La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 4 giugno 2016

Una Napoli per l'alternativa. Intervista a Luigi de Magistris

Intervista a Luigi de Magistris di Andrea Carugati
“Negli ultimi anni hanno arrestato i sindaci di Venezia e di Lodi, c’è stata Mafia capitale. Qui a Napoli invece siamo tornarti in prima linea sulla legalità, è partita una rivoluzione che punta a dare la mazzata finale alla camorra”. Luigi de Magistris, sindaco dal 2011 a Napoli, parla al telefono con Huffpost dal suo studio a palazzo San Giacomo. “La città è risanata e ha ritrovato la sua dignità, ma c’è molto lavoro ancora da fare sul decoro urbano, pulizia, opere pubbliche”. ”Il mio futuro? Non entrerò in "Sinistra italiana", voglio fare il sindaco per altri cinque anni: il mio partito si chiama Napoli. Con Podemosvoglio costruire una rete delle città che si ribellano all’Europa dei tecnocrati”.

Sindaco de Magistris, lei parla spesso della sua azione di governo come di uno “zapatismo partenopeo”, un governo dal basso che dà voce al popolo. I suoi avversari replicano che dietro slogan c’è una incapacità di governo a partire dalle piccole cose come il traffico, le buche, la manutenzione della città.
"In questi cinque anni io ho governato Napoli, non ho fatto altro. Non ho coltivato progetti nazionali. Partiamo dalla foto del 2011 e da quella di oggi: ho trovato una città sommersa dai rifiuti, depressa culturalmente e moralmente, senza turisti, in dissesto finanziario. Oggi Napoli è al vertice per numero di turisti, i creditori vengono pagati in tempi rapidi, c’è una grande vivacità culturale. Era una città fallita, oggi è risanata. E l’abbiamo fatto puntando sull’autonomia, la partecipazione dal basso."
Non le sembra di esagerare con l’ottimismo?
"Per carità, ci sono ancora tanti nodi da sciogliere e per questo ci ricandidiamo…"
Quali sono la principale cosa che ha fatto e quella che non è riuscito a fare?
"Abbiamo ridato dignità e orgoglio ai napoletani, la voglia di crederci: oggi siamo in prima fila per la legalità e la lotta alle mafie. Ora, una volta raggiunto il risanamento dei conti, c’è da impegnarsi sui fronti del decoro, arredo urbano, pulizia, opere pubbliche, verde. E ci riusciremo perché Napoli è tornata ad essere attrattiva anche per gli investitori privati, mentre 5 anni fa era fuori da qualsiasi ragionamento nazionale e internazionale."
Nel frattempo ha anche fatto pace con gli imprenditori partenopei…
"Non ho mai fatto guerra agli imprenditori, dunque non ha senso parlare di un armistizio. Noi siamo contro le commistioni tra politica, amministrazione e affari, siamo contro i ‘prenditori’ che hanno un rapporto perverso con la politica, ma siamo favorevoli al rapporto tra pubblico e privato se c’è da investire sulla città con criteri di trasparenza e legalità. Io sono per il bene comune, ma se l’investimento privato porta ricadute positive per i napoletani allora va bene. In questi cinque anni abbiamo rotto gli oligopoli che soffocavano la città."
Lei dice che Napoli è tornata in prima linea sulla legalità. Eppure leggendo le polemiche sulla presenza nelle liste di personaggi legati in vario grado alla malavita viene da pensare che nulla è cambiato. In una lista che la sostiene c’è il padre di due ragazzi uccisi in una guerra di camorra…
"Parlare di cambiamento radicale è riduttivo. Sulla legalità a Napoli abbiamo fatto la rivoluzione: si è spezzato il legame tra la camorra dei colletti bianchi e la pubblica amministrazione. E del resto, basta pensare agli arresti dei sindaci di Lodi e Venezia, a Mafia capitale, all’inchiesta Tempa Rossa, al caso Etruria, alle indagini a carico del presidente regionale Pd Graziano per legami con i casalesi. La nostra amministrazione è un esempio positivo, io ho la delega Anci per la legalità e le nostre liste sono fatte di persone perbene. Certo, in città ci sono frange pericolose di giovani che con le armi cercano di diventare i nuovi boss, una camorra di strada che non riesce più ad avere rapporti con l’amministrazione, non entra più nelle gare. Napoli è pronta per la svolta finale, per dare la mazzata anche alla camorra di strada a cui stiamo già togliendo ossigeno. C’è un rivoluzione culturale in pieno cammino."
E tuttavia nelle liste che la sostengono c’è Salvatore Matuozzo, padre di due giovani uccisi in una guerra di camorra.
"Matuozzo ha dato una spiegazione, e poi non è nelle due liste civiche che fanno riferimento a me. Per queste due liste abbiamo fatto controlli ancora più stringenti, non solo sulle condanne o le indagini in corso e tutti i casi dubbi sono stati esclusi."
