di Federico Tulli
Volete farvi un'idea di come e perché la pedofilia si è radicata nel clero cattolico? Di come e perché quella degli abusi clericali è una mostruosa storia di complicità materiale e ideologica delle gerarchie vaticane, a tutti i livelli, con i pedofili e di "isolamento" delle vittime? Volete farvi un'idea del perché gli esperti che ho intervistato nei miei due saggi sul tema puntano il dito contro la perversa e criminale concezione del bambino che attraversa oltre duemila anni di cultura occidentale, contaminando anche quella religiosa cattolica? Stringete i muscoli addominali per un minuto e ascoltate cosa dice Don Gino Flaim.
Un assaggino per i più timorosi: «Posso capire la pedofilia nella Chiesa, alcuni bambini cercano l'affetto che non hanno in casa e qualche prete può anche cedere. Siamo umani e le malattie vengono». Cioè il bambino, secondo Don Gino, induce in tentazione e istiga a peccare il povero sacerdote che in attimo di debolezza si arrende ai piaceri della carne. Non è il primo e non sarà l'ultimo signore in tonaca ad affermare una cosa del genere: il bambino è il diavolo, l'adulto è una vittima del demonio.
Basti citare per tutti monsignor Bernardo Alvarez, vescovo di Tenerife. Costui in una tristemente famosa intervista del dicembre del 2007 rilanciata l'ultima volta a gennaio 2012 su El Pais, disquisisce come Don Gino di sessualità umana e quant'altro, non si sa bene a che titolo.
Dice testualmente Alvarez: «La sessualità disorganizzata è come una bomba a orologeria. Se viene provocata scoppia». E poi ancora: «Ci sono bambini di 13 anni che ti provocano, anche se tu non ti prendi cura di loro». Perché lo fanno? «Per avere rapporti sessuali con gli adulti». Ovvio, no? No.
C'è anche qui l'idea, violentissima, del “bambino seduttore” legata a filo doppio con quella cristiana secondo cui l'essere umano sia per natura (ovvero sin dalla nascita) peccatore. E quella altrettanto violenta - perché anch'essa del tutto priva di rapporto con la realtà umana - di una sessualità sviluppata già in età preadolescenziale. Viene pertanto mistificato ciò che si intende per sessualità. Vale a dire, come mi spiega lo psichiatra e psicoterapeuta Andrea Masini, «una dimensione che riguarda l'adulto, che prevede lo sviluppo puberale, che prevede la presenza di tutta una serie di realtà fisiche e biologiche, prima di tutto, e mentali, che il bambino non ha. Tutta la sua dimensione di rapporto, che è potentissima, si svolge in un ambito che possiamo chiamare "di affetti" che di sessuale non ha assolutamente nulla, e non lo può nemmeno avere».
Un applauso dunque a Ilaria Bonaccorsi, direttore di Left, che nel commentare le frasi di Don Gino, durante la trasmissione su La7, ha urlato indignata che i bambini non hanno sessualità! Che oltre alla richiesta di affetto non c'è e non ci può essere altro! In effetti basterebbe avere chiaro in mente questo semplice concetto per difendere concretamente i bambini da questi mostri.
Fonte: MicroMega online - blog dell'autore
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