La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 11 febbraio 2017

Siamo sicuri che l’Italia abbia, oggi, una vera costituzione?

di Mario Dogliani 
1. “Che ne è stato, e che ne è ora, della Costituzione?” Avrebbe dovuto essere questa la prima domanda che una degna élite politica e intellettuale si sarebbe dovuta porre dopo il referendum del 4 dicembre. E invece questa domanda è stata rimossa. E’ evidente che il voto referendario segnalava uno sconvolgimento, una frattura del rapporto tra la politica della classe politica di governo e la politica desiderata dall’elettorato. Una frattura tra due immagini di società, e dunque, in ultima analisi, una frattura tra due modi diversi di concepire la costituzione, che di quella società dovrebbe essere la spina dorsale. E invece abbiamo assistito solo a una impennata del chiacchericcio sulle sorti del governo e sulla durata della legislatura. Tutto è stato ridotto alla politique politicienne.

Le elezioni politiche non sono merce di scambio

di Alfonso Gianni 
Pare che finalmente manchi poco alla pubblicazione delle motivazioni che hanno condotto la Corte Costituzionale ad esprimersi sull’Italicum. Giovedì prossimo i 13 giudici leggeranno la sentenza approntata dal relatore, che verrà resa nota pochi giorni dopo. Se l’essenziale è già stato scritto nel comunicato del 25 gennaio – bocciato solo il ballottaggio mentre restano l’abnorme premio di maggioranza e gli indigeribili capilista bloccati -, le motivazioni potranno forse indirizzare la discussione verso lidi meno incerti e melmosi. Ove allignano ogni sorta di accusa e di mercanteggiamento. Il tutto fa parte di quel clima di restaurazione che si vorrebbe imporre dopo la grande vittoria popolare – non populista- del 4 dicembre.

Padoan e la nuova austerità italiana

di Sergio Farris 
Il Ministro Pier Carlo Padoan è il vessillo dell'inconsistenza insita nell'attuale governo in carica. Il governo Gentiloni, come il suo predecessore, altro non fa che cercare di illudere circa la appropriatezza delle sue politiche, ormai stantìe. Si sa, gli operatori nei mercati finanziari sono caratterizzati dal duplice ruolo di investitori/speculatori. Nonostante l'impegno della BCE, repentini movimenti di capitali sono in grado di aumentare il famigerato “spread”, e ciò oggi avviene sia a causa dei toni che connotano la campagna elettorale in Francia, sia a causa dell'ipotesi di una prossima attenuazione, avanzata dalla cancelliera Merkel, dei legami fra i paesi centrali e fra i paesi periferici dell'eurozona.

Incalzare o sedurre: Pablo vs Íñigo

di Loris Caruso
Podemos ha segnato la vita politica degli ultimi due anni: è un’invenzione politica che può costituire uno spartiacque tra un «prima» e un «dopo» nell’organizzazione politica della sinistra; anche per questo, per le èlite spagnole ed europee è un esperimento che deve fallire il prima possibile. La sua ascesa è stata velocissima: l’8% dei voti nelle europee del 2014, il 14% nelle regionali del 2015, il 20% nelle elezioni nazionali del 2015, il 21% (con Izquierda Unida) nel 2016, e la conquista del governo delle principali città spagnole.

Destra estrema e nuove maschere

di Michele Prospero 
Per cogliere il senso della domanda posta da Carlo Smuraglia, sulla esistenza e sulle forme attuali della insidia fascista, bisogna andare oltre la ricognizione delle espressioni organizzate di una destra radicale che ovunque mostra una certa vitalità e anche una capacità di mobilitazione tra i giovani. Una radiografia quantitativa delle formazioni, spesso ultraminoritarie, che sono diffuse in tutti i paesi europei, e si presentano nelle piazze con i simboli del nazismo o del fascismo, non basta a cogliere l’ampiezza del fenomeno del sovversivismo di destra, che, in certe condizioni di emergenza, può sbriciolare le democrazie.

