La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 13 febbraio 2016

La terza crisi. Intervista ad Andrea Fumagalli

Intervista ad Andrea Fumagalli di Global Project
Abbiamo intervistato Andrea Fumagalli, economista attivo nell'ambito della ricerca militante, redattore di Effimera.org ed autore di numerose opere sulle trasformazioni che hanno investito l'economia e la società contemporanea. 
Dall’inizio del 2016 abbiamo visto un nuovo crollo delle borse. Sembra di essere tornati alla situazione di alcuni anni fa, quando la crisi era nel suo momento apicale. Un crollo che vede soprattutto la piazza di Milano al centro di grandi tensioni finanziarie, con le perdite che si aggirano attorno al 25% dall’inizio dell’anno. A cosa stiamo assistendo?

Jeremy Corbyn: dal New Labour al New Politics. Analisi di un leader

di Leni Remedios
Sono passati esattamente cinque mesi da quando Jeremy Corbyn è diventato leader del Partito Laburista inglese.
Quanto sappiamo in Italia del terremoto politico provocato nel Regno Unito da questo sessantaseienne attivista che viaggia in bici, è vegetariano, non alza mai la voce e non reagisce alle provocazioni dei media?
Il ruolo di Corbyn condizionerà o no, in futuro, anche gli equilibri geopolitici mondiali?
In fondo si tratta del leader del partito di opposizione di uno dei paesi più significativi del teatro occidentale. La Gran Bretagna, strattonata dall'orgoglio nostalgico di ex impero coloniale da una parte e l'inevitabile crisi economica dall'altra, si trova ora in una fase delicatissima, dove qualsiasi decisione presa peserà notevolmente nell'ambito dello scacchiere politico globale.

Primato della politica?

di Fausto Curi
Politique d’abord. La politica prima di tutto, la politica avanti a tutto. L’affermazione è giusta e ha ottime motivazioni se con la parola “politica” si intende, in primo luogo, la creazione di un governo della polis come comunità di cittadini che, attraverso le elezioni democratiche, affidano a propri rappresentanti il compito di aver cura della buona condizione dello Stato e di procurarne la salvaguardia e il progresso. Il Parlamento è quindi davvero l’organo centrale dello Stato dal momento che esprime il Governo e elabora le leggi che reggono lo Stato e che il Governo è chiamato ad attuare. Altri organi, come la Magistratura, sono altrettanto importanti del Parlamento e del Governo e li affiancano nel tutelare le leggi e nel colpire le trasgressioni e le violazioni.

Rifiutare la guerra, ritrovare la politica

Intervista ad Alain Bertho di Carlotta Benvegnù, Simona De Simoni e Davide Gallo Lassere
Nell’autunno del 2005 le banlieues francesi sono state attraversate da sommosse di un’ampiezza e un’intensità inaudite. Secondo lei, quale è stata la specificità politica di tale fenomeno?
"Le sommosse del 2005 sono state innanzitutto il dolore e la rabbia di fronte a due giovani vite falcidiate senza ragione, nell’indifferenza generale del mondo politico al gran completo. Da trent’anni, la “banlieue” non è un problema urbano ma un dramma politico: si è tentato di regolare attraverso il rinnovo urbano la dislocazione politica della classe operaia. La crisi del fordismo ha lasciato sul lastrico i figli di tutta una generazione di operai specializzati, in particolare di operai immigrati che, in tal modo, sono divenuti “semplicemente immigrati”.

Chi è Bernie Sanders?

Ha costretto Hillary Clinton a una lotta all'ultimo voto in Iowa e poi l'ha nettamente battuta in New Hampshire. Fino all'inizio delle primarie dei democratici con cui viene scelto il candidato alla Casa Bianca per le elezioni di novembre 2016, Bernie Sanders era visto come un candidato di bandiera, ma oggi sta creando seri problemi alla super favorita Hillary Clinton.
Chi è e da dove spunta fuori questo senatore che ha saputo attirare su di sé un simile consenso? Bernie Sanders è nato a New York l'8 settembre del 1941. Di religione ebraica, nacque da un immigrato polacco e da una donna ebrea di origini russe e polacche: gran parte dei parenti di Sanders che rimasero in Polonia furono vittima dell'Olocausto.

La "nuova svolta" lavorativa

di Carla Filosa
Già altrove si è trattato concettualmente del cosiddetto “smart work”. Quello che ancora rimane per lo più oscuro da parte dei suoi sostenitori è il riferimento all’ “innovazione profonda della cultura del lavoro” che, al di là di un nominalismo intuibile, non fa emergere i contenuti reali da lasciare sempre in sordina. La “svolta culturale” dovrebbe restituire la “piena dignità al lavoratore autonomo, diverso da quello subordinato ma non minore”. Nemmeno alle elementari si passerebbe tanta mancanza di specificità (diverso, in che senso?) e di concetti o sintassi (minore: da quello subordinato? per importanza sociale? perché finora non degnamente riconosciuto?

