di Roberto Barbieri
Trenta milioni di persone intorno al bacino del Lago Ciad, in Sud Sudan e nel Corno d'Africa rischiano letteralmente di morire di fame e tra loro ci sono 1,5 milioni di bambini, che potrebbero essere tra le prime vittime di malnutrizione e malattie correlate. Una carestia - che non ha precedenti dalla fine della seconda guerra mondiale - causata da siccità, guerre e persecuzioni, che generano a loro volta epidemie, esodi di massa, morte. Esempi dell'impatto, che l'uomo può avere su stesso e i propri simili. Crisi che quindi non sono inevitabili, e che dipendono prima di tutto dall'azione umana.
Un abisso inaccettabile, in cui diviene quasi "normale", per esempio, che una madre dorma a terra all'aperto con i propri figli, senza cibo e acqua, temendo per di più per la propria vita e della sua famiglia.
È quello che succede nel nord-est della Nigeria, come lo raccontano gli operatori di Oxfam, che grazie al loro lavoro quotidiano hanno già raggiunto oltre 300 mila persone stremate e bisognose di ogni cosa.
Intere comunità costrette ad abbandonare le loro case mentre cercano sicurezza, cibo, acqua pulita in mezzo al conflitto in corso tra Boko Haram e il governo. Basti pensare che gli attacchi quasi quotidiani - nell'area stretta tra Nigeria, Niger, Camerun e Chad - hanno già costretto 2,3 milioni di persone a lasciarsi un'intera vita alle spalle. Che migliaia di persone sono morte e moltissimi erano bambini.
Oggi nell'area intorno al Lago Ciad, oltre 10 milioni di persone hanno immediato bisogno di assistenza sanitaria - per impedire la diffusione di epidemie di colera - e non possono sopravvivere senza l'acqua pulita e il cibo forniti dalle organizzazioni umanitarie.
La crisi alimentare colpisce anche buona parte del Sud Sudan, dove quasi 5 milioni di persone - tra cui 275 mila bambini - sono ormai senza cibo. Un paese in cui guerra e siccità stanno portando un altro milione di persone alla fame.
Qui – così come in Somalia, Etiopia e Kenya, dove oltre 14 milioni di persone sono allo stremo – è quindi necessario che la comunità internazionale, sostenuta dalla società civile di tutto il mondo, faccia uno sforzo straordinario prima che sia troppo tardi.
Ed è proprio per poter dare una risposta immediata che Agire - di cui fanno parte le ong al lavoro per far fronte all'emergenza come ActionAid, Amref, Cesvi, Coopi, Oxfam e VIS - ha lanciato la campagna "Non senza di te!"
A 50 anni dalla emblematica carestia del Biafra, ciascuno può dare il proprio contributo per evitare un'altra "guerra" di esodi, fame, epidemie e sopravvivenza senza umanità.
Fonte: Huffington Post - blog dell'Autore
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