Ecco a voi la scuola renzi/giannini-gentiloni/fedeli

di Marina Boscaino 
Le elezioni sembrano essere vicine. Non pago dell’atto di prevaricazione più violento subìto dalla scuola nel corso della sua storia – l’approvazione della legge 107, la cosiddetta “Buona Scuola”, con voto di fiducia, nell’estate del 2015 –, il governo Gentiloni ha approvato quasi fuori tempo massimo 8 deleghe su 9 di quelle previste dalla legge stessa, sulle quali si stanno in questo momento svolgendo le audizioni di sindacati ed associazioni. “Si è stabilito un rapporto di reciproco ascolto con tutte le componenti della scuola”, ha affermato la ministra Fedeli.

Due anni di governo Tsipras. Intervista a Andreas Nefeloudis

Intervista a Andreas Nefeloudis di Tiziana Barillà
Lavoro e welfare. Cosa insegna l’esperienza greca? Ne discutiamo con Andreas Nefeloudis, segretario generale del ministero del Lavoro greco. Economista, nel novembre del 1974, appena maggiorenne è stato incarcerato dai Colonnelli nella terribile isola deserta di Gyaros per via della sua partecipazione nel coordinamento dell’occupazione del Politecnico di Atene, occupazione repressa con l’invasione dei carri armati. Nefeloudis ha seguito tutte le avventure e disavventure del comunismo democratico greco, dopo la dissoluzione del Partito Comunista, da Synaspismos fino a Syriza.

L'Italia sul letto di Procuste

di Edoardo Laudisi
Il letto di Procuste, il brigante che secondo la mitologia greca aggrediva i viandanti e li straziava battendoli con un martello su un'incudine a forma di letto scavata nella roccia, indica il tentativo di ridurre le persone a un solo modello, un solo modo di pensare e di agire. C’è chi dice che la crisi italiana sia colpa dell’Euro, c’è chi dice invece che sia colpa del nostro sistema malato. Una brutta notizia: hanno ragione entrambi. Sul primo punto già da diverso tempo una serie di economisti stanno ribaltando il mantra degli ultimi dieci anni: al di fuori dell’Euro non c’è salvezza, in: la salvezza (non solo di noi italiani) sta fuori dall’Euro.

La questione dell'immigrazione tra sovranismo e razzismo

di Guido Viale 
Si può essere sovranisti in campo economico (no all'euro e all'Unione europea, sì a svalutazioni competitive e protezionismo, ecc.) senza essere anche razzisti in campo politico? Il razzismo di oggi si manifesta innanzitutto nell'atteggiamento e nelle misure da adottare nei confronti dei profughi: il principale problema politico, oltre che sociale e culturale, che l'Europa, e con essa l'Italia, si trova di fronte; quello che ne mette in crisi la coesione sia tra gli Stati membri che all'interno di ogni paese; e che continuerà a sussistere nei prossimi decenni, perché nasce da processi epocali.

Hamon e il reddito di cittadinanza

di Antonio Negri 
È strano trovare interesse ad una campagna elettorale – non mi capitava da molto tempo. Quando Benoît Hamon ha vinto le primarie socialiste francesi, guardandolo alla televisione ho sentito, con sorpresa, un po’ d’aria buona. Proponendo un reddito di cittadinanza decente e incondizionato, Hamon è arrivato in testa alle primarie socialiste. Lo dico subito: è impossibile che possa determinare una rottura definitiva di un sistema marcio. La sua solitudine è stata d’altronde implacabilmente denunciata da una serie di interventi nemici e amici… .

I referendum della CGIL ed il futuro del mondo del lavoro

di Stefano Barbieri 
Matteo Renzi ed il suo governo, quello precedente e quello attuale, hanno raggiunto il risultato del famoso 40 %. Solo che non si tratta di consenso elettorale come l’ex premier immagina, ma del dato reale del tasso di disoccupazione tra i giovani dai 15 ai 24 anni rilevato alla fine del mese di dicembre 2016 dall’ ISTAT. Anche in questo caso, come nelle analisi che precedentemente sono state fatte nel corso dell’anno, impietosamente l’Italia si schianta anche nel raffronto con il resto dell’Europa che si attesta, nella stessa categoria anagrafica, attorno al 20-21%.

