La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 3 giugno 2016

Il nuovo Senato in cui si votano tra loro

di Giulio Cavalli
Lasciamo perdere Renzi, non diamogli questa soddisfazione e parliamo della riforma costituzionale. Proviamo, per oggi, anche a lasciare perdere chi l’abbia presentata (Boschi, Verdini o chi per loro) e immaginiamo che ce la stia proponendo la persona di cui ci fidiamo di più. Facciamo che il nostro collega o il nostro amico alla solita colazione insieme ogni giorno al bar ci dica che ha avuto una grande idea per superare il bicameralismo. Immaginate che vi dica che il Senato viene abolito, anzi no, vi dice che in realtà non viene abolito ma sensibilmente ridotto e diventa molto meno influente nella tenuta del governo.Non vota la fiducia, per esempio ma si occupa comunque di questioni importanti per il funzionamento dello Stato e le regioni. Vi dice, il vostro fidato amico, che i senatori non saranno mica pagati. Anzi, meglio: otterranno certo la diaria e il rimborso e godranno comunque dell’impunità dei senatori.
Detta così, pensate voi davanti al cornetto e cappuccino, non sembra nemmeno troppo male.Vi verrebbe da chiedergli però come saranno scelti questi senatori che, nella storia della repubblica, per com’era pensato il senato, dovrebbero essere degli eletti di cui andar fieri. Anche perché la nuova legge elettorale (un pasticcio come tutte le mediazioni che vorrebbero mettere insieme parti che non hanno interessi convergenti, tipo Cuperlo con Formigoni, per intendersi) premia con un importante premio di maggioranza il partito vincitore e gli “eletti” in realtà sono nominati dal segretario di partito. Che poi qui da noi un segretario di partito sia anche il Presidente del Consiglio (e autore della legge elettorale e di questa deforma costituzionale) è una coincidenza particolarmente sfortunata.
Ecco, a questo punto vi si dice che i senatori non sono eletti. Si eleggono tra di loro. Cioè si eleggono tra gli eletti dei consigli regionali (che negli ultimi anni sono stati la melma dello sperpero e dell’illegalità) con una formula che a noi poco interessa. Tanto si votano tra loro. Così le mafie, per dire, si comprano un consigliere e si ritrovano un senatore, come al discount. Oppure, guarda un po’, sarà la politica a decidere chi può ambire ad essere eletto per ottenere l’impunità. Non so se vi ricorda qualcosa.
Vi verrebbe da ridere, sicuro. Si votano tra loro? Sembra una barzelletta. E invece no. È proprio così. Solo che sarà difficilissimo, credetemi, raccontarlo in giro.

Fonte: Left 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.