Dal “NO” al “NOi” per la Costituzione

di Andrea Pertici
Il testo di revisione costituzionale che procede verso l’approvazione definitiva da parte delle Camere non è stato praticamente mai discusso nel merito. L’obiettivo da porsi, anche in vista del referendum, è anzitutto quello di spiegarne i contenuti, perché i cittadini, finora totalmente esclusi (di questa riforma non parlava neppure nessun programma elettorale), possano pronunciarsi in modo consapevole.
E quindi bisogna chiederci: a cosa serve questa riforma?

Confini di classe nella società della conoscenza

Intervista a Stephane Beaud, Fabien Truong e Paul Pasquali a cura di Carlotta Benvegnù, Simona De Simoni e Davide Gallo Lassere
Da diversi anni siete impegnati in un lavoro di ricerca finalizzato a comprendere le trasformazioni sociali che hanno interessato le aree urbane – e in particolare le periferie – a partire dal processo di de-industrializzazione sino ai giorni nostri. Per cominciare, ci piacerebbe fare una panoramica temporale di queste trasformazioni.

Corbyn e Sanders: teniamoli d'occhio

di Franco Astengo
A sorpresa il “Corriere della Sera” si interroga, attraverso una riflessione firmata da Mauro Magatti, sul ritorno del “noi” in politica: un “noi”, dopo la lunga fase dell’individualismo competitivo, che piacerebbe tanto ai giovani, i cosiddetti “millenials”, la generazione nata tra il 1980 e il 2000.
L’occasione per avviare questo discorso è data dall’imprevista ascesa di Jeremy Corbyn alla guida del Labour britannico e dalle affermazioni di Bernie Sanders nelle prime prove delle primarie USA.

I sensi del lavoro

di Antonino Infranca
Antunes è uno dei sociologi più interessanti del Brasile e dell’America Latina e con questa nuova opera intitolata Il lavoro e i suoi sensi, che segue Addio al lavoro? - anch'essa alla seconda edizione italiana - mostra un carattere nuovo del suo lavoro. Infatti, se uno dei capitoli del libro è dedicato alle trasformazioni della classe operaia inglese negli ultimi anni del tatcherismo e nel primo anno dell’era Blair, un altro capitolo è interamente dedicato al dibattito tra Habermas e Lukács sul tema del lavoro. Antunes non manca di utilizzare il dibattito filosofico più sviluppato sul tema del lavoro per fondare anche teoreticamente la sua analisi. 

Le idee di Bernie hanno già vinto

di Alberto Torti e Paolo Fumagalli
Con l’approssimarsi della fine del secondo mandato di Barack Obama, il grande pubblico e gli specialisti volgono la loro attenzione in direzione di Washington, per capire chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca. L’importanza delle presidenziali statunitensi sta nel fatto che gli USA sono ancora, per il momento, l’unica superpotenza sulla scena politica ed economica globale, ma soprattutto rappresentano ancora l’attore più impegnato sulla scena internazionale. I mandati di Obama hanno visto sul fronte interno l’impiego delle risorse statali per combattere la crisi economica che ha flagellato l’economia americana dal 2008, e per livellare l’iniquità del sistema sanitario.

E' ora di tornare nelle strade della Fortezza Europa

Come annunciato durante la conferenza di Blockupy domenica, Yanis Varoufakis ha lanciato il suo movimento europeo DIEM (Democracy in Europe Movement) dal Volksbuhne a Berlino. Tra i presenti diverse personalità del mondo partitico e sindacale di tutto il continente, ma anche attivisti delle organizzazioni di movimento, prime tra tutte coloro che compongono Blockupy.
Nonostante tutti i ragionevoli dubbi espressi già da qualche settimana da una lettera inviata all’ex Ministro delle Finanze greco da un attivista, ripresi dagli interventi alla conferenza di domenica e nell’intervista che abbiamo condotto, i militanti dei movimenti hanno fatto un intervento dal palco del famoso teatro simbolo della sinistra tedesca.

I piccoli passi del comunismo negli States


di Mario Di Vito
Evocare il Partito Comunista degli Stati uniti suscita sensazioni agrodolci: il fascino perverso per l’impresa disperata di fare una cosa del genere nella patria dell’imperialismo, la consapevolezza che la marginalità è l’unica prospettiva possibile e che l’attività si consuma per lo più tra verbosissimi comunicati e iniziative dal successo altalenante.
Però, se nella vecchia Europa dei partiti comunisti si sono sostanzialmente perse le tracce, negli Stati uniti la storia va avanti ormai dal 1919, al culmine della «paura rossa» scatenata dalla Rivoluzione d’Ottobre.

