La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 4 novembre 2015

Acque sempre agitate ma sempre presidiate

di Simona Savini e Fulvio Parisi
Sono passati 4 anni dalla vittoria referendaria di Giugno 2011. Si sono succeduti ben 4 Governi (Berlusconi, Monti, Letta e Renzi), accomunati da un unico obiettivo: svuotare il significato di quella vittoria popolare e consegnare la lucrosa gestione dell’acqua alle grandi multiutilities schiacciando gli enti locali sotto il peso del patto di stabilità.
La posta in gioco è stata chiara da subito. Il Referendum, dopo anni di dominio politico e culturale liberista, ha dimostrato che il concetto di "privato è bello" non ha più un consenso maggioritario tra la popolazione. Anzi dal rispetto della volontà referendaria può e deve ripartire un dibattito sulla gestione delle risorse e sul controllo popolare di come queste vengono utilizzate per l'utilità pubblica della collettività. Da qui la feroce determinazione dei vari governi e dei poteri forti di vanificare il Referendum del 2011.
Finora tutti i vari tentativi che si sono succeduti sono stati prontamente respinti dai comitati per l’acqua pubblica, dal Coordinamento nazionale degli Enti Locali per l’acqua bene comune, da tutti i cittadini e le cittadine che hanno a cuore il principio dell’accesso all’acqua quale diritto fondamentale e il rispetto della democrazia.
Abbiamo intrecciato relazioni, nella convinzione che l'acqua sia un paradigma dei nostri diritti, delle nostre lotte, delle nostre vite, e che insieme sia possibile invertire i rapporti di forza.
Da questa esperienza nasce l'Agorà dell'acqua e dei beni comuni, che il 7-8 novembre a Roma vedrà il Movimento per l’Acqua confrontarsi con ospiti internazionali, giuristi, ricercatori, sindaci e attivisti su come resistere all'attacco cui sono sottoposti i nostri territori e i servizi essenziali, ma anche su come ipotizzare delle alternative possibili.
Abbiamo immaginato questo incontro come un passaggio utile a mettere a fuoco le tematiche e la definizione del diritto all'acqua e la difesa dei beni comuni mediante una loro gestione diretta e partecipativa; a capire dove i beni comuni, naturali ed immateriali, costruiscono una connessione con un nuovo welfare; ad affermare la necessaria fuoriuscita dalla finanziarizzazione dell'economia e della società.
All’Agorà dell’acqua e dei beni comuni parleremo anche della Legge regionale 5/2014 “Tutela , governo e gestione pubblica delle acque” e del superamento di un impedimento importante: il “disinnesco” dell’impugnativa del governo Renzi.
Alcune modifiche, condivise con i Comuni virtuosi che hanno promosso la legge regionale e con i comitati locali per l’acqua pubblica, hanno “dribblato” le pretestuose eccezioni governative. Una particolare valenza assume la risoluzione del “blocco giuridico” alla legge regionale del Lazio perché quest’ultima può costituire un punto di riferimento su scala nazionale anche per tutte le altre regioni italiane che intendano legiferare in materia di governo e gestione dell’acqua.
Vorremmo, quindi, anche che l'Agorà dell’acqua e dei beni comuni del 7-8 novembre fosse una tappa che possa produrre proposte di attivazione concreta, un appuntamento che sappia essere presa di parola e, allo stesso momento, formazione di strumenti utili a tutte/i, una volta tornati nei propri territori, per proseguire insieme un cammino per un altro futuro possibile.

Fonte: La Città futura 

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