La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

martedì 28 luglio 2015

Gualdo è malata di disuguaglianze e ha detto 0,33

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di Gianluca Graciolini
Gualdo è malata ed ha detto 0,33. Non 33, ma proprio 0,33, ovvero uno di quei coefficienti introdotti dagli studi econometrici e statistici di Corrado Gini per misurare i livelli di disuguaglianza nella distribuzione del reddito e della ricchezza. Il dato è emerso dal Rapporto del Ministero dell’economia e delle finanze ed è stato riportato da Il Giornale dell’Umbria nei giorni scorsi.
L’analisi statistica fa salire la nostra Città nella ingloriosa vetta dei Comuni umbri con gli indici di maggiore disuguaglianza dei redditi, rendendoci capofila tra quelli con più di 10 mila abitanti.
Di cosa ci parla questo dato? Innanzitutto, di come la nostra Città, in Umbria, sia stata tra quelle che più di altre, forse di tutte, ha subito i maggiori contraccolpi dalla crisi economica ed occupazionale, con l’allargamento della platea dei disoccupati e dei cassaintegrati, con il progressivo aumento delle povertà (una delle due facce della disuguaglianza), con gli effetti delle politiche economiche e sociali recessive ascrivibili all’austerità, con l’esplosione di una grande questione sociale dunque, di cui molti parlano, magari per giustificare altre porcate a svendere i beni comuni o con cui alimentare ad arte il discorso razzista, ma di cui nessuno intende aggredire davvero il nocciolo.

Il dato ci parla anche che a fronte di questi effetti, la nostra crisi non è stata pagata da tutti, proporzionalmente in egual misura, ma alcuni, individui e settori sociali, ci hanno continuato a sguazzare imperterriti dentro, arricchendosi se possibile di più, grazie anche a quelle politiche (nazionali, regionali e locali) che quella crisi l’hanno solo accompagnata, non scalfendola ed anzi aggravandola, al netto di ogni propaganda.
Proprio pochi giorni fa andavo riflettendo su una insulsa e spensierata polemicuzza strapaesana nata per l’organizzazione di uno schiuma party per bambini in Piazza Martiri e pasciuta grazie a decine e decine di interventi nei social, nei bar ecc. Mi chiedevo se il perdere tempo in chiacchiere su simili futilità fosse un segno dei tempi nella Gualdo del 2015: segno di troppo benessere, pretesto di una certa politica per non dibattere di problematiche più insorgenti e gravose da non disturbare i veri manovratori o semplice esorcismo per allontanare dai nostri pensieri la dura realtà. Il nostro indice di Gini ci fornisce una risposta, ma non credo che questo dato, purtroppo, susciterà alcun serio dibattito o la medesima foga con cui si è discettato di schiuma party o di modalità di partenza del corteo storico dei Giochi de le Porte.
E non credo che la politica locale, a partire dall’amministrazione comunale, sia in grado di concepire anche solo una timida risposta a questa drammatica situazione. Esemplare a questo proposito è stato il “dibattito” sul bilancio di previsione del nostro Comune: 558 mila euro di ulteriori tagli dei trasferimenti statali sono stati assunti come un mero dato tecnico di contabilità, anzichè essere denunciati con forza, politicamente, come una spregevole mannaia che si accanisce sulla carne viva dei servizi e dà il segno alle folli politiche del rigore dei governi targati Pd. E non c’è stato alcun segnale vero di controtendenza, pur nelle difficoltà, a reperire tra le pieghe del documento o dell’avanzo in precedenza accertato delle risorse vere per provare anche solo ad aggredire la questione sociale, magari con interventi e misure innovratrici nell’ambito delle politiche e dei servizi sociali.
E che dire, per un altro esempio, sulla partita per il destino dell’ex ospedale Calai e dei servizi socio-sanitari di territorio, esito duro, concreto e locale dei tagli alla sanità degli anni scorsi, ancorchè premessa di quelli che si annuciano oggi?
Potremmo parlare poi all’infinito delle responsabilità che la Giunta regionale dell’Umbria ha avuto nel dimenticare una Città ed un territorio figliastri già troppo spesso considerati marginali, anche qui al netto di ogni propaganda e di ogni chiacchiera di circostanza: la chimera dell’accordo di programma per la reindustrializzazione dell’area ex Merloni, un utilizzo dei fondi europei mai sostanziosamente destinato al welfare e all’introduzione di nuove misure di sostegno al reddito, politiche della formazione che non hanno creato alcun nuovo posto di lavoro, da noi molto meno di quelli creatisi come aiutanti dei pizzicamorti, e che hanno elevato solo i profitti delle agenzie…
Ho sempre sostenuto che Gualdo avrebbe dovuto avviare una vertenza nei confronti della Regione, come realtà di governo a noi più prossima: eccoci a questo punto, dunque; la scalata nelle classifiche umbre della disuguaglianza potrebbe essere un’occasione e la molla per alzare la voce, per pretendere quella svolta vera che serve alla rinascita sociale della nostra Città.
Io non ci credo, considerato il retroterra culturale profondamente liberista che ha oramai preso corpo nel Pd ed affini e che fa assumere le stesse diseguaglianze, economiche, sociali, educative ecc, come un fatto positivo che fa bene all’economia ed alimenta la crescita. Ma attenti. Noi ci siamo accorti e ci stiamo accorgendo del contratio, ci stiamo riorganizzando e quando presenteremo il conto sarà salato per tutti: oggi più che mai una vera sinistra di alternativa e di governo può essere utile ed è proprio ciò che di qui a breve ci accingiamo a ricostruire, a Gualdo come in Italia.
Anche per non dire più 0,33 a dei tali che non sono medici, ma dei veri e propri untori.

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