Il risveglio nazionalista: perché Trump rischia di aggravare la crisi europea

di Nicola Cucchi
Dal giorno dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca si susseguono proteste per strada dei tanti cittadini statunitensi che non si riconoscono nelle politiche del nuovo Presidente. Nel contempo in Europa notiamo lo smarrimento dei leader europei al governo, che cercano di prendere le distanze dai tanti eccessi trumpiani, senza voler mettere in discussione la funzione protettiva dell’alleanza atlantica. In ogni caso gli equilibri euro-americani sembrano in procinto di mutare, con le nuove destre europee che sperano di crescere grazie alla spinta ultra-nazionalista che viene da oltreoceano.

Che cos'è il popolo

di Nadia Urbinati 
“Il popolo” è tra le categorie politiche quella forse più ambigua e più abusata, al punto di essere adottata addirittura per designare un partito (Il Popolo della Libertà) come se “la parte” e “il tutto” si identificassero; anzi, come se la parte si proponesse come identica al tutto nelle idee politiche e nei valori. L’origine del termine popolo è latina e nella tradizione romana repubblicana aveva un significato di opposizione/distinzione rispetto a un’altra parte di cittadini che non era popolo: l’aristocrazia o il patriziato, ovvero il Senato come organo politico e, quindi, componente della sovranità repubblicana insieme al popolo.

Evitare la catastrofe. Appunti teorici per orientarsi nel presente

dei Centri Sociali Del Nord Est
Con il nuovo anno non mancano i buoni “vecchi” propositi: il movimento che trasforma lo stato di cose presenti, o, che dir si voglia, la rivoluzione. Facendo tesoro di ciò che di buono c’è stato l’anno passato, e consapevoli che molto ci sia ancora da fare, vogliamo provare a mettere nero su bianco alcune riflessioni che ci vengono dalle uniche due attività essenziali del fare politica: osservare la realtà che ci circonda senza paraocchi ideologici di qualsiasi matrice, e provare a determinarla cambiandone la direzione attraverso l’iniziativa e l’organizzazione politica.

Meno diritti ai migranti per tacitare le destre

di Alessandro Dal Lago
Il decreto sull’immigrazione varato ieri dal Consiglio dei ministri (insieme all’altro, immancabile, sulla sicurezza urbana) segue le iniziative del ministro Minniti in tema di blocco degli sbarchi (accordi con Libia, Niger ecc.). E come queste, è destinato al fallimento. Ovviamente, sulla pelle di migranti e profughi. Il decreto, in sostanza, prevede due tipi di misure: lo «snellimento» delle procedure di riconoscimento del diritto d’asilo e la «razionalizzazione» dei Cie, che da oggi vengono denominati Cpr, Centri permanenti per il rimpatrio. La tendenza tipicamente governativa di cercare di risolvere i problemi cambiando nomi e sigle è soddisfatta ancora una volta.

Solo il populismo ci salverà dai populisti

di Paolo Gerbaudo
L’insediamento di Trump come presidente degli Stati Uniti è un evento che deve far riflettere la sinistra e i movimenti. Come è possibile che siamo arrivati a questo punto? Quale livello di cinismo e disperazione ha portato il popolo statunitense a scegliere come proprio comandante in capo un personaggio così squallido e pericoloso? Ma soprattutto perché la sinistra si è dimostrata incapace di catturare la rabbia popolare provocata dalla crisi economica del 2008? Queste domande non riguardano solo la politica americana ma ci toccano da vicino. Non solo perché quello che succede negli Stati Uniti ci riguarda a causa del loro ruolo di egemoni globali.

La globalizzazione deglobalizzata

di Marco Bertorello 
Provando ad andare oltre uno sguardo superficiale, il ritorno del sovranismo politico potrebbe essere letto non solo e non tanto come l’espressione di una pulsione popolare, ma come il riflesso di processi economici avviati da un po’ di tempo. La crisi della globalizzazione non ha solo dato vita a un populismo di stampo nazionale ma anche al tentativo di autodifesa per le stesse classi dirigenti che della globalizzazione sono state le principali beneficiarie. L’«Economist» recentemente ha sottolineato come sia in corso un «rimpatrio» delle multinazionali dei paesi più ricchi dai loro avamposti in giro per il mondo. Tale processo non è frutto di un tentativo di mettersi al riparo dai problemi di ordine politico emersi in questi mesi, ma da quelli economici in corso da alcuni anni.

