La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 9 febbraio 2018

Germania, i sindacati strappano le 28 ore settimanali








di Lorenzo Carchini
Dopo settimane di conflitto, il sindacato IG Metall ed i datori di lavoro del settore industriale hanno raggiunto un accordo sulle retribuzioni e sull’orario di lavoro nella regione del Baden-Württemberg, nel sud-ovest della Germania. Oltre alla possibilità di eseguire 28 ore di lavoro a settimana, i dipendenti hanno ottenuto un aumento di stipendio in cambio di una maggiore flessibilità.

Fiori nel deserto








di Gloria Muñoz Ramírez 
Viviamo anni difficili, segnati dalla complessità e dal caos. Oggi nessuno è probabilmente in grado di dire con certezza se in questo pianeta sia ancora possibile coltivare l’idea e la speranza di una natura del potere davvero differente. Le storie di dieci donne contenute nel microsito che viene presentato con questo splendido ritratto disegnato da Gloria Muñoz Ramírez potrebbero tuttavia forse raccontare quel che più si avvicina a quella speranza. Sono le donne del Consiglio Indigeno di Governo, l’espressione di una sfida piuttosto assurda: il recupero di un’idea dell’azione e della cultura politica che consideri il voto solo uno (e non certo il più importante) dei mezzi per cambiare le cose. La sfida viene lanciata in Messico proprio sul terreno più ostile a un progetto tanto ambizioso, quello della partecipazione alle elezioni presidenziali, insomma l’esatto contrario di quella centralità ossessiva della competizione elettorale che vediamo ogni giorno dilagare da questa parte del mondo.

“ Qui niente poveri né disabili” Le pubblicità classiste dei licei. E nelle presentazioni sul sito del Miur c’è chi parla di “difficile convivenza” tra ricchi e figli dei portinai













di Corrado Zunino
La prosa con cui alcune scuole del Paese, spesso i licei più prestigiosi e selettivi, si sono offerte alle famiglie per attrarre l’iscrizione dei loro figli è da censura. Nell’ansia di far apparire un istituto privo di problemi, pronto a fornire la migliore didattica senza impacci con gli adolescenti stranieri o i ragazzi bisognosi di sostegno, i dirigenti scolastici hanno licenziato rapporti di autovalutazione classisti. È tutto visibile sul sito del ministero dell’Istruzione, “Scuola in chiaro”. Oltre ai numeri degli studenti presenti e alle informazioni sui percorsi di studio, ogni scuola ha offerto una valutazione di sé. Basata su parametri offerti dal ministero, ma restituita con una propria anima.

Siria escalation dei combattimenti: bambni intrappolati, terrorizzati e uccisi






di Save the Children Italia
“Erano le 10 del mattino ed eravamo nelle nostre tende quando abbiamo sentito la prima bomba. Quando siamo usciti ci siamo resi conto che aveva colpito a 70 metri da noi, nel campo di Al Jazeera, mentre la seconda bomba è caduta a ovest, nel campo di Al Bayan, a 100 metri da noi. La terza bomba invece è caduta nella strada di fronte a noi. Quattro persone sono state uccise ad Al Jazeera, mentre 2 persone hanno perso la vita ad Al Bayan”, racconta Samer*, padre di 4 bambini che sei settimane fa è stato costretto a fuggire dalla propria abitazione e ora vive nel campo di Atmeh, a nord di Idlib. Ieri la sua famiglia è rimasta intrappolata sotto i bombardamenti e i suoi figli si sono terrorizzati. 

giovedì 8 febbraio 2018

Effetto Brexit sul Parlamento europeo









di Nicola Scocchi
L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea avrà conseguenze anche sugli equilibri all’interno del Parlamento europeo, chiamato a decidere su cosa fare dei 73 seggi britannici. Una discussione da seguire, in particolare in vista delle elezioni del 2019.

Una ipotesi di riformismo rivoluzionario per l’Europa






Roberto Romano
L’Unione Europea ha mostrato nel corso della sua storia una serie di vincoli politici, istituzionali ed economici che ne hanno limitato il suo sviluppo; questi limiti sono diventati manifesti soprattutto con la crisi economica del 2007. L’Europa nel tempo, purtroppo, è diventata una istituzione burocratica che al limite coordinava o indirizzava le politiche economiche e sociali, con degli obiettivi che diventavano sempre meno credibili in assenza di una politica pubblica nel senso stretto del termine.