La crisi ha cambiato i consumi degli italiani

I consumi delle famiglie italiane nel 2015 sono calati del 2,9% rispetto a 10 anni fa, addirittura del 6,3% – 157 euro mensili – rispetto al 2008, mentre il 29% dei nostri connazionali dichiara consumi inferiori alle sue necessità reali. Non solo. Per far fronte alle difficoltà della crisi sono profondamente cambiate le modalità di acquisto: dal cercare il miglior prezzo rispetto alla qualità al fare scorte quando il prodotto è in offerta, dall’acquistare prodotti di minore qualità nei discount o a prezzi scontati negli outlet al comprare articoli usati. È quanto emerge dal rapporto 2015 “I consumi delle famiglie italiane”, realizzato dalla Filcams Cgil in collaborazione con la Fondazione di Vittorio e l’istituto Tecnè.

L’economia collaborativa, la politica e la disuguaglianza nel mercato del lavoro

di Benedetta Arese Lucini
La Commissione Europea per la Comunicazione e la Tecnologia, meglio nota come DG Connect, ha recentemente pubblicato i risultati di una consultazionepubblica nei 27 stati membri, per capire meglio il ruolo delle piattaforme online. Nell’ambito dell’economia collaborativa i risultati sottolineano le seguenti osservazioni:
1 ) Gli operatori di servizi hanno constatato che si stanno spostando sempre di più verso l’utilizzo di piattaforme dell’economia collaborativa;
2 ) Le imprese e i consumatori sono entrambi molto chiari sull’impatto negativo per la crescita di queste piattaforme causato da una regolamentazione incerta;

Elio Vittorini ai tempi del “Politecnico”

di Liborio Conca
È il dicembre del 1947 quando esce il numero 39 del Politecnico, la “rivista di cultura contemporanea” diretta da Elio Vittorini per Einaudi. Il pezzo di copertina è di Vasco Pratolini, un’inchiesta-reportage sulla città di Firenze. “I fiorentini sono faziosi, beceri, geniali. Il loro spirito è bizzarro perché è composito, sincero soltanto quando è cinico”, scrive[1].
Nella rubrica delle lettere, un tale G.C. da Biella chiede conto al direttore “delle critiche dellaPravda a Pablo Picasso con la sua conseguente espulsione”. Vittorini risponde: «Non mi risulta che Picasso sia stato espulso dal P.C. Un’espulsione, per ragioni simili, sarebbe una novità sensazionale nei metodi del P.C. e non saprei assolutamente spiegarmela.

Varoufakis lancia la sua democrazia nel movimento europeo

di Marianella Kloka
Cosa sta facendo questa folla eterogenea nel foyer del teatro People? Perché aspettano con ore di anticipo per un biglietto? Perché gli stranieri cercano in agonia un collegamento live in streaming? Alla fine della giornata, cos’è il cosiddetto DiEM25?
Il manifesto è stato pubblicato in 9 lingue, riconoscendo, e contemporaneamente cercando di superare, la difficoltà di base della Babele e trasformandosi in un movimento paneuropeo. Una cosa è evidente: l’Europa di oggi non è in grado di comunicare e accordarsi al suo interno.

Quella spinta sociale alla trasformazione


di Chiara Cruciati
Mai come oggi la stampa e l’opinione pubblica italiane sono chiamate ad affrontare la galassia musulmana, le sue divisioni interne, le diverse anime religiose ed etniche. Una realtà complessa che spesso viene gestita con superficialità, proponendo visioni appiattite su stereotipi fallaci.
Ammettiamolo: di Islam sappiamo poco. Sappiamo poco degli sviluppi politici e culturali di una buona fetta di pianeta, oltre un milione e mezzo di persone, 360 milioni solo in Medio Oriente. Proviamo a muovere un passo alla volta, restringendo l’analisi all’Islam nel mondo arabo.

Autobiografia del noi

di Raffaella Battaglini
Dichiaro subito la mia parzialità: conosco Toni Negri da quando sono nata, e questa frase va intesa in senso letterale, perché Toni era amico di mio padre. Nella seconda metà degli anni Settanta, anch’io ho fatto parte di quel movimento che Negri in quanto teorico e militante ha contribuito a creare e organizzare. Molto più tardi, nel 2006, ho scritto insieme a Toni un testo teatrale su quegli anni, intitolato appuntoSettanta. Anche la mia parzialità quindi va intesa in senso letterale, perché della vicenda che in Storia di un comunista viene narrata faccio oggettivamente parte, come del resto i moltissimi altri che hanno condiviso le lotte di quel periodo.

