di Daniela Preziosi
Contrordine compagni milanesi. Se la destra implode e si moltiplicano i candidati terremotando patti già stretti a Roma Torino e Napoli, nella sinistra a sinistra di Renzi le cose non vanno poi tanto meglio. Ieri sul capoluogo lombardo è piovuto l’ennesimo rifiuto: anche Curzio Maltese molla. Non correrà per sfidare il candidato del Pd Giuseppe Sala. Lo annuncia dall’Huffington Post: era disponibile alla corsa, scrive, «ma non a ogni costo, soltanto dopo un programma chiaro e con precise condizioni, che non si sono realizzate».
Un altro buco nell’acqua dunque per l’area rimasta fuori dalle primarie del centrosinistra, dove pure dopo l’indisponibilità di Francesca Balzani a guidare una lista arancione la ricerca di un nome resta impegno ciclopico. Di qua, e cioè fra quelli che ’Sala mai’ ormai siamo all’ennesimo rifiuto. Dopo quello di Pippo Civati, a cui l’avevano chiesto, quello di Gherardo Colombo, quelli di altri nomi-meteora (Besostri e Gadola).
L’ex pm di Manipulite ha spiegato di «non riconoscersi» nelle posizioni «della sola sinistra della città». Maltese invece consiglia di «abbandonare la ricerca affannosa a ogni vigilia elettorale di nomi noti o meno, giovani o vecchi, per concentrarsi su idee» per «riavvicinare molti cittadini in fuga da una politica barbara». Ma qui oltre ai cittadini fuggono anche i candidati. Fra l’altro la defezione arriva alla vigilia di una kermesse organizzata dai suoi compagni di L’Altra Europa (di cui è eurodeputato): in pratica doveva essere il primo lancio della corsa.
L’ex pm di Manipulite ha spiegato di «non riconoscersi» nelle posizioni «della sola sinistra della città». Maltese invece consiglia di «abbandonare la ricerca affannosa a ogni vigilia elettorale di nomi noti o meno, giovani o vecchi, per concentrarsi su idee» per «riavvicinare molti cittadini in fuga da una politica barbara». Ma qui oltre ai cittadini fuggono anche i candidati. Fra l’altro la defezione arriva alla vigilia di una kermesse organizzata dai suoi compagni di L’Altra Europa (di cui è eurodeputato): in pratica doveva essere il primo lancio della corsa.
Invece è tutto da rifare. Circolano rodimenti e recriminazioni, come chi ce l’ha con i civatiani sospettati di essere ’troppo tiepidi’ con il possibile candidato, ma non c’è più tempo neanche per i chiarimenti. Il rischio è di lasciare a casa l’ala sinistra della storia arancione di Pisapia. Che si conclude distruggendo il campo da cui è nata.
Ora circola insistentemente il nome di Basilio Rizzo, presidente del consiglio comunale e che della Milano radical è un’istituzione. Forse anche tropo: è a Palazzo Marino dal 1983, dov’è arrivato in altre ere politiche , quando c’era Democrazia proletaria. Poi ci è rimasto con i Verdi e con le primissime liste civiche. La sua si chiamava ’Miracolo a Milano’. A distanza di decenni quel miracolo dovrà ritentarlo. Rizzo si schermisce ma non diserta: «Sono a disposizione, all’unica condizione che il mio nome sia unificante. E che mi venga chiesto, naturalmente. Questa lista si deve fare e si farà: io ci sono, ma come ultimo della lista».
Se Milano piange, Roma non ride. Dopo il gelo con i suoi quasi alleati, l’ex sindaco Marino si è blindato in una «pausa riflessione» che dovrebbe finire nelle prossime ore. I suoi supporter aspettano «la telefonata». I suoi nemici politici sono certi che non si candiderà perché la campagna elettorale è incompatibile, causa par condicio, con la promozione in tv del suo libro-verità su Roma, atteso per il 30 marzo. Ieri anche Walter Tocci, dissenziente dem, battuto un colpo contro di lui: «A me la scena dei consiglieri dal notaio non è piaciuta», però una sua riproposizione «oggi non aiuterebbe».
Ma Marino decide da solo, com’è abituato a fare. Ieri Fassina ha cercato di lanciargli segnali distensivi: «Il mio auspicio è che qualunque decisione prenda, possa essere insieme a noi», ma era stato lui a sottolineare le differenze programmatiche con l’ex sindaco. Nel pomeriggio il candidato ha riunito le varie anime della sinistra romana (Prc, Sel, Altra Europa, Possibile e Contaci) provando a ricompattare il campo. E anche a rinsaldare i rapporti con Sel, dentro la quale c’è un’area che guarda con speranza a Marino. La situazione si complica di ora in ora, tant’è che Paolo Cento, segretario romano dei postvendoliani, deve assicurare che «nella discussione di Sel la possibilità di fare liste a sostegno di Giachetti non c’è». Una smentita chiara. Che conferma un fatto: il tentativo, da parte del Pd, è in corso.
Fonte: il manifesto
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.