Di cosa parlano le (pubbliche) ferite del caso Berdini

di Tomaso Montanari 
Ma davvero il cuore della vicenda Berdini è la monumentale ingenuità – la coglioneria, come dice lui stesso – del protagonista suo malgrado? Io non lo credo. Questo triste passaggio illumina altre nostre ferite. La prima. Davvero c’entra qualcosa il giornalismo con questa storia? C’era una notizia? Quale? Immaginiamo per un attimo un Paese in cui i giornalisti registrino e trascrivano ogni loro informale conversazione con uomini pubblici: ci rendiamo conto del grottesco inferno cui andremmo incontro? Tutti citano il dettaglio del precariato dell’‘intervistatore’ per dimostrare che Berdini fosse cosciente di parlare con un giornalista.

Le deleghe sulla “Buona Scuola”: una prima analisi

di Clash City Workers 
Il 17 Gennaio scorso sono stati pubblicati i testi degli schemi di decreto legislativo per l'attuazione della legge 107: dopo le polemiche dei primi giorni abbiamo fatto fatica a trovare analisi complessive. Eppure si tratta di un intervento a rullo compressore, che va a peggiorare ulteriormente una legge già pessima: nelle stesse scuole il silenzio è stato tombale. Ci siamo decisi, dunque, a leggere uno per uno gli schemi e a provare ad analizzarli: tra di noi ci sono docenti di ruolo, docenti in formazione, precari della scuola e della ricerca e formatori “informali”, tutti con competenze limitate rispetto ai propri campi d'intervento, ma nessun “esperto”: gli “esperti”, del resto, tacciono, mentre sarebbe il caso di gridare.

L’altra economia di Bergoglio

di Paolo Cacciari
Papa Bergoglio con un discorso pronunciato in Vaticano il 4 febbraio scorso ha compiuto un passo decisivo nella definizione del suo pensiero in materia di economia. L’occasione è stata un’udienza con il movimento dell’Economia di Comunione che si ispira a Chiara Lubich, un’imprenditrice che negli anni ’70 in Brasile dette vita ad esperimenti di imprese organizzate in “cittadelle” industriali che si sono date la regola di ripartire i profitti a beneficio dei dipendenti e di “coloro che sono nel bisogno”. Anche in Italia, a Loppiano in Toscana, esiste un Polo produttivo di imprese che seguono i principi dell’Economia di comunione e una Scuola di Economia civile coordinata dall’economista Luigino Bruni.

Le rivolte di un mondo senza direzione

di Giulio Azzolini
Nella primavera di dieci anni fa non servivano sismografi troppo sofisticati per avvertire come fosse sul punto di sgretolarsi, non solo in Europa, la base di fiducia su cui si erano retti fino ad allora i sistemi politici nazionali. Poco prima che lo scoppio della bolla dei mutui subprime gettasse nel panico, con la borsa di Wall Street, l’economia mondiale, stava montando un insostenibile clima di risentimento nei confronti della classe politica – sintagma curiosamente rispolverato nell’accezione di minoranza chiusa e organizzata, conferitagli per primo, alla fine dell’Ottocento, dallo scienziato politico siciliano Gaetano Mosca.

Trumpeide

di Felice Mometti 
Le guerre-lampo non basta annunciarle e predisporle, bisogna anche vincerle in un tempo breve, altrimenti c’è il rischio che si incancreniscano e diventino permanenti. Il diluvio di ordini esecutivi e di aggressivi tweet “politicamente scorretti”, di queste settimane, della coppia Trump-Bannon hanno lo scopo di non fare assorbire lo shock, alla maggioranza numerica dell’elettorato americano, dell’elezione a Presidente del tycoon newyorkese. Tenere aperta la frattura politica, evidenziata con il voto, è il solo modo che l’amministrazione Trump ha per cercare di consolidarsi.

Il ruolo della cultura nella crisi dell’Europa

di Marcelo Expósito
Parlare di cultura in Europa oggi non è facile. Soprattutto se col termine “cultura” ci riferiamo alle politiche culturali delle istituzioni nazionali e sovranazionali europee. Penso che il momento sia particolarmente delicato per due ragioni in particolare. Primo, perché da diversi anni assistiamo a un lento cambio di orientamento nel discorso dell’amministrazione culturale in Europa. La seconda ragione ha invece a che vedere con la generale situazione di crisi in cui versa l’Europa, i cui legami con il ruolo della cultura nelle nostre società non sono sempre evidenti nel dibattito pubblico.

