato» in termini di disponibilità e di accessibilità quantitativa e qualitativa è garanzia di un buon futuro per tutti in quanto diritto. Di questo l’Italia necessita in priorità assoluta. A quando una nuova generazione di imprenditori alla Adriano Olivetti?

Fonte: Pressenza.com 

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