La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 29 luglio 2015

Diritto di sciopero. Ichino e Sacconi mettono il turbo

di Fabio Sebastiani
Inizieranno i loro iter parlamentare già nell'autunno prossimo, in maniera congiunta al Senato, i due ddl presentati da Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro di Palazzo Madama e di Pietro Ichino, del Pd, per la regolamentazione del diritti allo sciopero. Dopo l’investitura da parte del minsitro delle Infrastrutture Delrio, il progetto di una regolamentazione antisciopero si fa sempre più concreta. Al centro dei criteri rapprsentanza e referendum. E comunque diventerà praticamente uguale a zero la possibilità da parte di una sigla non “blasonata” di indire uno sciopero. Ma ad essere preoccupate sono anche le sigle maggiori che hanno fiutato l’aria da crociata. I leader di Cgil, Cisl e Uil sono scesi in campo mettendo però solo alcuni paletti e presentando "controproposte" che di unitario hanno ben poco e in alcunni casi coincidono con quelle di Governo e Parlamento.
"Non mi pare che sia la strada giusta, ha tutto il sapore di un'ennesima campagna estiva contro i lavoratori", attacca il numero uno della Cgil, Susanna Camusso: "Non c'è bisogno di fare nuove leggi, basta utilizzare gli accordi che esistono" e i criteri di rappresentanza sindacale, partendo dalla sua certificazione.
La Uil vuole lo sciopero virtuale
I sindacati confederali non nascondono che il problema non ci sia, ma indicano una soluzione diversa. "Questo governo ci ha abituati a molte strette, speriamo non si avventuri in un'altra legge incostituzionale", afferma il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, tornando ad attaccare anche la commissione di garanzia sugli scioperi, che ha addirittura chiesto l’attribuzione di un maggiore potere di interdizione: "Il Garante ha già dimostrato di garantire solo se stesso e il costo di questo ente inutile". E rilancia così la proposta della Uil: fare lo sciopero virtuale. In sostanza, si dichiara lo sciopero ma i lavoratori che vi aderiscono prestano comunque il loro servizio; non percepiscono lo stipendio per quella giornata, ma la controparte deve versare ad un apposito fondo, per ogni lavoratore che incrocia le braccia, il corrispettivo di tre giornate di lavoro. In questo modo, è il senso della proposta, si agisce con un deterrente ma il servizio non viene bloccato.
Dalla Cisl, il segretario generale Annamaria Furlan esprime anche la contrarietà rispetto ad un intervento legislativo ed in particolare rispetto alla proposta, come quella a firma di Pietro Ichino, di poter fare lo sciopero solo se proclamato dai sindacati che rappresentano il 50% più uno dei lavoratori del settore ribatte che è una soglia "troppo alta", che presuppone "il concetto di sindacato unico". Il tema è, comunque, "molto delicato" perché‚ "dobbiamo mantenere il diritto sacrosanto dello sciopero ma anche evitare che chi rappresenta lo 0,1 in un settore possa bloccare un servizio".
Le proposte di Sacconi e Ichino
In mancanza dei requisiti di rappresentatività, comunque, entrambi i disegni di legge (Sacconi e Ichino) stabiliscono l'istituzione di un referendum preventivo obbligatorio al cui esito favorevole, disciplinato differentemente nei due testi, è condizionato l'esercizio del diritto di sciopero. Il ddl di Sacconi inoltre, prevede l'istituzione del cosidetto " "sciopero virtuale".
A proporre l'eventualità di proroghe negli abbonamenti e di riduzione dei contributi pubblici ai gestori del servizio interessato dagli scioperi, come forma di tutela degli utenti del servizio, è il testo Ichino che prevede anche che l'assemblea sindacale si collochi in orario di lavoro ma riducendo al minimo il pregiudizio del regolare svolgimento del lavoro e che, nel caso dei servizi pubblici, non possa comportare l'interruzione del servizio.
Il testo Sacconi, invece, prevede per via contrattuale o nelle regolamentazioni provvisorie, la dichiarazione preventiva di adesione allo sciopero stesso da parte del singolo lavoratore almeno per quei servizi di particolare rilevanza così come richiede la predisposizione di adeguate procedure per un congruo anticipo della revoca dello sciopero al fine di prevenire i cosidetti "effetti annuncio" oltre che una efficiente disciplina delle procedure di raffreddamento e conciliazione in ragione della specificità dei singoli settori.
Sempre con un occhio al raffreddamento del conflitto il ddl Sacconi prevede infine l'istituzione di una "Commissione per le relazioni di lavoro" che inglobi l'attuale Commissione di garanzia dell'attuazione della legge di regolamentazione del diritto di sciopero nell'ambito dei servizi pubblici con il compito tra l'altro di verificare l'incidenza e l'effettivo grado di partecipazione agli scioperi nei servizi pubblici essenziali anche per fornire all'esecutivo , alle parti sociali e agli utenti dei servizi un periodico monitoraggio sull'andamento dei conflitti.

Fonte: controlacrisi.org

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