Restiamo umani

di Tommaso Di Francesco
Fiumicello (Flumisin) venerdì era immobile nell’attesa dell’ultimo saluto a Giulio Regeni. Qui le vie si chiamano Primo maggio, Fratelli Rosselli, Antonio Gramsci, Falcone e Borsellino. La centrale via Gramsci a un certo punto è stata bloccata per due ore per permettere l’afflusso. Lutto non solo cittadino ma di tutta la provincia di Udine che ha fermato per un’ora ogni attività. Questo è il paese originario e di vita di Giulio Regeni che ieri, dopo la straordinaria, partecipata e silenziosa cerimonia, è come se fosse tornato per stare assieme alla sua famiglia. A riattraversare i luoghi da dove partiva per le sue ricerche sul mondo.

Angela Davis l’abolizionista nera


di Davide Angelilli
«Sono qui per dimostrare il mio appoggio al processo di pace e alla liberazione dei prigionieri politici baschi»: così Angela Davis ha aperto la conferenza Donna e carcere lo scorso venerdì a Bilbao. La storica intellettuale e militante afroamericana è stata la protagonista principale di tre giornate organizzate da diverse organizzazioni della sinistra indipendentista basca per parlare di prigionieri politici e carcere da una prospettiva abolizionista e femminista.
L’Istituto basco per la Promozione di Studi Sociali (Gite-Ipes) è stato tra i promotori principali delle iniziative. «Il pensiero femminista e anti-carcere, innovativo e costruttivo, è uno dei nostri pilastri», hanno spiegato da Ipes.

"Abolite il bail in". Le banche italiane non reggono più

di Claudio Conti
Si fa presto a dire “bisogna rispettare le regole”. Se le regolesono sbagliate, o meglio ancora “distorsive”, insomma pensate apposta per favorire qualcuno e danneggiare altri, il rispetto dele regole è comportamento suicida, non “virtuoso”.
Quasi tutti i trattati dell'Unione Europea hanno questa caratteristica fondamentale, e si spiega facilmente come mai – anche se ogni paese avesse rispettato al millimetro le mitiche “regole” - alcuni ci hanno guadagnato moltissimo e altri hanno perso tutto o sono lì lì per perderlo.

La salute e la produttività

di Carmine Tomeo
Qualche mese fa, Il Giornale, manco a dirlo, si rallegrava del fatto che “gli imprenditori assumono gli 007” e annunciava che “la festa è finita”, dal momento che “nel 2014 i mandati per contrastare l'assenteismo sono cresciuti ancora, del 7%”. Sosteneva il presidente di Federpol, che il ricorso delle aziende agli investigatori privati è dovuto al fatto che “la crisi morde e i datori di lavoro mordono di più, non c'è più spazio per la tolleranza quando si tratta di produttività” e così “il 60 per cento della nostra attività oggi è commissionata da loro”.
In effetti il tema della produttività è assunto a principio da salvaguardare, ad interesse superiore ed assoluto da tutelare dalla minaccia dell’assenteismo.

Sharing economy: Uber, Airbnb e le 45 sorelle: «Ue ci tuteli dalle leggi degli Stati»

di Roberto Ciccarelli 
I quarantasette pilastri dell’economia collaborativa e della condivisione (sharing economy), Uber e Airbnb in testa, hanno preso carta e penna. Al presidente di turno dell’Unione Europea, il primo ministro olandese Mark Rutte, hanno inviato una lettera in cui chiedono di essere tutelati dalle iniziative legislative dei paesi membri tese «a limitare lo sviluppo dell’economia collaborativa a discapito degli europei». I «rappresentanti dell’economia industriale europea della collaborazione», così si firmano, chiedono di sostenere le loro imprese con le «leggi locali e nazionali» perché stanno «rimodellando l’intera catena del valore capitalistico».

Non abbiamo capito nulla della generazione di Giulio Regeni

di Fulvio Scaglione
Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo dopo essere stato sequestrato e torturato, è diventato un volto noto a tutti e ormai caro a moltissimi. È quindi auspicabile, e anzi imperativo che, quando nel suo paese natale Fiumicello si celebreranno i funerali, che saranno pubblici ma non di Stato e ai quali eventuali autorità parteciperanno a titolo privato, un velo di silenzio e di rispetto cali sull’Italia.
È chiaro che la sua non è stata una morte qualsiasi. Per la violenza inaudita, per le circostanze oscure, per il risvolto politico che essa, nella polemica tra l’Italia che cerca la verità e l’Egitto che nega di nasconderla, ha subito assunto.

La grande scommessa, Sanders e noi

di Giuseppe Civati 
Dopo aver celebrato la ripres(in)a come se fosse merito dell’Italia, che da sola – tipo quel barone – si era tirata fuori dai guai, oggi tutti i giornali spiegano che la difficoltà economica che colpisce il nostro Paese non è determinata dalle politiche italiane, ma dagli ottusi burocrati di Bruxelles, dai mercati, dal petrolio (che prima invece non esistevano).
Per sottrarsi al solito dibattito iper provinciale a cui il circuito renziano ha dato un contributo definitivo (e pensare che volevamo uscire dal berlusconismo), consiglio di riflettere su un film che tutti possono vedere, sulla campagna di Sanders negli Usa e sulla necessità di un dibattito radicalissimo da fare, proprio perché si limita a banali constatazioni.

