La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 29 luglio 2015

Tsipras tra troika e pro-dracma

di Angelo Mastrandrea
Con un occhio alla ex troika e un altro alla sini­stra interna, Ale­xis Tsi­pras festeg­gia i 41 anni incas­sando il sì della Bce alla ria­per­tura della Borsa e tro­van­dosi in casa, nel suo quar­tire di Kyp­seli un mega-raduno della Piat­ta­forma di sini­stra. L’opposizione interna di Syriza ha infatti radu­nato i suoi mili­tanti nel palaz­zetto dello Sport di Panel­li­nios, capeg­giata dall’ex mini­stro dell’Energia Pana­gio­tis Lafa­sa­nis e con in prima fila uno scop­piet­tante Mano­lis Gle­zos, il par­ti­giano ultra­no­van­tenne famoso per aver ammai­nato la ban­diera nazi­sta dal Par­te­none e pronto a bat­ta­gliare con­tro il governo Tsi­pras dopo averlo soste­nuto. Una mani­fe­sta­zione con­vo­cata per festeg­giare un altro com­pleanno, il quinto del sito web Iskra, che è stata inter­pre­tata come una dimo­stra­zione di forza degli oppo­si­tori in vista del con­gresso straor­di­na­rio del par­tito, in pro­gramma a set­tem­bre, e nella quale Lafa­za­nis ha cri­ti­cato la firma dell’accordo con i cre­di­tori («l’errore è stato di non avere la volontà poli­tica di seguire, se neces­sa­rio, la strada di uscita dall’eurozona») ma, con qual­che arti­fi­cio reto­rico, ha affer­mato di soste­nere ancora il governo «per appli­care il pro­gramma radi­cale con il quale siamo stati eletti, per rispon­dere al no del refe­ren­dum, ai Memo­ran­dum e all’austerità».
Vice­versa, ha detto Lafa­za­nis, «non sostengo un governo che firma nuovi Memo­ran­dum e li applica». Poi ha avver­tito Tsi­pras: «Se il governo si iden­ti­fi­cherà alla fine con i nuovi e vec­chi Memo­ran­dum non si tro­verà di fronte solo me ma la grande mag­gio­ranza di Syriza, quasi tutta la gente demo­cra­tica, pro­gres­si­sta e di sini­stra».
Duro anche Mano­lis Gle­zos, che ha affer­mato di con­si­de­rare «il terzo Memo­ran­dum il peg­giore per­ché è stato fir­mato dal Megaro Maxi­mou (la sede del governo Tsi­pras, ndr)». La solu­zione di Gle­sos è: «Né rot­tura né sot­to­mis­sione, fac­ciamo una tre­gua con i cre­di­tori. Non pren­diamo pre­stiti così non avremo biso­gno di resti­tuirli».
La diva­ri­ca­zione tra le due anime del par­tito sul piano stra­te­gico, innan­zi­tutto, al momento pare dif­fi­cil­mente con­ci­lia­bile. Tsi­pras, che oggi rila­scerà una lunga inter­vi­sta alla radio del par­tito Kok­kino, ha chie­sto un con­gresso straor­di­na­rio aperto alla società per avviare un «pro­cesso col­let­tivo» in un par­tito che fin dall’inizio è un coa­cervo di movi­menti e orga­niz­za­zioni della sini­stra radi­cale che pian piano si sono mesco­late e fuse. Ma, ha pre­ci­sato nella riu­nione della Segre­te­ria poli­tica, «obbligo di tutti noi è sal­va­guar­dare l’unità di Syriza», obiet­tivo che con­di­vide con il segre­ta­rio gene­rale Tasos Koro­na­kis.
Ma è evi­dente che gli equi­li­bri interni del governo si gio­cano soprat­tutto fuori: sarà la capa­cità di Tsi­pras e com­pa­gni di non appli­care le parti peg­giori del Memo­ran­dum e di varare misure «com­pen­sa­tive» effi­caci a deter­mi­narne le sorti. Sarebbe dif­fi­cile pre­sen­tarsi dinanzi al pro­prio popolo dopo aver varato misure di auste­rità pesanti come quelle che le isti­tu­zioni chie­de­reb­bero ancora di appro­vare (su tutte quella delle pen­sioni, con un taglio dram­ma­tico del 30 per cento).
La road map di Tsi­pras pre­vede l’accordo per un terzo piano di aiuti entro il 20 ago­sto, lo show down del con­gresso per poi andare al voto anti­ci­pato in autunno (sono state fatte diverse ipo­tesi, l’ultima pre­vede le ele­zioni l’8 novem­bre).
Ieri sono entrati alla Ragio­ne­ria dello Stato i tec­nici della ex troika, copren­dosi i volti per timore di ritor­sioni. Oggi, con l’arrivo dei capi-missione delle isti­tu­zioni, comin­ciano i nego­ziati veri e pro­pri: sono in arrivo Delia Vel­cu­le­scu (deno­mi­nata «Dra­cu­le­scu» quando era a Cipro) per il Fmi, Declan Costello per la Com­mis­sione Euro­pea e Rasmus Ruef­fer per la Bce. Ci sarà pure un rap­pre­sen­tante del Mec­ca­ni­smo euro­peo di sta­bi­lità: si tratta dell’italiano Nicola Giammarioli. 

Fonte: il manifesto

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