di Alessio Di Fiorio
Riccardo Orioles è stato radiato dall’Ordine dei Giornalisti per morosità, ovvero per non aver pagato la quota associativa annua. Questa la notizia che si leggeva nei giorni scorsi sui social network e su moltissimi siti internet.
Dopo aver partecipato alla storica redazione de I Siciliani di Pippo Fava, Riccardo è stato tra i fondatori di Avvenimenti, primo presidente di PeaceLink – Telematica per la Pace, per tantissimi anni curatore della e-zine (probabilmente la prima in Italia su tematiche d’impegno civile e sociale) “La Catena di San Libero”, fondatore della rivista Casablanca e oggi è direttore responsabile di varie testate tra cui I Siciliani Giovani, I Cordai e Telejato. Una biografia che ne fanno (insieme a Graziella Proto, Lillo Venezia, Salvo Vitale ed altri) una voce storica e simbolo del giornalismo antimafia e conosciuto e stimato da una sterminata rete di persone, associazioni, movimenti, testate web e cartacee di tutto lo Stivale.
E quindi, diffusasi in maniera fulminea la notizia, non poteva che scatenarsi un immenso moto di indignazione e solidarietà. Durissima la nota diffusa da Claudio Fava, Antonio Roccuzzo e Michele Gambino (che con Riccardo hanno condiviso l’esperienza de I Siciliani) nel quale informano che la radiazione era stata sospesa per sei mesi (per consentire di saldare la quota associativa) e che il contributo arretrato era di 1384 euro “che Riccardo non ha versato non per tirchieria ma perché vive, da solo, con una pensione sociale di 432 euro” si legge nell’articolo aggiungendo “poco importa che Riccardo Orioles, dopo quasi 40 anni di straordinario mestiere, di storie vissute e raccontate, di racconti sgarbati sui poteri e sui potenti, di ragazzi di tutta Italia educati alla buona scrittura, viva oggi con quella pensione sociale. Il suo Ordine, invece di ringraziarlo, lo caccia via come un ladro” attaccando l’Ordine perché “Orioles verrà cacciato dallo stesso Ordine che ha riaccolto, come figliol prodigo, il faccendiere Renato Farina, alias agente Betulla, radiato per essersi messo al soldo dei servizi deviati (il Sismi di Pollari, Pompa & C.), al fine di procurar loro veline, finte interviste e dossier avvelenati ai danni di chi si opponeva a Berlusconi” ed è “lo stesso che per trent’anni ha sempre, giudiziosamente chiuso gli occhi di fronte ai misfatti che si consumavano in Sicilia sulla povera pelle dell’informazione” (facendo espresso riferimento alla figura di Mario Ciancio che, dopo aver ricordato nell’articolo varie vicende succedutesi negli anni, sottolineano essere stato incriminato per “concorso esterno in associazione mafiosa” alcuni mesi fa).
E quindi, diffusasi in maniera fulminea la notizia, non poteva che scatenarsi un immenso moto di indignazione e solidarietà. Durissima la nota diffusa da Claudio Fava, Antonio Roccuzzo e Michele Gambino (che con Riccardo hanno condiviso l’esperienza de I Siciliani) nel quale informano che la radiazione era stata sospesa per sei mesi (per consentire di saldare la quota associativa) e che il contributo arretrato era di 1384 euro “che Riccardo non ha versato non per tirchieria ma perché vive, da solo, con una pensione sociale di 432 euro” si legge nell’articolo aggiungendo “poco importa che Riccardo Orioles, dopo quasi 40 anni di straordinario mestiere, di storie vissute e raccontate, di racconti sgarbati sui poteri e sui potenti, di ragazzi di tutta Italia educati alla buona scrittura, viva oggi con quella pensione sociale. Il suo Ordine, invece di ringraziarlo, lo caccia via come un ladro” attaccando l’Ordine perché “Orioles verrà cacciato dallo stesso Ordine che ha riaccolto, come figliol prodigo, il faccendiere Renato Farina, alias agente Betulla, radiato per essersi messo al soldo dei servizi deviati (il Sismi di Pollari, Pompa & C.), al fine di procurar loro veline, finte interviste e dossier avvelenati ai danni di chi si opponeva a Berlusconi” ed è “lo stesso che per trent’anni ha sempre, giudiziosamente chiuso gli occhi di fronte ai misfatti che si consumavano in Sicilia sulla povera pelle dell’informazione” (facendo espresso riferimento alla figura di Mario Ciancio che, dopo aver ricordato nell’articolo varie vicende succedutesi negli anni, sottolineano essere stato incriminato per “concorso esterno in associazione mafiosa” alcuni mesi fa).
L’Ordine dei Giornalisti in un comunicato stampa ha smentito la radiazione, definendo la notizia “totalmente priva di fondamento”, al quale Riccardo stesso ha replicato “ne sono lieto. Ad altri risulta che l’idea di radiare una serie di colleghi morosi – fra cui Orioles – era stata seriamente presa in considerazione, e che ieri pomeriggio è invece stato deciso di rinviare di sei mesi tali provvedimenti”. Avuto notizia di quanto stava accadendo il presidente di Liberadon Luigi Ciotti si è offerto personalmente di saldare i contributi arretrati di Riccardo, che così non rischierà più alcuna sanzione dall’Ordine. “Crediamo che una stampa libera vada protetta. Quello che fa Riccardo Orioles è un bene per tutta l’antimafia” il commento alla vicenda di Gabriella Stramaccioni, responsabile delle politiche sociali di Libera. Sul portaleWikimafia – libera enciclopedia sulle mafie, è stata invece diffusa in queste ore una petizione (http://www.wikimafia.it/orioles-ad-honorem/ ) per chiedere all’Ordine di “concederela tessera ad honorem a Riccardo Orioles, per i suoi indiscussi meriti sul campo e per l’attività che ha svolto negli ultimi 40 anni” ricordando che è già avvenuto in passato per esempio “a Ugo Stille (grazie alla quale poté ricoprire la carica di Direttore del Corriere della Sera, poiché essendo americano e per anni inviato negli USA non era mai stato iscritto) o a Pif, che l’ha ottenuta per motivi analoghi a quelli per cui potrebbe averla Orioles, che però è anche un maestro del giornalismo italiano”. Il conferimento della tessera ad honorem a Riccardo, si legge nella petizione, “sarebbe anche un premio a quell’idea di giornalismo praticata da tanti giovani cronisti, la stragrande maggioranza dei quali precari e senza tutele, che quotidianamente si batte contro quel coacervo di interessi mafiosi che soffocano la libertà e la democrazia di questo Paese”.
Fonte: popoff quotidiano
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