di Stefano Giubboni
L’autore analizza criticamente la recente giurisprudenza della Corte di giustizia sulla libertà contrattuale dell’imprenditore come limite al potere degli Stati membri di introdurre discipline protettive del lavoro subordinato dirette a stabilire standard di tutela più favorevoli rispetto a quelli previsti dalle direttive europee, proponendo una lettura alternativa dell’art. 16 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione. Sommario: 1. Introduzione. – 2. Embedded liberalism. – 3. Conflitti teorici e convergenze pratiche. – 4. Neoliberalism. – 5. Licenziare a Calcide. – 6. Unitas in pluralitate: per un’Unione europea più rispettosa delle varietà nazionali di capitalismo democratico.
1. . Introduzione.
«L’Unione europea si fonda su un’economia di libero mercato, il che implica che le imprese devono essere libere di gestire la propria attività nel modo che ritengono più opportuno. Ci si chiede, quindi, quali siano i limiti all’intervento degli Stati membri volto a garantire la sicurezza del lavoro per i lavoratori. Su tale questione la Corte è chiamata a pronunciarsi nell’ambito del presente rinvio pregiudiziale»[1].
Fonte: costituzionalismo.it
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