di Claudia Pepe
La ministra dell'istruzione Stefania Giannini ha annunciato l'istituzione di un Premio nazionale degli insegnanti. 50.000 euro al miglior docente dell'anno e 30.000 euro agli altri quattro vincitori. E il premio lo si dovrà rinvestire nella Scuola, in progetti, progetti e progetti. Ma l'investire nella Scuola non vedrà riconosciuti i nostri diritti come sarebbe lecito, tipo la richiesta di allineamento dello stipendio a parametri europei e lo sblocco del nostro contratto. Niente di tutto ciò, dovremo esibirci a mo' di concorrenti dell'Isola dei Famosi per vedere chi riuscirà a sopravvivere nel mare di carte, di circolari, di test, che esulano completamente dal ruolo del docente.
Le vostre parole d'ordine saranno: competizione, premialità, merito. E io dico basta. Io non voglio entrare in competizione con i miei colleghi in quanto penso che la collaborazione e la condivisione siano gli aspetti più importanti per supportare il progetto più importante: dare un'identità ai nostri studenti, una consapevolezza, il valore della scelta.
Non voglio essere premiata: il premio che vorrei è poter fare l'insegnante e non occuparmi di apparenza illusoria e di mercificazione dei nostri ideali. Cara Ministra lei dice: "Gli insegnanti italiani avranno anche questa occasione per dimostrare il loro attaccamento, la loro dedizione quotidiana alla scuola».
Non voglio essere premiata: il premio che vorrei è poter fare l'insegnante e non occuparmi di apparenza illusoria e di mercificazione dei nostri ideali. Cara Ministra lei dice: "Gli insegnanti italiani avranno anche questa occasione per dimostrare il loro attaccamento, la loro dedizione quotidiana alla scuola».
Ma cara Ministra il nostro attaccamento l'abbiamo dimostrato in anni e anni di precariato, sbattuti ogni anno, in tutte le province, dimenticando talvolta, i valori che prima della Scuola, sono da tutelare. Il nostro ruolo di persone e di genitori. Io me ne sono accorta quando un anno e mezzo fa moriva il mio Tommaso e mi sono ritrovata a piangere un figlio che tante volte ho lasciato solo: perché c'era sempre un consiglio, una riunione, un corso, un concerto da preparare, un registro da compilare. E lei vorrebbe misurare la nostra dedizione? Mi faccia una cortesia, lei sa benissimo: le cose importanti non si misurano, per cui lei e tutti i dediti funzionari del MIUR, imparate a trattarci come essere umani, come persone e non flipper in cui più immetti soldi, più partite hai in premio. Invece di regalare così i soldi a persone che faranno di tutto per guadagnarsi gli occhi clementi della giuria di "Ballando sotto le stelle", muniti di palette con voti e giudizi aleatori, perché non incominciate a pagare tutti quei precari che da Dicembre non percepiscono stipendio, perché invece di abbindolare i docenti con un ruolo che si è trasformato in un precariato permanente, non trasformate la mobilità in qualcosa che abbia un nesso logico, una parvenza di alfabetismo cognitivo? Ma poi cos è questo merito? E chi ce lo attribuisce? Forse il comitato di valutazione presieduto da un Dirigente che ultimamente tratta la Scuola come un prodotto commerciale da vendere al miglior acquirente, al miglior sponsor, ai supermercati che regalano bollini come fossimo burattini da manovrare a suon di carta punti e ricchi cotillon?
No cara Ministra, lei non ha capito che il merito te lo stampano sulla pelle quei ragazzi che trovi ogni giorno nelle aule, quei ragazzi che ti cercano con lo sguardo quando si sentono in difficoltà, quei ragazzi che ti rincorrono nei corridoi per dirti che vengono a scuola per trovarti. Lei e il suo Governo, pensavate di comprarci prima con gli 80 euro già rimandati al mittente, con 500 euro che personalmente ho riconsegnato nelle vostre casseforti, e adesso, addirittura, ci volete far diventare animali da circo con questo premio. Spero solo che il vincitore penserà a far diventare oggetto di desiderio le proprie lezioni, non ad inchinarsi a ogni sopruso, ad ogni sopraffazione, ad ogni vessazione. Non vogliamo insegnare ai nostri ragazzi che bisogna essere premiati per fare il proprio dovere.
Cara Ministra, lei c'era quando hanno premiato- Hanan Al Hroub la giovane palestinese che ha vinto il Premio Nobel per il miglior professore dell'anno. Certamente in Italia sarebbe stata una precaria da dimenticare, un abilitato che deve ricominciare tutto daccapo, un docente potenziato che ha lasciato la sua famiglia, abbandonato nella sua solitudine con un contratto firmato dal dolore e il travaglio dell'ignoto. E invece, l'insegnante migliore del mondo, non pensa certo ad essere valutato da una commissione, a fare progetti che illuminano una Scuola da vendere, non pensa a prendere bonus da scambiare con voti per cancellare la Democrazia. No, Hanan, ha capito l'importanza dell'imparare giocando, perché nella sua terra, la morte la si vive come un compagno che si sveglia insieme a te, e non si addormenta nemmeno quando dormi. Insegna che le uniche armi sono il sapere e l'educazione. Lo ha fatto prima per i suoi figli insegnando a casa, e adesso lo fa nei campi. Campi che non sono attrezzate da LIM, registri elettronici, nuovi ambienti d'apprendimento, competenze che finiscono per trasformare i nostri studenti in persone spaesate, povere di cultura, senza pensiero critico e senza capacità di parole adeguate per confrontarsi con il resto del mondo.
Hanan è convinta, come tutti i docenti che lottano per una Scuola vera, che l'istruzione sia l'unico modo di controbattere all'ignoranza di un mondo consegnato alla violenza, al razzismo, al decadimento valoriale, ad una morale costruita sulle fattezze di una superficialità deflagrante. L'Educazione, l'unica via per il cambiamento sociale. E la classe l'unico modo per viverlo. Ecco chi sono i veri eroi, quelli che non ricevono ovazioni, né bonus. Quelli che non fanno la fila per farsi notare, né per accattivarsi presidi, genitori, e comitato di valutazione. Eroe è chi fa il suo dovere ogni giorno nella propria aula, cara Ministra Giannini.
Fonte: didaweb.net
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.