La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 25 febbraio 2016

Primo marzo: in marcia con i migranti, contro tutte le guerre

di Alex Zanotelli
Il Primo Marzo invitiamo tutti a scendere in piazza, in solidarietà con il popolo dei migranti che continua a vivere un’immensa tragedia.
Il Primo Marzo era stato scelto come giornata di cortei a favore degli immigrati da “Italia sono anch’io”, che anni fa aveva raccolto duecentomila firme per lo ius soli. Un problema non ancora risolto. In questo nostro paese non possiamo più accettare che seicentomila diciottenni, nati in Italia da genitori stranieri, vivano nel limbo dei diritti umani. Chiediamo con forza che il disegno di legge sullo ius soli, che è passato alla Camera ed ora è in esame al Senato, venga migliorato e poi approvato. Così com’è, è un disegno di legge che non ci soddisfa, ma rafforzato e votato, sarebbe un’efficace risposta parlamentare al crescente razzismo sempre più cavalcato dal fascio-leghismo, per dividere e contrapporre italiani e migranti.
In questo primo marzo 2016, invitiamo tutti/e a scendere in piazza in solidarietà con milioni di migranti che soffrono per l’egoismo dell’opulenta Europa. Questa Europa infatti ha fatto annegare in mare lo scorso anno settecento bambini ed oltre tremila uomini e donne. Il Mediterraneo è diventato la Shoah dell’Europa: un’ecatombe di quarantamila morti. Un’Europa talmente cinica che ha pagato a un dittatore come Erdogan tre miliardi di euro per impedire a due milioni di profughi siriani di entrare in Turchia. E’ la stessa Europa che ha pagato un miliardo e mezzo di euro ai capi di stato africani, riuniti a Malta, per bloccare i profughi sub-sahariani. Spingendo così i migranti nelle mani delle mafie degli scafisti.
Quest’Europa che spende milioni di euro al giorno in missioni militari come Frontex e Eunavfor Med con lo schieramento di navi ed aerei nel Mediterraneo e che fa scendere in campo la NATO, per intercettare i migranti e portarli negli hot-spots (punti di raccolta ufficiali). In questi centri di confinamento forzato, sul modello di lager come i CIE e i CARA, i migranti saranno identificati anche con le impronte digitali. Chi non verrà riconosciuto come rifugiato, sarà rispedito dall’inferno da cui è fuggito. (Una sorte che toccherà al 90% dei richiedenti asilo!) E’ questa la conseguenza della ingiusta divisione tra rifugiati e ‘migranti economici’. L’Europa ha già deciso di rispedire a casa loro quattrocentomila migranti! Non solo, ma continua a costruire i muri, così l’Ungheria, la Bulgaria, la Slovenia. Mentre Francia, Inghilterra e Austria bloccano le frontiere, la Danimarca arriva addirittura ad espropriare i pochi beni di questi disperati. E’ il naufragio dell’Europa che sognavamo.
Per questo scendiamo per strada, ma anche per dare voce alle violenze che subiscono i migranti qui in Campania. L’incredibile lentezza con cui lavorano le Commissioni di Salerno e Caserta per i permessi di soggiorno, negati nel 90% dei casi. Purtroppo questa situazione favorisce il “grande business” sui migranti in Italia, che va ad ingrassare albergatori e enti vari, com’è avvenuto con ‘Mafia Capitale’ ed ora riesplode ad Avellino. Non possiamo accettare gente che fa affari sulla pelle dei poveri. E pensare che l’Italia ha bisogno di migranti, soprattutto in campo agricolo, dove vengono sfruttati con lunghe giornate di lavoro (10-12 ore di lavoro!), mal pagati e sotto il controllo dei caporali. Noi non possiamo accettare questa violenza sui migranti. Né possiamo accettare la totale precarietà in cui operano a Napoli gli ambulanti per i continui attacchi delle forze dell’ordine. Senza menzionare le costanti aggressioni razziste contro i migranti in questa nostra città con gravi risvolti. (La Questura non ha mai risposto a una lettera, da noi inviata due anni fa, che evidenziava una serie di tali episodi razzisti!). Ed infine, sempre a Napoli, l’insicurezza nelle abitazioni dei migranti, la difficoltà all’accesso delle cure mediche nonché le lentezze burocratiche per ottenere permessi o rinnovi.
Il Primo Marzo scendiamo anche in piazza per dire NO a tutte queste guerre che producono i milioni di profughi che arrivano a noi, in particolare un NO a un’altra guerra dell’Italia contro la Libia che ha già causato un massiccio esodo di migranti.

Fonte: Pressenza 

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