La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 4 novembre 2015

Tsipras tesse la rete europea contro l'austerità

di Angela Mauro
Ad Atene l’incontro non è stato molto pubblicizzato. In fondo, Massimo D’Alema non gode di massima stima nella base di Syriza, il partito del premier Alexis Tsipras. Colpa della guerra nel Kosovo, che gli costa ancora oggi antipatie internazionali a sinistra. Eppure il ‘leader Maximo’, presidente della Feps, la fondazione di studi europei della famiglia socialista, la settimana scorsa era nella capitale greca per incontrare proprio lui: Alexis Tsipras. Ora li unisce la battaglia anti-austerity con l’Unione Europea. Non solo: il cruccio di D’Alema è di convincere Syriza a entrare nel Pse, previo parere del Pasok certo, che però ormai è ai minimi termini in Grecia. Un invito che Tsipras però respinge al mittente. E Matteo Renzi in tutto questo? Non pervenuto in terra ellenica e per ora non ha in agenda di andarci, al contrario del presidente francese Francois Hollande che si è presentato da Tsipras subito dopo la rielezione di settembre.
Quella tra Massimo e Alexis è un’alleanza che sorprende, ma non tanto. Fin dall’inizio dell’anno D’Alema ha spezzato continue lance a favore del giovane premier greco, eletto per la prima volta a gennaio. Un irresistibile posizionamento pro-Atene che lo ha portato ad attaccare Berlino, senza mezzi termini: “Noi non paghiamo le pensioni dei greci. Noi paghiamo le banche tedesche e di questi soldi i greci non sentono neanche l’odore”. Erano i giorni immediatamente successivi alla vittoria del no al referendum di luglio, quando Tsipras ha osato sottoporre l’accordo con i creditori alla consultazione popolare. Da lì in poi D’Alema è diventato sempre più supporter della causa greca, trovandoci un altro comodo terreno di differenziazione dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Poteva risparmiarsi qualche tweet”, gli ha detto riferendosi al tweet con cui il capo del governo italiano bollava il referendum greco come un improponibile quesito “euro vs dracma”.
Non era così e D’Alema ha sempre scelto di stare da questa parte della barricata. “Tsipras è un eurocomunista. L’Europa purtroppo è conservatrice. I socialisti europei sono troppo deboli”. Ecco: da presidente della Fondazione di studi europei ‘Feps’ D’Alema lavora per sostenere una sterzata anti-austerity di tutta la famiglia socialista. Da qui il suo incontro con Tsipras ad Atene, da qui la sua stima per il giovane premier greco, persona che per storia politica è tanto ma tanto diversa da lui, nato e cresciuto tra partito e movimenti sociali, in piazza e ora al governo. D’Alema no: niente piazza, breve governo, tanto partito. Ma la distanza ora è minima, accorciata dall’urgenza di cambiare le politiche economiche europee e tentare di riunire la famiglia socialista a sinistra, proprio ora che cechi e slovacchi deviano verso politiche di destra alla Orban sui migranti. E proprio ora che Renzi ha margini per dichiarare che “il Pd è il partito più a sinistra nella famiglia socialista”, come ha fatto ieri all’assemblea dei parlamentari del Pd.
Di certo, Renzi non potrebbe più farlo, se Syriza entrasse nel Pse. Ma per ora Tsipras resiste ai ragionamenti di D’Alema: non ha intenzione di abbracciare i socialisti, sebbene ammetta le distanze che lo separano dal gruppo del Gue per via del memorandum con i creditori firmato a luglio. Anzi: proprio per le critiche sulla firma di quel memorandum, Syriza per ora ha interesse a giocare dov’è, nel Gue. In attesa di capire come si ridisegnano le geografie politiche europee. A dicembre si sono le elezioni in Spagna, dove il partito-gemello di Podemos non ‘rischia’ di vincere – stando ai sondaggi – ma potrebbe risultare favorito dalla spinta greca, dipende da come andranno le trattative di novembre sul debito di Atene. Con il Portogallo poi il legame è strettissimo: lì i socialisti si sono alleati con comunisti e verdi ottenendo la maggioranza in Parlamento contro il centrodestra di Pedro Passos Coelho, che ha vinto le elezioni ma non ha i numeri per governare. Tra Atene e Lisbona il filo è diretto.
Con Roma no. Al netto di tutto, per ora, D’Alema ha rubato il posto a Renzi nello scambio con Tsipras. Uno scambio cui il premier italiano non è interessato direttamente. A differenza di Hollande. Ad Atene però a breve ci andrà Gianni Pittella, capogruppo del Pse a Strasburgo e renziano, per presentare il suo libro ‘La notte dell’Europa’ insieme a Tsipras. Tutti sono benvenuti per Tsipras, interessato ad allargare la sua rete di alleanze europee nel nome dell’anti-austerity.

Fonte: Huffington post 

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