A sinistra qualcosa si muove

di Rino Genovese
Non in Italia, paese ancora politicamente soffocato tra Renzi e Grillo, ma in Europa qualcosa a sinistra si muove. Non mi riferisco tanto all’Inghilterra di Corbyn, il cui pur positivo successo presso la base labour è limitato dalla sua posizione isolazionista euroscettica, quanto piuttosto alla Francia e perfino alla Germania, paese in cui il primato di Merkel è insidiato oggi non soltanto a destra ma anche a sinistra – per quanto incredibile possa sembrare – dall’ex presidente del parlamento europeo Martin Schulz. La possibilità che l’Europa cambi musica è inevitabilmente appesa al filo di un mutamento di rotta dei partiti socialisti e socialdemocratici, in collegamento con le formazioni anti-austerità emerse negli ultimi anni.

I nuovi barbari e il cortile di casa: Trump e l'America Latina

di Marco Consolo
In questo articolo, non si pretende analizzare le linee della futura politica estera di Washington su scala globale, ma si cerca di mettere a fuoco il possibile rapporto con il suo tradizionale “cortile di casa”, l’America Latina ed i Caraibi. È più che probabile che continui e si intensifichi l’offensiva nei confronti dei governi progressisti, ed in particolare contro Cuba, la Repubblica Bolivariana del Venezuela, la Bolivia e l’Ecuador. Ma non c’è dubbio che le prime mosse hanno creato inquietudine e spiazzato anche gli alleati tradizionali degli USA in America Latina. Dopo la strategia del “soft power” dell’Amministrazione Obama e di Hillary Clinton (che ha organizzato ed appoggiato i “golpe istituzionali” in Honduras, Paraguay e Brasile), cambia la musica. Ma andiamo con ordine. 

La “beffa” del Governo sulla Legge d’iniziativa popolare sulla pace e il disarmo

di Andrea Maestri 
Ieri mattina alla Camera dei Deputati è stata messa in scena un’ulteriore beffa ai danni di cittadine e cittadini: è stata respinta la proposta di legge popolare “Trattati internazionali, basi e servitù militari”, presentata da cittadine e cittadini nel lontano 2008 e, grazie all’ipocrita magnificenza del Governo, mantenuta all’ordine del giorno ai sensi dell’articolo 107, comma 4, del Regolamento. Immaginiamo per un momento la gioia enorme e le speranze di quelle persone che, dopo essere riuscite a raccogliere l’enorme numero di 50mila firme, hanno presentato con convinzione la proposta di legge popolare nel 2008, e le speranze che riponevano in quel gesto perché convinte di aver posato la prima pietra di un processo di riconversione alla pace e al disarmo.

L'incostituzionalità dell'Italicum in continuità con quella del Porcellum

di Andrea Pertici
La Corte costituzionale ha depositato la sentenza (n. 35 del 2017) dichiarativa dell'incostituzionalità dell'Italicum di cui possiamo quindi esaminare le motivazioni. A prima lettura, queste ci convincono. Immaginiamo che alcuni critici dell'Italicum non saranno forse del tutto soddisfatti da una sentenza che lascia comunque in piedi aspetti discutibili della legge, come i capilista bloccati, le candidature plurime (salva l'eliminazione del diritto di scelta in quale collegio essere eletti) o un premio di maggioranza conseguibile al primo turno se si raggiunge il 40% dei voti.

Il presidente Öcalan, il popolo kurdo, il processo di pace in Turchia

di Luigi d'Alife
Il 15 febbraio 1999, Öcalan fu catturato in Kenya da agenti speciali turchi in un'operazione clandestina sostenuta da un'alleanza dei servizi segreti di CIA e Mossad (che all'epoca fu ufficialmente accettata dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti). Fu rapito e consegnato allo Stato turco. Poco meno di un anno prima, Öcalan fu costretto a lasciare la Siria dove viveva da oltre vent'anni, a causa della pressione della Turchia e dell'inasprirsi dei rapporti che stavano portando i due paesi sull'orlo di un conflitto armato. Dalla seconda metà degli anni 90, le relazioni tra Turchia e Siria hanno vissuto momenti di forte tensione dovute alla strumentalizzazione della questione curda da parte del regime di Hafez al Assad per ottenere dalla Turchia concessioni su questioni strategiche come la gestione delle riserve idriche del Tigri e dell’Eufrate.

