di Bia Sarasini
Sono le due sindache appena elette, Chiara Appendino e Virginia Raggi, a dire del desiderio di cambiamento che attraversa l'elettorato italiano, almeno quella parte che ha scelto di continuare (o tornare) a votare. Gli italiani non hanno più paura di votare una donna. Anzi. E nelle parole di Virginia Raggi, nel suo discorso della notte scorsa, c'è una parola chiave. Lungimiranza. Mentre la sindaca di Torino ha fatto un discorso molto politico, rivolto prima di tutto alla città che l'ha eletta, nella consapevolezza di rappresentare la rottura con un sistema di potere, un esito poco prevedibile alla vigilia del primo turno, Raggi ha fatto un discorso più generale.
Sono la prima sindaco donna di Roma, ha detto - e chissà se dirà mai "sindaca" che risulterebbe tanto più semplice da usare. Ha parlato di pari opportunità e occasione storica. E ha reso omaggio alla lungimiranza di Beppe Grillo e Roberto Casaleggio.
Ecco, lungimiranza. Ci vuole lungimiranza, per lasciare spazio a giovani, in particolare donne. Bisogna farsi da parte, guardare lontano, capire come è cambiata la vita sociale. Ora, non essendo un'ammiratrice dei due signori, non mi interessa tessere qui il loro elogio. Ma segnalare un problema sì. Che riguarda persino Renzi. È un aspetto della sua sconfitta. Lui certo ha investito su un governo di donne, ne fece a suo tempo la sua carta di identità di autentico innovatore-rottamatore, ma di fatto oggi occupa con il suo protagonismo agonistico ogni angolo possibile della azione comunicazione politica, riducendo a comparse le ministre del suo governo. A parte naturalmente Maria Elena Boschi, comprimaria delle riforme.
Oggi, nel giorno della vittoria delle sindache, mi piacerebbe sperare che la lungimiranza grillina permetta di pensare. Che si faccia strada, nella sinistra che non riesce a essere credibile come figura del nuovo, che occorre fare spazio. Che la leadership può essere esercitata da figure impensabili, perfino da donne.
È un discorso duro, tuttora, da comprendere. Che le donne ci sono, basta cercarle. E lo dico sapendo che l'unica esperienza alternativa, che non rientra negli schemi della logica politica di sistema che vengono usati per interpretare l'Italia, è a Napoli. Un'esperienza alternativa a Pd e M5S. E Luigi De Magistris ha tutte le caratteristiche del leader solitario, maschio, che concentra tutto su di sé. Spero che briciole di lungimiranza, di ascolto di quanto dicono gli elettori, e le elettrici, si faccia strada, nella futura ricerca di un radicamento sociale e politico che si ispiri alla solidarietà e all'uguaglianza. Un radicamento che faccia spazio a chi realmente incarna, nella propria vita, nel proprio corpo, il cambiamento.
A tutte e tutti è richiesto di riflettere senza paraocchi su quanto è successo. Il peggio sarebbe cercare di ingabbiare il tutto in schemi precostituiti, conformisti. Che è ciò a cui chi vota si sta ribellando. In un quadro che non è definito, come mostrano i notevoli spostamenti di voto a ogni turno elettorale.
Intanto alle due sindache auguro di governare bene, di creare una buona squadra, di essere autonome. Insomma, va bene che gli uomini siano lungimiranti, ma poi tocca essere autonome. Di figurine non se ne può più.
Fonte: Huffingtonpost.it - blog dell’autrice
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