La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 16 agosto 2017

Una decisione politica: si tratta di un genocidio

di Raniero La Valle
Avendo come mandante l'Italia e l'Europa la Marina libica si annette un pezzo di Mediterraneo e minaccia e spara, per allontanare le ONG e impedire i soccorsi. Infatti le ONG sotto la minaccia delle armi - che abbiano firmato o no il codice ministeriale - hanno interrotto le operazioni di salvataggio. Noi ripariamo, finanziamo, armiamo e aumentiamo di numero le navi militari libiche, senza neanche sapere in mano a chi andranno a finire. Il ministro Minniti è molto contento e dice di vedere la luce in fondo al tunnel. Ma la luce, che non è più quella dei Lumi, è il buio del rifiuto che noi protetti opponiamo al diritto al movimento e alla vita di un intero popolo di molte nazioni, il popolo dei migranti, che fuggendo da molti aguzzini cerca invano il suo posto nel mondo. 

martedì 15 agosto 2017

C'è una sinistra che dice no al codice Minniti e alla svolta antiumanitaria del Governo

di Tomaso Montanari 
Prima Massimo Giannini su Repubblica, ora Roberto Saviano sull'Espresso denunciano il silenzio della sinistra sul Codice Minniti e sulla svolta antiumanitaria del Governo Italiano. Hanno ragione o hanno torto? Dipende. Dipende da cosa si intende per sinistra. Se la sinistra fosse il Pd, ovviamente quel rilievo non avrebbe senso: perché il Codice Minniti e la missione in Libia sono decisi da un governo del Pd. Se Giannini e Saviano pensano a Mdp-Articolo 1 l'osservazione ha senso a metà, perché Mdp si è spaccato sul voto libico: solo 20 deputati su 43 hanno votato sì, approvando una missione che un esponente di spicco del partito, Arturo Scotto, ha lucidamente definito "un tragico errore".

Il deserto sociale e culturale dove trionfa l’inumano

di Guido Viale
Bisognerebbe chiedersi perché il Governo della Libia – o quello che viene spacciato per tale – è così pronto a riprendersi, anche con azioni di forza, quei profughi che tutti i Governi degli altri Stati, sia in Europa che in Africa, cercano di allontanare in ogni modo dai propri confini. La verità è che a volerli riprendere non è quel Governo, ma sono le due o tre Guardie costiere libiche che fanno finta di obbedirgli, ma che in realtà lo controllano; e a cui l’Italia sta dando appoggio con dovizia di mezzi militari.

Campagna elettorale con vista sull’abisso

di Alfio Mastropaolo 
E’ tragedia e commedia a un tempo. La tragedia è terribile. La commedia miserabile, ma sta trovando il suo pubblico e rischia di volgersi in una seconda tragedia. La prima tragedia è quella dei migranti. I motivi che li spingono a traversare il mare sono arcinoti: i danni persistenti del colonialismo, del neo e del postcolonialismo, i cambiamenti climatici suscitati dalla «modernizzazione» occidentale, le guerre promosse dagli occidentali, i dittatori e gli estremisti sostenuti e armati dall’occidente. Il dato più drammatico, e più incompreso, è che per traversare il mare i migranti mettono a rischio la loro vita e quella dei loro figli. Eppure, hanno varcato deserti, sofferto fame e sete, subito mille angherie, per giunta sapendo che saranno male accolti.

La Ue abbandona i profughi. È tempo di gridare «No»

di Don Mussie Zerai
Il blocco per le navi delle Ong a 97 miglia dalle coste africane, ordinato dal Governo di Tripoli con il plauso dell’Italia e dell’Unione Europea, chiude il cerchio di quella che appare quasi una guerra contro i migranti nel Mediterraneo. La situazione dei soccorsi ai battelli carichi di profughi che chiedono asilo e rifugio in Europa viene riportata a quella creatasi all’indomani dell’abolizione del progetto Mare Nostrum quando, dovendo partire le navi da centinaia di chilometri di distanza per rispondere alle richieste di aiuto, ci fu immediatamente una moltiplicazione delle vittime e delle sofferenze.