La campagna militare di Riyadh alla prova degli alleati

di Michele Giorgio
Si parla di cessate il fuoco ma dietro le quinte si lavora per continuare e allargare la guerra in Siria. I sauditi non hanno rinunciato alla loro intenzione, annunciata nei giorni scorsi, di prendere parte con truppe di terra alla «lotta contro l’Isis». È fin troppo chiaro che un intervento armato saudita, con l’appoggio degli alleati sunniti, avrebbe come obiettivo reale quello di contrastare l’offensiva dell’esercito governativo siriano in corso, con il sostegno dell’aviazione russa, contro le forze islamiste e jihadiste anti Bashar Assad, appoggiate proprio da Riyadh.

L'Italia e la ricerca scientifica: odio o amore?

di Viola Serena Stefanello
Con una conferenza stampa internazionale, è stata ieri data notizia al mondo di una scoperta eccezionale in campo scientifico: il 14 Settembre scorso sono state rilevate per la prima volta le onde gravitazionali che Einstein aveva previsto oltre un secolo fa. E così, a 100 anni esatti dalla pubblicazione della celebre Teoria della Relatività Generale è stato osservato l’ultimo fenomeno che mancava per confermare definitivamente la Teoria. Si tratta di una svolta tanto epocale nel campo della fisica che potrebbe portare a un Premio Nobel.

Rete europea per il disarmo: subito una moratoria sulle armi ai sauditi

di Giampaolo Petrucci
Il dramma dello Yemen e l'indiscriminato flusso di armi verso l'Arabia Saudita, se è vero che non occupano le prime pagine dei grandi media nazionali (più attenti a non disturbare il manovratore che a promuovere una coscienza critica nell'opinione pubblica), continuano quantomeno a movimentare il dibattito in rete, nella base cattolica e in quella pacifista. Con Adista abbiamo già raccontato i movimenti di sistemi d'arma verso il regno saudita, autorizzati dal governo italiano in barba alla Legge 185 del 1990 (che proibisce la vendita di armi a Paesi in guerra o che violano i diritti umani), e le iniziative di opposizione dell'associazionismo.

Proposte per il sistema sanitario pubblico

di Marisa Nicchi
“Salute e istruzione per tutti” è ciò che va ripetendo Bernie Sanders nelle primarie del Partito democratico statunitense. Vincendo almeno per ora e di sicuro dettando alla politica Usa un’agenda con al centro la lotta alle diseguaglianze.. “Quando arriveremo alla Casa Bianca”, ha detto ancora Bernie Sanders, “big pharma avrà finito di salassare i cittadini”.
Si ripropone l’impellenza della lotta per allargare la copertura sanitaria che oggi dopo il calvario della riforma di Obama ha raggiunto 10 milioni di cittadini. Un passo per cui Obama ha lottato contro tutti, ma che lascia ancora fuori milioni di cittadini per la resistenza delle grandi assicurazioni, case farmaceutiche, grandi intererssi economici.

Keynes e i fallaci pressupposti del liberismo darwiniano

di John Maynard Keynes
Cairnes, nella conferenza di introduzione su L’economia politica e il lasciar fare, che fu pronunciata all’University College di Londra nel 1870, fu forse il primo economista ortodosso che lanciò un attacco frontale contro il laissez-faire in generale. «La massima del laissez-faire», egli dichiarò, «non ha alcuna base scientifica, ma è tutt’al più una semplice e comoda regola pratica».
(Cairnes descriveva bene la «nozione prevalente» nel seguente passo della stessa conferenza: «La nozione prevalente è che l’economia politica si prefigge di mostrare che la ricchezza può venire più rapidamente accumulata e meglio distribuita, ossia che il benessere umano può essere promosso più efficacemente, grazie al semplice sistema di lasciare la gente a sé stessa; cioè lasciando che gli individui seguano i suggerimenti dell’interesse egoistico, senza limitazioni da parte dello Stato o della pubblica opinione, purché si astengano dalla violenza e dalla frode.

Un referendum ai veleni

di Lorenzo Carchini
Il Cdm ha, dunque, approvato il decreto per l’indizione del referendum popolare relativo all’abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine hanno durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale.
L’Election Day non ci sarà. Una decisione che ha sollevato, sin dalla giornata di ieri, un’ondata di polemiche che vanno ben oltre la semplice militanza partitica.