Marchionne e il piscio degli operai

di Giorgio Cremaschi 
Il male e chi lo fa a volte vengono associati ad odori spesso disgustosi. La guerra e i potenti che la scatenano sono entrati nella memoria assieme all'odore del sangue,del ferro, della polvere da sparo, più recentemente a quello di benzina del napalm. I miasmi della terra dei fuochi emanano dai rifiuti sepolti dalla camorra, mentre i veleni che vengono dall'Ilva e che uccidono a Taranto sentono di carbone. Reale o simbolico il cattivo odore è spesso un segno di violenza e oppressione. Che odore associare alla FCA di Sergio Marchionne ce lo dice quanto avvenuto alla Sevel in Abruzzo, fabbrica del gruppo dove migliaia di operai costruiscono furgoni che vengono venduti in tutto il mondo.

Errejon e Iglesias, due visioni distinte dell’azione politica

di Manolo Monereo
Non è facile capire il dibattito reale in corso all’interno di Podemos, anche se in fondo continua a essere il dibattito che lo ha visto nascere. Provo a spiegarlo. La prima questione importante, è che in Spagna è in corso una crisi di regime. Se c’è qualcosa che negli ultimi 30 anni ha funzionato bene, è stata la stabilità del sistema politico e un consenso sociale molto ampio; entrambi sono stati costruiti attorno alla promessa di crescita economica, benessere sociale e appartenenza all’Ue intesa come destino. Il Psoe è stato per molti versi il partito del regime: garantiva la modernizzazione capitalista, si allineava agli interessi dei gruppi economici dominanti e otteneva un rilevante consenso tra le classi lavoratrici.

Un punto fermo da dove ripartire

di Aldo Carra 
Il centro sinistra guadagna quotazioni e lo fa soprattutto nell’area politica e intellettuale della sinistra. Alla base c’è la preoccupazione di un ulteriore slittamento della politica italiana verso destra, sull’onda di populismi e neofascismi che avanzano e che trovano in Trump il simbolo dei rischi che corriamo. Quindi le diverse posizioni espresse non si possono derubricare nel capitolo nostalgia.

Victor Serge e la Russia post-rivoluzionaria

di Sandro Moiso
Con la ripubblicazione, a ottant’anni di distanza dalla sua prima edizione e a quarantaquattro anni dalla prima edizione italiana, dell’efficace sintesi di Victor Serge della storia della rivoluzione bolscevica, dai suoi esordi alle grandi purghe degli anni Trenta, la casa editrice Bollati Boringhieri sembra essersi accollata il merito di inaugurare un anno che molto probabilmente sarà, nel bene e nel male, ricco di rievocazioni di un evento fondamentale per la storia del Novecento. Anno che correrà il rischio di vedere schierate da un lato le rievocazioni tardo-nostalgiche e acritiche e dall’altro le interpretazioni più distruttive e liquidatorie di un avvenimento rivelatosi determinante sia per la storia del movimento operaio che per quella del XX secolo.

Quello che ci ha voluto dire Michele

di Alfonso Gianni 
Quando si vogliono mettere in luce le clamorose contraddizioni del mondo contemporaneo spesso si confrontano le statistiche sull'aumento dell'obesità nei paesi più ricchi con quelle della fame nei paesi più poveri. Allo stesso modo si potrebbe dire dei suicidi per eccesso di lavoro, per esempio quelli registrati non molto tempo fa alla cinese Foxconn, la più grande e terribile fabbrica del mondo, e quelli di chi il lavoro non ce l'ha. Tanti anni fa si annoveravano frequenti casi di suicidio dei cassintegrati del Nord, che non sopportavano una vita ai margini della società produttiva.