La Repubblica degli astenuti: la rappresentanza in un mondo aziendalista








di Nicola Cucchi
C’è chi non vota come protesta verso il sistema, chi non vota perché non trova un partito votabile, c’è chi è disinteressato, chi è schifato, chi è distaccato, chi è sconvolto. Una certa “retorica elettoralista” che rifiuta l’astensione, in realtà ci dice: “vota e poi resta in silenzio per cinque anni!” Insistendo solo sul voto tuttavia si alimenta la tendenza a privare i cittadini di una coscienza politica del loro quotidiano.

TAP, arriva un miliardo e mezzo dalla Banca europea per gli investimenti








di Redazione QualEnergia.it
L’istituto di credito Ue ha deciso di finanziare massicciamente la costruzione del gasdotto Trans Adriatic Pipeline, un’opera considerata prioritaria da Bruxelles per variare le forniture di combustibile. Ma un nuovo studio rimarca le incognite del progetto e il suo elevato impatto ambientale.

La sinistra, l’Europa e la Quinta internazionale







di Carlo Clericetti
Questa Europa fa schifo, è strutturalmente liberista e antipopolare, dominata dalla Germania. Ma nell’era della globalizzazione e del potere delle multinazionali non c’è scelta, quindi bisogna cambiarla, puntare a un’Europa federale e democratica, e per farlo c’è bisogno di costruire un nuovo soggetto politico non limitato ad un solo paese, ma che riesca a mobilitare tutti i cittadini europei.

mercoledì 7 febbraio 2018

Che voto a fare? La sinistra e le elezioni italiane








di Sergio Cesaratto
E tu che fai? Ti astieni oppure voti per qualcuno, si domanda il popolo di sinistra in questi giorni. Al di là dell’offerta elettorale, che descriveremo più avanti, c’è un problema di fondo che riguarda la democrazia italiana e quella degli altri Paesi dell’eurozona, con l’esclusione della Germania (e dei suoi satelliti). In democrazia si vota fondamentalmente per due ordini di questioni: le scelte socio-economiche e i diritti civili.

La sinistra o il popolo? Il dilemma della France Insoumise. (L' intervista è stata pubblicata dal Le Figaro il 2/2/2018)








di Lenny Benbara
Per Lenny Benbara, la France Insoumise ha sottovalutato il talento di Emmanuel Macron, al punto di essersi fatta mettere sotto scacco da qualche mese a questa parte. Se il movimento vuole ottenere nuove vittorie, la difficoltà sarà quella di incarnare la collera e la speranza, il cambiamento e l’ordine.

Nuova ''Intesa amichevole'' franco-britannica








di Thierry Meyssan
Passato inosservato in Occidente, il rilancio del Trattato di Lancaster House da parte di Londra e Parigi inaugura una super “Intesa amichevole”, ben più pregnante di quella del 1904. Partecipe del ripristino di un mondo bipolare, essa provocherà inevitabilmente l’uscita della Francia dall’Unione Europea e la ricomparsa delle tensioni fra Parigi e Berlino.

martedì 6 febbraio 2018

Roma, sequestrati per ore per non disturbare Erdogan








di Andrea Zennaro
Città blindata e botte da orbi su kurdi e manifestanti che contestavano la venuta di Erdogan dal papa e dai vertici di Confondustria

Il dittatore turco Recep Tayyip Erdogan, in visita ufficiale a Roma, ha incontrato Papa Francesco, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Coniglio Paolo Gentiloni e alcuni importanti imprenditori con i vertici di Confindustria.

Il lavoro senza libertà nell’industria tessile dell’India







di Chiara Spadaro 
Le condizioni delle donne migranti impiegate nella filiera di Bangalore sono da “schiavitù moderna”. È quanto emerge da un nuovo report curato tra gli altri dalla campagna internazionale “Abiti puliti”. Tra le fabbriche osservate anche quelle che riforniscono grandi marchi internazionali

L’ultima fondamentalista dell’austerity. Perché le proposte della Bonino finirebbero per distruggere i diritti sociali e l’economia italiana









di Domenico Moro
Nell’intervista rilasciata al Sole24ore il 1 febbraio Emma Bonino spiega le misure contenute nel suo programma elettorale, che dovrebbero condurre alla riduzione del debito pubblico in percentuale sul Pil. La Bonino propone un inasprimento dell’austerity del Fiscal compact e una ulteriore riduzione fiscale per le imprese, compensata con l’aumento dell’Iva. Tali misure iperliberiste, però, sono state già sperimentate e hanno sortito esiti devastanti. Si tratta di misure, infatti, che non solo spostano ricchezza dai poveri ai ricchi, ma hanno un effetto depressivo sulla produzione (e sull’occupazione), portando non alla diminuzione bensì all’aumento del debito pubblico. La prima proposta, per ridurre addirittura di 22 punti percentuali il debito, è di bloccare “la spesa pubblica primaria nominale” al livello del 2017 per 5 anni.