Questa è una guerra asimmetrica, non una "lotta al terrorismo"

di Dante Barontini
Il premier russo Dmitri Medvedev, impegnato a Monaco insieme a John Kerry per decidere la cessazione delle ostilità in Siria, si sono trovati quasi d'accordo: "ci saranno altri attacchi e grandi attentati” e "se la situazione in Siria e in altre zone 'calde' non si normalizzerà, il terrorismo si tramuterà in in nuovo tipo di guerra coinvolgendo il mondo intero".
Le due frasi sono state pronunciate nell'ordine dai due capi di governo e, una volta messe assieme, danno un quadro previsionale preciso del prossimo futuro: dobbiamo attenderci grandi attentati qui da noi, a meno che non si trovi un nuovo equilibrio con il polo sunnita guidato in competitivo condominio da Arabia Saudita e Turchia, costringendolo a rinunciare volontariamente ai sogni di grandezza.

Junior doctors e governo. È muro contro muro nel Regno Unito

di Leonardo Clausi
Dopo due scioperi in due mesi, di cui l’ultimo mercoledì, varie manifestazioni di protesta e la cancellazione di 6.000 interventi chirurgici, sul rinnovo di un contratto di lavoro i cui termini attuali risalgono agli anni Novanta, è muro contro muro fra governo e circa 45.000 giovani medici inglesi (junior doctors).
Una situazione esacerbata giovedì dalla decisione del ministro della sanità Jeremy Hunt di imporlo legalmente dopo il reiterato rifiuto della categoria, che non incrociava le braccia dagli anni Ottanta.

“Abolire il carcere”. Una ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini

di Alba Vastano
“Non ci appare stupefacente che in tanti secoli l’umanità che ha fatto tanti progressi in tanti campi delle relazioni sociali non sia riuscita a immaginare nulla di diverso da gabbie, sbarre, celle dietro le quali rinchiudere i propri simili come animali feroci?” (Gustavo Zagrebelsky)
Di carcere si muore. Suicidi e morti naturali (?) in costante aumento. Quando non fisicamente, si muore socialmente. Scontata la pena, l’ex detenuto è un reietto, non ha chance. Non potrà aspirare, com’è diritto di ogni persona, al reintegro nel tessuto sociale, né ad alcuna inclusione nel mondo del lavoro. Spesso è emarginato anche dalla famiglia. Il marchio del criminale, del carcerato, gli resta affibbiato a vita, fino al termine, quando muore per la seconda volta, togliendo il disturbo definitivamente.

Non è che il debutto. Per la sinistra europea una nuova fase di lotta

di Guido Capizzi
Nella capitale della Commissione Europea, che non ha abbassato la guardia contro il terrorismo e a tratti compare come una città sotto assedio, il Gruppo Unitario della Sinistra è impegnato nella discussione sulle iniziative politiche da adottare nel nuovo contesto europeo - sempre liberista e populista - e per preparare il suo congresso che si terrà a Berlino dal 16 al 18 dicembre 2016.
Tre argomenti al centro del dibattito. l'approfondimento delle ipocrite risposte neoliberali alla crisi economica e sociale, la questione della pressione dell’estrema destra e la forte crisi dei rifugiati con indotta l'escalation della guerra di sicurezza come risposta dell'UE al terrorismo islamista.

Ma la solidarietà non scende in piazza


di Filippo Miraglia
L’Unione europea è sempre più lontana dai valori di democrazia, solidarietà e giustizia. Il cinismo e l’egoismo sembrano caratterizzare le azioni promosse dai governi e dalle istituzioni europee.
Alla tragedia che si sta compiendo sotto i nostri occhi, i governi rispondono con nuove misure di chiusura e mettendo in campo un apparato internazionale di guerra sempre più esplicito e ampio.
Alla frontiera tra Turchia e Siria decine di migliaia di persone si affollano in cerca di salvezza dalle bombe russe e dall’accerchiamento del dittatore Bashar Al Assad.

Il partito laburista israeliano adotta il mantra dell’apartheid


di Neve Gordon 
Domenica 7 febbraio il partito laburista israeliano ha approvato all’unanimità il piano diplomatico del suo leader.
Il capo del partito laburista, Isaac Herzog, aveva esposto la sua visione alcune settimane prima presso l’Istituto di Studi sulla Sicurezza Nazionale di Tel Aviv, dichiarando all’uditorio che egli “desidera la separazione da quanti più palestinesi sia possibile, al più presto possibile”. Herzog ha proseguito spiegando che “erigeremo un grande muro tra di noi. Questo è il genere di coesistenza che è possibile oggi […] Ariel Sharon […] non ha portato a termine il lavoro. Noi vogliamo finirlo, completare la barriera che ci separa.”