Contro Trump nasce la lista della solidarietà tra scienziati

di Francesco Suman
L'ordine esecutivo firmato il 27 gennaio dal neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump (White House Executive Order 13769 "Protecting the Nation from Foreign Terrorist Entry into the United States", 27 January 2017) vieta ai rifugiati di sette paesi a maggioranza musulmana di posare piede su suolo statunitense per 120 giorni. Tali paesi sono Iran, Iraq, Siria, Libia, Somalia, Sudan e Yemen, con l'eccezione della Siria, i cui rifugiati vedono il loro ingresso negli Stati Uniti d'America vietato a tempo indefinito. L'ingresso di tutti i regolari cittadini di questi paesi invece è stato vietato per 90 giorni. La loro colpa: essere nati in un paese in cui la religione islamica è maggioritaria.

Per un femminismo del 99% e uno sciopero internazionale e militante l’8 Marzo

Le immense manifestazioni di donne del 21 Gennaio possono rappresentare l’inizio di una nuova ondata di lotte femministe militanti. Ma quale sarà esattamente il loro obiettivo? Dal nostro punto di vista, non è sufficiente opporsi a Trump e alle sue politiche aggressivamente misogine, omofobiche, transfobiche e razziste; bisogna anche rispondere agli attacchi del neoliberismo progressista allo stato sociale e ai diritti del lavoro. Mentre la misoginia spudorata di Trump ha rappresentato la miccia per la risposta massiccia del 21 Gennaio, l’attacco alle donne (e a tutti i lavoratori) è di gran lunga precedente alla sua amministrazione.

L'ultimo Marx e noi

di Annibale C. Raineri 
​Nel 2016 Donzelli ha pubblicato il libro di Marcello Musto L’ultimo Marx 1881-1883. Saggio di biografia intellettuale. Vale la pena soffermarcisi. Come chiarito dal sottotitolo, si tratta di un saggio di biografia intellettuale, che si avvale della gran mole di materiali che negli ultimi anni sono divenuti accessibili e che, secondo Musto, modificano l’immagine del vissuto e del pensiero di Marx fin ora consolidata. Anzitutto biografia: Musto ci consegna l’immagine di Marx uomo negli ultimi tre anni della sua vita, alle prese con le sofferenze, i dolori e le (poche) gioie che quegli anni gli hanno concesso, ma che conserva la sua umanità nonostante il destino ostile, che lo perseguita financo con un’avversione climatica che fiacca il corpo malato.

Cina e Stati Uniti partner strategici?

di Raúl Zibechi
In uno dei suoi più recenti articoli giornalistici, Immanuel Wallerstein torna su un tema che ha già trattato in precedenza: assicura che le due grandi potenze, Stati Uniti e Cina, diventeranno partner strategici. La sua analisi è solida e ha l’enorme pregio, al di là del rispetto che merita tutto il suo lavoro, di non essere nuova ma di apportare nuovi argomenti a quelli di cui si sta occupando da molto tempo. Wallerstein sostiene che il motivo principale delle discordie attuali consiste in quale dei paesi sarà il partner prevalente e quale il subordinato, nella futura e inevitabile alleanza.

Il governo (sostenuto dall’Europa) attua le politiche inaugurate dalla destra

di Stefano Catone 
Dopo la generale indignazione per le decisioni di Trump in materia migratoria (muro e #MuslimBan), sono di fatto passati sotto silenzio i provvedimenti firmati e annunciati dal nostro paese e dall’Unione europea, nonostante abbiano lo stesso identico fine. Se costruire un muro nel mezzo del Mediterraneo è impossibile, si possono siglare accordi internazionali che cercano di disegnare una vera e propria barriera sulle coste libiche. Prima di tutto, a inizio febbraio, è stato sottoscritto un accordo tra Italia e Libia dai vertici dei rispettivi governi.

Podemos a congresso

di Jonatham F. Moriche
Spesso si riduce l’origine di questo scontro alle differenti visioni di Iglesias ed Errejón sulla relazione tra Podemos ed Izquierda Unida e alle cause della sconfitta del 26 Giugno, sono però in realtà due diagnosi decisamente diverse, e a tratti incompatibili, sulla nostra società e le possibilità della sua trasformazione a separare i due candidati alla leadership. Per Errejón e i suoi, nelle società capitaliste avanzate come la nostra, dopo decenni di individualismo e de-politicizzazione neoliberale, una breccia incolmabile separa le ambiziose aspettative di rottura delle minoranza più informate, organizzate e mobilitate dalle grandi maggioranze sociali molto più passive e conservatrici, irrimediabilmente più spaventate dal disordine che dalla ingiustizia.

