di Alain Goussot
Le giornate dedicate all’educazione a Maglie e Lecce i 2 e 3 ottobre dimostrano che da parte di tanti insegnanti e genitori c’è la voglia e il desiderio di riflettere sul senso e il significato dell’educare, sull’importanza della co-educazione e della costruzione comune di una modo solidale e democratico di concepire la formazione delle future generazioni.
L’alta partecipazione dimostra anche che lì dove le persone hanno la possibilità di pensare e di confrontarsi sulle questioni vive dell’educazione nonché sull’importanza del recupero della dimensione pedagogica, per lottare contro la tendenza al tecnicismo e alla medicalizzazione (leggi anche I rischi di medicalizzazione nella scuola), si anima la progettualità nella prospettiva di una vita comune effettivamente basata sui principi di eguaglianza, giustizia e riconoscimento delle differenze.
Le giornate di Lecce, come quelle che vengono organizzate in varie parte d’Italia, sono l’indicare di una voglia di riprendersi la pedagogia e di rimettere l’educazione democratica al centro del discorso pubblico.
Vedere l’attenzione di insegnanti, studenti e genitori per i temi caldi dell’educazione oggi, della sua marginalizzazione a beneficio di un approccio clinico-terapeutico o tecnicistico, la loro curiosità nel riprendere in mano il pensiero e i testi delle grandi figure della storia dell’educazione attiva (Jean-Jacques Rousseau, Johann Heinrich Pestalozzi, Ovide Decroly, Maria Montessori, Célestin Freinet …) per agire oggi sta ad indicare che il desiderio di comprendere e di lottare per una scuola democratica e una società più giusta e solidale è molto vivo.
Vedere l’attenzione di insegnanti, studenti e genitori per i temi caldi dell’educazione oggi, della sua marginalizzazione a beneficio di un approccio clinico-terapeutico o tecnicistico, la loro curiosità nel riprendere in mano il pensiero e i testi delle grandi figure della storia dell’educazione attiva (Jean-Jacques Rousseau, Johann Heinrich Pestalozzi, Ovide Decroly, Maria Montessori, Célestin Freinet …) per agire oggi sta ad indicare che il desiderio di comprendere e di lottare per una scuola democratica e una società più giusta e solidale è molto vivo.
Occorre moltiplicare questi momenti di Agorà pedagogica in modo capillare e diffuso in tutti i nostri luoghi e le nostre comunità. Era Heinrich Pestalozzi che diceva che l’educare significa imparare ad accedere alla propria umanità nella relazione con l’altro, è quello che si è fatto a Lecce*. La resistenza passa attraverso questi momenti di convivialità educativa dove tutti apprendono da tutti!
Fonte: comune-info.net
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