Caro governo, non si fa cassa con le vedove

di Ivan Pedretti
Alla faccia della lotta alla povertà. Alla Commissione Lavoro della Camera è appena arrivato un disegno di legge delega del governo che contiene un punto molto controverso che agita non poco gli animi di chi un domani potrebbe, suo malgrado, avere diritto alla pensione di reversibilità.
Provo a spiegarlo con parole semplici, vista la complessità della materia: secondo questo disegno di legge le reversibilità vengono considerate prestazioni assistenziali e non più previdenziali. Che cosa significa e che cosa comporta tutto questo? Significa che l'accesso alla pensione di reversibilità d'ora in poi sarà legata all'Isee, per il quale conta il reddito familiare e non quello individuale.

Regeni fu prelevato sotto casa prima dell’omicidio

di Giuseppe Acconcia
Giulio Regeni era un brillante accademico, un pasoliniano appassionato, un ricercatore dedicato alla comprensione non solo delle rivolte del 2011 in Medio oriente ma anche dell’internazionalismo. Perché uno studioso così accurato e meticoloso è stato ucciso tanto brutalmente in Egitto? Era nel mirino delle forze di sicurezza egiziane in quanto straniero, notato nelle sue ricerche su sindacati indipendenti e reti alternative. Gli inquirenti italiani sarebbero arrivati a questa conclusione indagando sulla riunione dell’11 dicembre 2015 a cui Regeni aveva preso parte e dove forse era stato notato. Anche i suoi amici hanno confermato, nell’interrogatorio alla procura di Roma, che Giulio fosse spaventato.

Leggere la televisione, vedere la storia


Intervista a Vanessa Roghi e Damiano Garofalo di Gianluca Pulsoni
Con la televisione forse vale quello che qualcuno ha cantato a proposito della storia: la televisione siamo noi. Al di là del singolo programma, come invenzione e parte di un «ambiente mediale» la televisione è stata spesso letta come oggetto di studio tra i più interessanti perché in grado di coinvolgere più aspetti della vita quotidiana. Rubbettino ha da poco pubblicato Televisione. Storia, immaginario, memoria, a cura di Damiano Garofalo e Vanessa Roghi. Si tratta di un contributo sullo studio e comprensione della televisione italiana da parte di autori, fra questi gli stessi curatori, provenienti da ambiti diversi.

La tragedia dello Yemen non è marginale

di Vijay Prashad
Tra un mese, i bombardamenti sullo Yemen, guidati dall’Arabia Saudita, compiranno un anno.
I successi strategici sono stati pochi. La scacchiera fratturata della politica yemenita è complessa oggi quanto lo era il giorno che i Sauditi cominciarono a bombardare, il 26 marzo 2015.
Perché i Sauditi e i loro alleati hanno cominciato a bombardare lo Yemen? Non c’era alcun chiaro casus belli. L’accordo di transizione del 2011 si è logorato: il mandato del Presidente Mansour Hadi è terminato un anno prima che si dimettesse, nel febbraio del 2015.

Corri forte ragazzo, corri

di Francesco Raparelli
C’è una bella foto sulla copertina di Storia di un comunista. Chi conosce bene l’autore, Toni Negri, riconosce quel sorriso. Un tratto singolare, quasi un modo di essere. Con lo stesso sorriso, si immagina, Negri deve aver accolto le recensioni alle sue memorie: una risata materialista contro l’odio del Potere. Sì, un odio quasi smisurato è stato gettato sul libro, da Repubblica come dal Sole 24 Ore. Un odio volgare, invidioso, efferato. Contro l’autore, indubbiamente, ma più diffusamente contro un evento: il lungo ’68 italiano. Evento di cui l’autore è stato parte, tra molti, molti altri. Evento durato un ventennio, da Piazza Statuto (luglio del 1962) fino alla primavera del 1977. Evento che Negri ricostruisce, con amore, e che rilancia oltre la sconfitta, la repressione.

Il rapporto tra Europa e Balcani, “avanguardia del peggio”

Intervista a Rada Ivekovic di Carlotta Benvegnù, Simona De Simoni e Davide Gallo Lassere
In un articolo scritto in seguito ai riots che nel 2005 incendiarono le periferie di Parigi e di altre città, lei denunciò la rottura radicale che si manifestava nella società francese (ed europea) e ipotizzò la possibilità di una escalation di violenza a partire dalla “sovrapposizione” di “confini interni” alle metropoli e “confini esterni” su scala internazionale. All’indomani del 13 novembre, ci piacerebbe che lei tornasse sulla questione…
"Mi sembra che la rottura si sia avverata. L’escalation non si è fermata e va avanti, i confini interni (nazionali, ma anche dentro Schengen) e esterni (perché esportiamo le frontiere) si sono moltiplicati: il processo è molto simile a quello che si era verificato durante la guerra jugoslava, ma più radicale (con più morti, più rifugiati etc.).

