La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 6 novembre 2015

Don Quijote de la Realidad. Ernesto Che Guevara e il guevarismo

di Tiziana Barillà
Come scrivere di Ernesto Guevara senza risultare ripetitiva o banale? Ecco, fu questo il mio principale timore, ricordo, quando decisi di iniziare a scrivere l’ennesimo lavoro su uno dei personaggi più conosciuti della storia del Novecento. Presto, però, le mie paure si rivelarono ingenue, quando mi accorsi che il Che era divenuto, al contempo, uno dei personaggi più sconosciuti. Una specie di rockstar della quale non si conosceva nemmeno una canzone. Cercando informazioni su di lui, ho scovato testi, documenti, canzoni, documentari. E anche colpi di scena, segreti sulla sua vita privata e sulla sua famiglia. Talvolta ho avuto l’impressione di trovarmi davanti a un vero e proprio “gossip guevarista” che enfatizzava pericolosamente la sua immagine, fino a ridurla a brand. È stato persino possibile, navigando su internet, ritrovare il Che su un sito di estrema destra. Una faccia, più o meno stilizzata, che sventola spesso – troppo spesso – su maglie e oggetti di ogni tipo: bandiere inconsapevoli di un patrimonio culturale e politico sconosciuto.
In Italia, lo scempio si consuma quotidianamente, sotto gli occhi cinici di parte della sinistra.
Cosa posso fare io, mi sono chiesta. Raccontare la sua vita dentro la Storia, sottraendola agli aneddoti da bar. Ricostruire il suo pensiero politico, completo e originale: il guevarismo. Restituire dignità a questo don Chisciotte che, con la familiarità di un amico e la consistenza di un eroe, continua a essere un esempio per milioni di persone. Perché i gadgets possono diffondere un’immagine, traviarla, persino svuotarla. Ma non possono cambiare la Storia.
Buona lettura.

L’anteprima

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