La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 20 giugno 2016

Bis di de Magistris, primo passo per l'alternativa italiana

di Adriana Pollice
A mezzanotte e mezza la vittoria a Napoli di Luigi de Magistris è definitiva: con 883 seggi scrutinati su 886, il sindaco arancione uscente è in vantaggio del 66,84%. Un dato già annunciato dai primi exit poll e rimasto praticamente invariato. L’istituto Emg alle 23 lo dava al 67% mentre lo sfidante di centrodestra, Gianni Lettieri, era fermo al 33%. Il patron di Atitech partiva in svantaggio con il 24% del primo turno contro il 42,8 del sindaco arancione. Cinque anni fa, invece, si verificò il sorpasso ma a posizioni invertite: allora il candidato di centrodestra aveva superato il primo turno in netto vantaggio (con il 38,5% contro 27,5), ma Luigi de Magistris riuscì a sopravanzarlo chiudendo 65,4. Bassissima l’affluenza, ferma al 35,99%. Alle elezioni del 2011 fu del 50,57% ma si votò anche il lunedì.
Il sindaco si è nascosto per circa un’ora e poi a mezzanotte e venti si è presentato in sala stampa al comitato elettorale allestito nell’Hotel Mediterraneo: «E’ una buona notte. Il nostro risultato è inequivocabile: è una vittoria dei militanti e del popolo. Se guardiamo all’astensione, è evidente che i 5 Stelle e il Pd non mi hanno votato perciò è una vittoria solo nostra. Ottenuta nonostante i grillini e i dem, che hanno fatto campagna contro di me, nonostante il governo che è venuto a Napoli a fare campagna elettorale. Contro Forza Italia, Berlusconi e contro il vero candidato Pd, cioè Gianni Lettieri. Questo non è un voto di protesa ma una rivoluzione governando. Unica novità della tornata amministrativa. Dalle urne arriva la spinta a governare una metropoli con le mani pulite, fuori dal sistema e dagli attacchi di ambienti istituzionali elevati».
E poi promette: «Farò il sindaco h 24 per tutto il secondo mandato».
Chiusi i microfoni, de Magistris scappa via a festeggiare da Dema, la sede operativa della sua associazione da cui sono germogliate due liste civiche. Lì la scaramanzia è stata messa da parte subito: alle 23 già esponevano all’ingresso il festone natalizio con la scritta «Auguri». Il capogruppo di Sinistra Italiana alla Camera, Arturo Scotto, commenta: «Napoli non si è fatta commissariare. Si conferma un lavoro straordinario. E’ una rinascita della città e una volontà di rappresentare un punto di vista autonomo nel paese, in grado di coinvolgere migliaia di giovani che domandano un’altra idea di governo. E’ un messaggio a tutto il paese, soprattutto di fronte a exit poll che segnalano una crisi profonda del modello di governo di Matteo Renzi, che non regge più. Dovrebbe trarne le dovute conseguenze».


Lettieri decide di non parlare, rimanda la stampa a stamattina. Le settimane che hanno preceduto il voto sono trascorse tutte all’insegna delle accuse e dei veleni. L’ultima schermaglia ieri pomeriggio, a urne aperte e in pieno silenzio elettorale. Il portavoce di Lettieri, Tiberio Brunetti, convoca per le 14 una conferenza stampa in cui denuncia «intimidazioni fisiche e verbali» ai danni di Lettieri all’uscita da un bar di Pianura. Gli autori sarebbero i militanti dell’Ex Opg Je so’ pazzo che, come al primo turno, hanno organizzato gruppi di ragazzi con le magliette «Controllo popolare» per verificare il rispetto delle regole ai seggi. Arrivano anche le accuse a de Magistris: «Si è recato in prossimità di un seggio alla scuola Vanvitelli e ha tenuto un comizio». Alla proteste di destra contro i ragazzi dell’Ex Opg si aggiunge anche quella del responsabile organizzativo del Pd di Napoli, Gianfranco Wurzburger.
Il sindaco arancione replica chiamando il prefetto per esprimere «profonda irritazione per le ripetute violazioni del silenzio elettorale da parte del candidato Gianni Lettieri e del suo staff. Addirittura è stata indetta una conferenza stampa in piena consultazione in corso, un evento mai verificatosi». In quanto al presunto comizio lo liquida come «pura fantasia» e, sulle aggressioni, commenta: «Ultimi rantoli di gente disperata che non sa più cosa inventarsi».
Gli attivisti danno la loro versione con immagini e video: il patron di Atitech era a Pianura con il consigliere di Fratelli d’Italia, molto vicino a Casa Pound, Marco Nonno rieletto con una civica di Lettieri. Nei pressi del seggio era stato issato, come al primo turno, il banner elettorale di Nonno e, come al primo turno, gli attivisti ne hanno chiesto la rimozione perché contra legem. Nonno si è fatto spalleggiare da un gruppo di supporter, fino a minacciare l’invio di «venti camice nere».
Problemi anche a Secondigliano, con rappresentanti del centrodestra che davano indicazioni davanti ai seggi. Il Viminale, dopo le denunce seguite al primo turno, ha inviato rinforzi per vigilare sulla correttezza delle operazioni di voto. Clima teso anche alla Sanità: il neo presidente di municipalità, l’arancione Ivo Poggiani, è stato aggredito e minacciato.

Fonte: Il manifesto 

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