La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 20 giugno 2016

I #ciaone fanno giri immensi e poi ritornano

di Giulio Cavalli
Dice Rondolino che il Pd ha vinto. Dice il senatore Esposito da Torino che per il Pd non è andata così male come qualcuno vorrebbe far credere. Peccato che quel “qualcuno” siano gli elettori. Ma vabbè. Dicono in molti che non è un voto politico sul governo Renzi. Certo che no: è contro il governo Renzi. E il dispiacere (da italiano) più grosso è che in fondo i renzini e i renziani siano riusciti ad esibire così tanta arroganza che alla fine diventa difficile discernere il risentimento dalla politica. Comunque: a Milano Beppe Sala vince male. Certo una vittoria è una vittoria ma quello che doveva essere un calcio di rigore si è trasformato in un successo strappato con fatica ai supplementari. E non so se davvero ci sia molto da festeggiare tenendo conto del fatto che Beppe Sala fosse appoggiato da Pisapia (piuttosto sbiadito), Renzi (ultimamente con un po’ di titubanza) mentre dall’altra parte Parisi dovesse sopportare di avere sullo sfondo le macerie del centrodestra e la faccia di Salvini (e la Gelmini e La Russa per citarne un paio).
A Napoli vince De Magistris contro tutti. Ancora. Mentre ci dicevano che non sarebbe mai stato in grado di governare in realtà si è fatto rieleggere dopo 5 anni da sindaco. A Napoli. E chissà se Renzi non si sia reso conto che anche qui le sue parole contro il sindaco sono state un ottimo volano.
A Roma vince la Raggi. Ma anche qui straperde il PD. Giachetti (con faccia sollevatissima) ha promesso opposizione dura in consiglio comunale. Lui, da vicepresidente della Camera. Fantastico. Ah, tra le altre cose non solo non c’è stata rimonta ma il risultato è peggio delle peggiori previsioni. Pagherei per avere la drammaturgia dei pensieri notturni di Ignazio Marino.
Torino, beh, Torino è la fotografia del fine impero: Fassino era quello che invitava Grillo a farsi un partito, se ne era davvero capace. E ora Fassino va a casa di fronte alla candidata di Grillo. Che poi su questa non possono nemmeno tirare fuori la tiritera che l’Appendino sia eterodiretta. Il Pd schiantato, tra l’altro, decide di lasciare le prime considerazioni politiche al senatore Esposito. Farsi del male da queste parti è una scienza esatta.
Dicono che il Pd ha vinto a Bologna. Già. Guardate i ballottaggi persi in regione.
Ciaone, dicevano. Solo che i ciaone fanno giri immensi e poi ritornano. Chissà se hanno intenzione, Renzi e i suoi, di continuare a bulleggiare fino al referendum. Chissà.
Ah: crolla il Pd e a sinistra si perdono comunque voti. Però vedrete che alcuni dirigenti della sinistra che ha perso ci insegneranno (loro) cosa hanno sbagliato (loro) e continueranno a corteggiare il Pd. Alla grande.

Fonte: Left

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.