Boldrini da Tsipras: più solidarietà e meno austerity

di Teodoro Andreadis Synghellakis
Il messaggio che hanno voluto mandare Alexis Tsipras e Laura Boldrini, dal loro incontro di Atene, è che la questione dei profughi riguarda tutti e ventotto i paesi membri dell’Unione europea, senza eccezioni di sorta. Un problema europeo che deve essere affrontato, quindi, con una strategia comune, e non caricandone il peso solo sulle spalle di Grecia, Italia, Germania o Svezia. Accogliendo la presidente della Camera nel palazzo del governo, Megaron Maximou, il primo ministro greco ha voluto sottolineare che oggi l’Europa si trova in una fase molto delicata e che un elemento che rende la situazione più difficile, è costituita dalle forze di estrema destra che si stanno rafforzando.

La differenza tra rito e tradizione


di Giovanni Cimbalo
La sentenza del Tar dell’Emilia Romagna che vieta l’effettuazione del rito della benedizione pasquale nei locali scolastici è estremamente equilibrata e distingue meglio di quanto abbiano saputo fare politici interessati, dirigenti scolastici, docenti e religiosi, tra conoscenza del fatto religioso e partecipazione al rito, ovvero a un atto devozionale che nelle intenzioni di chi lo compie intende delimitare un luogo e porlo sotto la protezione di un Dio, mediante atti conseguenti (la preghiera e gli atti rituali), finalizzati ad intercedere per ottenere la protezione della divinità. La benedizione è dunque un atto di dedicazione di un luogo a un Dio, è atto di culto.

Danimarca. Sinistra euroscettica e referendum

di Paolo Rizzi
In Danimarca un referendum rallenta il processo d’integrazione nell’Unione Europea. La sinistra radicale è tra i principali attori del referendum. Lo scorso dicembre si è svolto un referendum di cui poco si è discusso sui media italiani. La materia del quesito era molto tecnica: i cosiddetti “opt-out”, ovvero il meccanismo per cui un singolo Stato componente l’Unione Europea può riservarsi il diritto di non aderire a determinati Trattati o Direttive dell’Unione. Può essere stata la complessità tecnica del quesito a tenere lontani dal referendum gli organi d’informazione italiani, può darsi anche che il motivo sia che la vittoria degli euroscettici abbia messo in imbarazzo la stampa, sia borghese sia di sinistra, favorevole all’integrazione.

Gli effetti collaterali delle guerre

di Marina Montesano
Nel corso del Duecento, l’impero conobbe l’apice (politico, legislativo, culturale) con Federico II di Svevia, nonché una grave crisi seguita alla sua morte prematura nel 1250. I principi elettori tedeschi assegnarono la corona di Germania a suo figlio Corrado IV, che era già stato eletto «re dei Romani» fin dal 1237 e come tale era designato anche a cingere la corona imperiale. La situazione tedesca era comunque in preda al caos che diede origine a un lungo interregno (1256–1272). Se in Germania e nell’Italia comunale la casa di Svevia non aveva saputo sopravvivere alla morte dello Svevo, le cose andavano diversamente in Sicilia dove, sotto la sovranità formale di Corradino, nipote di Federico, l’eredità era stata raccolta dal reggente Manfredi; il quale nel 1258, dopo aver fatto circolare delle false notizie sulla morte di Corradino, cinse con decisione la corona.

Gli scandali di Deutsche Bank: così vacilla il simbolo tedesco

di Tonia Mastrobuoni
Con quegli occhi tristi e la sobrietà semi-penitenziale, John Cryan sembrava l'Enrico Bondi dei tedeschi, sette mesi fa. Approdato d'estate ai vertici della Deutsche Bank, si era messo le mani nei radi capelli e aveva cominciato a rivoltare un colosso uscito con i piedi di argilla da anni di scandali giganteschi e gestioni spericolate. Ma dinanzi all'attuale ecatombe sui listini - metà del valore bruciato in un anno, da oltre 40 a meno di 20 miliardi di euro - forse Cryan ha promesso "too little, too late", come amano dire gli anglosassoni. Troppo poco e troppo tardi.

Un abbraccio nella Storia per due miliardi di cristiani

di Roberto Livi
In America latina lo avevano annunciato come «il vertice del millennio». Iperbole a parte, l’abbraccio di ieri, all’aeroporto internazionale dell’Avana, del papa Francesco e del patriarca di tutta la Russia Kirill ha un valore storico per i due miliardi di cristiani che popolano la terra. Dopo un millennio di separazione, dopo ben venti anni di trattative, i due massimi rappresentanti della Chiesa cattolica e di quella ortodossa si sono incontrati per segnare «un nuovo inizio» della civilizzazione cristiana. L’incontro è avvenuto in un clima di grande emozione. Il patriarca Kirill, in visita ufficiale a Cuba, aveva passato la mattinata in cerimonie ufficiali e in un «incontro di cortesia» col presidente Raúl Castro.