La crisi dell’Unione Monetaria e le relazioni centro-periferia in Europa









di Dario Guarascio, Annamaria Simonazzi, Andrea Ginzburg e Giuseppe Celi
La crisi dell’eurozona (EZ) ha disvelato in modo eclatante i limiti e le imperfezioni dell’attuale assetto delle relazioni istituzionali, economiche e monetarie in Europa. La crisi dell’EZ ha radici lontane. Amartya Sen, con mirabile sintesi, inquadrava la crisi del progetto europeo come una sorta di “punizione” derivante da errori di varia natura: (i) di policy (l’anteposizione dell’unione monetaria a quella politica); (ii) di teoria economica (l’aver trascurato la lezione keynesiana abbracciando in modo via via più radicale un approccio ‘supply side’ alla politica economica); (iii) di approccio decisionale (il ‘feticismo’ delle regole contabili anteposto alla razionalità economica); (iv) di travisamento intellettuale (le misure di austerità propagandate come riforme).

La Cina è vicina? Cosa ci insegna il modello economico cinese








di Stefano Poggi
Uno degli argomenti più forti della controrivoluzione oligarchica che ha investito l’Occidente dagli anni ’70 è sempre stato il “non c’è alternativa”. Non c’è alternativa alle liberalizzazioni e alle privatizzazioni, non c’è alternativa a concentrare le ricchezze nelle mani di pochi, non c’è alternativa a lasciare la finanza a briglie sciolte. Il modello di modernizzazione neoliberale – basato sulla compressione di salari e diritti a vantaggio di una ristretta élite – è stato così presentato come un dato naturale, un’inevitabile soluzione politico-economica per tutte le società che non volessero venir escluse dall’economia globale. Questo mito è stata alimentato e potenziato da un fattore geopolitico non indifferente: la decadenza prima e la scomparsa poi dell’Unione Sovietica.

lunedì 5 febbraio 2018

Privatizzazioni, la Gran Bretagna si pente e rivuole i servizi pubblici











di Luca Pagni
Dopo il caso Carillion, sale il livello del dibattito sulla possibilità di rinazionalizzare alcune attività. Lo propone il Labour di Jeremy Corbyn, ma la discussione è aperta anche tra i liberal. Soprattutto dove non ha portato i vantaggi sperati per produttività, occupazione e tariffe

L’assenza della lotta: Amazon e la globalizzazione






di Valeria Verdolini
Vorrei partire da due questioni molto differenti, che però possono permettere di aggiungere un pezzetto al vasto dibattito che si è sviluppato attorno alla vicenda del brevetto dei braccialetti Amazon (per una ricostruzione, si rimanda qui). Sono due storie distinte, ma che presentano un tratto comune, e restituiscono una parte spesso assente in questo dibattito.

Il discorso di Mattarella ovvero lo Stato ha paura







di Jack RR
Nel discorso di fine anno del Presidente della Repubblica il richiamo alla Costituzione, al legame con l’Europa, all’importanza della fase elettorale e alla responsabilità dei ruoli istituzionali non hanno rappresentato solo frasi di rito ma sono anche un sintomo che lo Stato ha paura perchè sa di non avere soluzioni in mano a fronte di un risentimento che cresce nella massa e che gli anni a venire saranno molto duri, per noi

Banche, il problema numero uno è l’informazione







di Angelo Baglioni
La Commissione d’inchiesta sulle banche non è stata inutile. Forze politiche litigiose sono concordi su un punto: Consob e Banca d’Italia devono collaborare di più. I cambiamenti necessari per far sì che i risparmiatori siano più informati e tutelati.

La disoccupazione diminuisce? No, cresce







di Franco Bianco
E’ opportuno fare un pur breve commento agli ultimi dati su “Occupati e disoccupati” che l’Istat ha pubblicato il 31 Gennaio (1). Vi si legge, testualmernte, che “la stima degli occupati diminuisce dello 0,3% (-66 mila), tornando al livello di ottobre“: eppure l’immarcescibile ministro Poletti non ha perso l’occasione per confermarsi il forse più incapace ed incompetente ministro del Lavoro che l’Italia abbia mai avuto. Infatti, aggrappandosi a modo suo al dato della “disoccupazione” (Prospetto 1, pag. 2 del Rapporto), l’ineffabile suddetto ha gioito per la “riduzione della disoccupazione” (come lui acriticamente la legge), il cui tasso ufficiale risulta disceso al 10,8% (Prospetto 2, pag. 2: -47.000) il che, secondo lui, “conferma la tendenza positiva di fondo dell’economia italiana” in favore della diminuzione della disoccupazione.