È in una lista che la sostiene...
"Ha spiegato che vuole riscattare con il suo impegno una storia familiare difficile. E del resto io ho un collaboratore, Gaetano Di Vaio, che è un pregiudicato e ora è un produttore cinematografico che miete successi. Una persona che ha deciso di emergere dall’illegalità. Nessuno può essere bollato come scarto sociale: ci sono ex rampolli della malavita che ora sono artisti scrittori, registi. Noi entriamo anche nei luoghi della devianza per far emergere dal nero le persone che stanno sulla linea di confine."
Un altro tema chiave della sua campagna è l’antirenzismo e la guerra contro il governo. È una questione personale con Renzi o ce l’ha coi governi a prescindere?
"Non siamo assolutamente contro i governi a prescindere, prendiamo atto dei fatti: da quando sono stato eletto sono passati quattro governi, da Berlusconi a Renzi, e nessuno ha fatto niente per Napoli. Ci hanno solo discriminato sui fondi di perequazione rispetto ad altre grandi città come Roma. Eppure il dialogo istituzionale non si è interrotto, ad esempio su temi come la metropolitana e i fondi europei. Io mi limito a difendere la città se qualcuno vuole metterle le mani addosso, come ha fatto Renzi con la bonifica di Bagnoli. Io non sono isolazionista, finora neppure un euro è stato perso per colpa nostra..."
Bagnoli è una questione molto controversa. Lei davvero non ha nulla da rimproverarsi? E qual è la critica reale che rivolge al governo al di là della propaganda?
"Non ho nulla da rimproverarmi. Noi abbiamo prevenuto rischi, ci siamo mossi come magistrati con l’ordinanza del 2013 “chi inquina paga”. Se oggi si parla di bonifica dopo 20 anni è per merito nostro. Tra i soggetti più responsabili dell’inquinamento c’è la società Fintecna, controllata da Cassa depositi e prestiti. Il governo ha impugnato la nostra ordinanza ma gli è andata male, siamo noi che li abbiamo costretti a uscire dalla latitanza."
Eppure ora a Bagnoli c’è il commissariamento deciso dal governo.
"Il governo si è mosso su Bagnoli grazie al nostro impulso, ma il commissariamento è un abuso di potere che noi non riconosciamo, che viola le leggi e la Costituzione. Per questo noi nella cabina di regia non ci siederemo mai. Siamo disposti a discutere solo con governo e Regione, con i poteri ordinari."
Molti la indicano come leader di una forza a sinistra del Pd.
"Io voglio fare il sindaco di Napoli per altri 5 anni. Certo, la nostra è una esperienza in antitesi al liberismo, c’è una cultura politica alternativa che parte dal basso. Quando vinceremo- e io dico al primo turno- Napoli sarà ancora più di oggi una soggettività politica autonoma che dimostra come esista un sud senza il cappello in mano."
Lei entrerà nella nascitura Sinistra italiana?
"No, il mio partito si chiama Napoli."
Il suo orizzonte è quello dello spagnolo Podemos, che dalle città è arrivato alla politica nazionale?
"Con loro c’è una interlocuzione, c’è grande interesse, rapporti con città come Barcellona e Atene. Lavoreremo per costruire dal basso una Europa delle comunità ribelli rispetto alla tecnocrazia e alle oligarchie di Bruxelles. La mia elezione nel 2011 ha anticipato questo fenomeno, abbiamo dimostrato che si possono scassare equilibri a prima vista imbattibili."
E tuttavia, insisto, lei in cinque anni ha cambiato decine di assessori. Una prova, a detta non solo dei suoi avversari, di improvvisazione e instabilità…
"Siamo gente che non viene dalla politica dei partiti, ma dalla città reale: alcuni non hanno retto ai ritmi e alla pressione, c’è voluto del tempo per assestare una squadra di governo. Negli ultimi 2 anni ci siamo riusciti e ora abbiamo il timone saldo nelle mani: credo che continueremo con questo gruppo: squadra che vince non si cambia. Ma la decisione sarà dopo il voto, e dipenderà anche dai numeri delle urne…"
Alcuni suoi avversari come il forzista Lettieri l’hanno attaccata sulla base di un video dove si parla di pressioni sui vigili urbani per fare campagna a suo favore. Lei esclude che ci siano state pressioni di questo tipo?
"Abbiamo già fornito elementi utili ai magistrati per capire come in questa campagna ci sia chi mette in atto attività diffamatorie. Non ho nulla da temere. La mia storia personale sta lì a dimostrarlo: non sono una persona che utilizza metodi illegittimi, in nessun caso."

Fonte: Huffington post 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.