La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 4 novembre 2015

Turchia, ha perso la democrazia

di Ozlem Onder
“The Sultan is back”. Erdogan con il suo partito della Giustizia e dello Sviluppo (Akp) ha ottenuto il 49,5% dei voti e si è ripreso la maggioranza assoluta dei seggi nel Parlamento turco, 315 su 550. Ha stravinto. Ma su questo non c'erano dubbi. Era esattamente ciò a cui mirava quando alle elezioni del 7 giugno non ottenne i voti desiderati per incoronare il suo sogno di un sistema presidenziale con poteri illimitati. Ha deciso di interrompere una probabile coalizione con il partito filo-curdo HDP, e quindi di boicottare un processo di pace interno, indicendo nuove elezioni. 
La maggioranza assoluta ha permesso al partito del presidente Recep Tayyip Erdogan di governare da solo al governo ma non avendo raggiunto la maggioranza qualificata di 330 seggi non è in grado di cambiare la costituzione in senso presidenzialista. Infatti al Presidente mancano 14 deputati per avviare la modifica costituzionale. 
Erdogan ha trionfato ma la democrazia ha perso. Il Sultano è dovuto ricorrere infatti a brogli elettorali in un clima di tensione ai seggi e poca trasparenza. Si è passati per il sangue dei civili, il tutto sotto il vergognoso silenzio della comunità internazionale. La Turchia per 5 mesi è stata sotto uno scenario di guerra e di disordini interni specialmente nel Kurdistan turco. Il primo atto fu il 20 luglio scorso con l'attentato nella città curda di Suruc, in provincia di Sanliurfa al confine siriano: le vittime erano esponenti della Federazione dei giovani socialisti da Istanbul che sostenevano la ricostruzione di Kobane. Si erano radunati nel centro culturale Amara per una conferenza stampa dove furono poi vittime di un attentato suicida. 33 morti .
La dichiarazione di guerra e la ripresa degli scontri con il Pkk il 24 luglio, che hanno causato più di 230 morti tra civili e forze di sicurezza, mentre l'esercito turco ha annunciato l'uccisione di più di 2000 ribelli separatisti. 
Il coprifuoco nelle città curde come Cizre, Silvan, Yuksekova in cui sono morti civili tra cui bambini e anziani. A Cizre in provincia di Sirnak al confine iracheno è stato imposto con decreto del governo turco il coprifuoco dal 3 al 12 settembre, in cui sono stati evidenti violazioni dei diritti umani consentito dal governo e nell'indifferenza della comunità internazionale. Sono morti 32 civili e nella città non potevano entravano né cibo ne ambulanze per soccorrere i feriti. 
Infine la strage di Ankara del 10 ottobre con 102 morti. Senza dimenticare le ondate di arresti, destituzioni di politici e sindaci democraticamente eletti, attacchi militari, attentati contro la popolazione civile. Arresti di giornalisti locali ed esteri e censure televisive. 
Anche durante le votazioni ci sono state forte repressioni contro la popolazioni soprattutto nelle città curde, dove veniva impedito il regolare svolgimento degli osservatori internazionali. A Lice ad esempio nel distretto di Diyarbakir durante le elezioni alla gente veniva impedito di recarsi a votare con militari che bloccavano le strade. Stessa cosa avvenne in altri villaggi dove fu difficile raggiungere la sede per votare. 
Diyarbakir è conosciuta come la capitale del Kurdistan turco. In curdo chiamata Amed. Qui il coprifuoco è stato dichiarato tre volte dalle elezioni di giugno, quando il partito filo curdo ha ottenuto la soglia di sbarramento per entrare in Parlamento e impedito la maggioranza assoluta a Erdogan. Nelle ultime settimane di campagna elettorale è stata una città in guerra. Poiché qui si concentra la maggiore presenza di curdi. 
Non mancava la presenza costante dei militari, erano dentro e fuori ai seggi elettorali per impedire alla gente di votare liberamente, sono state anche trovate delle schede validamente votate nell'immondizia. E non torna il tempo del conteggio degli scrutini troppo veloce per aver chiuso le urne alle 16. In due ore infatti già 98% delle urne erano scrutinate e i risultai dei voti evidenti con la vittoria del AKP. 
Inoltre 10 milioni di voti sono stati dichiarati nulli in tutta la Turchia di cui circa 8 milioni sono annullati soltanto a Istanbul, nella capitale della Turchia Europea dove la maggior parte degli elettori sono laici, moderatamente di sinistra e curdi. 
Non tutta la Turchia è in festa, queste elezioni hanno scioccato un numero significativo di persone che, oltre alla rabbia, hanno paura. Tra questi i curdi, che per primi, dopo il risultato elettorale, hanno comunque trovato il coraggio di scendere in piazza per protestare contro i brogli ai seggi.
Ora ci chiediamo cosa succederà. Siamo un po' spaventati perché non sappiamo in quale direzione vuole andare Erdogan con i suoi discorsi ambigui a doppie facce. Cita e parla di democrazia ma poi bombarda civili. Di certo, se invoca processi di pace e stabilità – come in queste ultime ore – deve accettare il popolo curdo come legittimo interlocutore.
Intanto a questo vergognoso risultato si aggiunge la complicità dell'Occidente che, per tenere lontana dall'Europa la crisi dei profughi della Siria e del medio Oriente, ha sancito un accordo con il Sultano: 3 miliardi alla Turchia per l'accoglienza dei profughi. Il destino dei curdi si frantuma nelle loro mani. In quella stretta di mano tra Merkel e Erdogan. A Bruxelles nella capitale del Parlamento Europeo in cui dovrebbero battersi e far rispettare i diritti fondamentali dell'uomo e invece giocano sporco su una minoranza che sta subendo da anni e anni. 
L'unico spiraglio a cui aggrapparsi per sperare nel cambiamento è nel risultato dell’Hdp. I partiti filo curdi non avevano mai superato la soglia del 10% nella storia. Quest'anno, invece, in un clima terrificante di coprifuoco e attacchi alle sedi, è successo due volte in 5 mesi. Abbiamo eletto 59 deputati tra cui 24 donne.. 
È il voto della paura ma anche della speranza, siamo in Parlamento ed è sufficiente per uno come Salahattin Demirtas impostare una strategia di opposizione parlamentare in questa Turchia, dove la democrazia non esiste. 

Fonte: MicroMega online 

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