Cosa basta per un No

di Gianluca Graciolini 

Renzi muove spesso ai suoi avversari la provocatoria accusa di non aver letto la "riforma" sua e della Boschi. Per quanto mi riguarda, è vero. Lo ammetto, non l'ho letta. Ovvero, c'ho provato, ho tentato, ho ritentato, ma non ci sono riuscito. Scritta in italiano scadente, zeppa di errori grammaticali e sintattici anche grossolani, incomprensibile in alcune modifiche, letteralmente indecifrabile in altre, in tutte le sue parti redatta com'è con linguaggio astruso e burocratico, alla faccia della semplificazione. È così che mi sono fermato ai titoli e me la sono fatta raccontare da chi è più competente e degno di fiducia di Renzi, della Boschi e di Verdini. 

Una cosa, però, la so: le leggi dovrebbero essere scritte in linguaggio semplice, chiaro e diretto, in maniera tale che ogni cittadino possa comprenderle immediatamente, nella loro lettera, nel loro spirito, con il loro significato e per i loro effetti. E le Costituzioni ancora di più. Mi si può ora obiettare: come fai a contrastare la riforma se neanche l'hai letta? 

Rispondo in piena tranquillità: mi bastano i disastri della buona scuola, del Jobs Act e delle politiche economiche agiate in esclusivo favore dei ricchi e dei padroni. Mi basta l'arroganza degli argomenti e della propaganda a reti unificate. Mi basta la puzza di regime che emana dalla cricca di Renzi e del Pd, mi bastano i manganelli scaricati sulle teste di giovani, precari, studenti e lavoratori ad ogni accenno di protesta e di contestazione. E mi è sufficiente vedere chi appoggia la riforma: ricchi, banchieri, padroni e tutti i centri di potere nazionali ed internazionali, ovvero tutti coloro che hanno provocato la grande crisi, che con la crisi e le disuguaglianze hanno continuato a gozzovigliare e che oggi vogliono toglierci anche la democrazia, dopo averci rubato welfare, beni comuni e vite. 

Per stare dall'altra parte mi basta questo. Io sto dall'altra parte. Io voto No.