Democrazie rinnovabili?

di Giuseppe Palazzo
“Il passaggio completo alle energie rinnovabili rappresenta il cambiamento strutturale più radicale dall’inizio dell’era industriale. […] A perdere saranno indubbiamente i fornitori delle energie convenzionali, le proporzioni della sconfitta dipenderanno dalla loro disponibilità e capacità di riconvertirsi completamente, di rassegnarsi a quote di mercato in drastico calo e di trovarsi nuovi campi di attività, che non saranno più l’economia energetica. I vincitori del cambiamento saranno la civiltà mondiale nel suo insieme e le sue società ed economie nazionali e, all’interno di esse, le aziende tecnologiche, come pure numerose imprese locali e regionali.

Gli zapatisti e la simbologia di una proposta

di Simone Ogno
“È per questo che noi 43 popoli di questo paese, come Congresso Nazionale Indigeno, riuniti in questo quinto Congresso, concordiamo di nominare un Consiglio Indigeno di Governo con rappresentanti, uomini e donne, di ciascuno dei popoli, tribù e nazioni che lo compongono. E che questo consiglio si proponga di governare questo paese. E che avrà come portavoce una donna indigena del CNI, di sangue indigeno e che conosca la propria cultura. Vale a dire che avrà come portavoce una donna indigena del CNI che sarà candidata indipendente alla presidenza del Messico per le elezioni del 2018.”

Vecchi e nuovi problemi per l’economia tedesca

di Vincenzo Comito
Sono stati da poco pubblicati in Germania i dati economici per il 2016 ed essi appaiono molto positivi. Tra l’altro, il pil è cresciuto rispetto all’anno precedente dell’ 1,9%, cifra che, almeno in Europa, appare di tutto rispetto e comunque tale aumento è superiore a quello del 2015 ed, inoltre, esso si presenta come il più elevato degli ultimi cinque anni. Contribuisce al risultato una bilancia commerciale in forte avanzo: le esportazioni hanno raggiunto nel 2016 i 1,2 trilioni di euro, più di un terzo del pil (Jones, 2017); il saldo export-import si è collocato intorno ai 300 miliardi di euro ed esso ha superato persino quello della Cina di circa 50 miliardi ed ha inoltre raggiunto il 9% del pil.

Andrea Fumagalli e la grateful dead economy

di Stefano Lucarelli 
1. Ho provato una certa emozione ad avere tra le mani Grateful Dead Economy, quella stessa emozione che si prova quando si sta per ascoltare un LP, e si accarezza il disco nero man mano che lo si fa uscire dall’involucro di cartone – come cantavano i Pearl Jam in Spin the black circle. Non è solo per la fantastica immagine di copertina, dalla quale emerge uno strambo personaggio barbuto con quattro braccia e due gambe elastiche, fra le mani una mela viola rosicchiata, unosmartphone, una bella cannetta ancora da accendere e un bitcoin appena coniato.

Una frattura che si estende dal centro alla periferia, i viola della Catalogna

di Luca Tancredi Barone 
La frattura che attraversa Podemos si estende dal centro verso la periferia. E in Catalogna investe in pieno Podem, la marca catalana del movimento viola, colta in pieno processo di costruzione di un nuovo soggetto politico sotto l’egida della sindaca di Barcellona, Ada Colau. A guidare Podem Catalunya è il deputato al parlamento di Barcellona Albano Dante Fachín cresciuto come attivista contro le politiche sanitarie del governo di Artur Mas, e oggi affiancato da un’esecutiva affine al «terzo polo» di Podemos, il movimento anticapitalista.

Roma dei cittadini o Roma dei palazzinari? Con chi sta Virginia Raggi?

di Paolo Flores d'Arcais
Aver annunciato in campagna elettorale la scelta di Paolo Berdini quale assessore all’urbanistica (assessorato chiave in una città devastata nei decenni dallo strapotere dei palazzinari e perciò dalla speculazione edilizia) è stata una delle chiavi del successo di Virginia Raggi e del consenso straripante con cui è stata eletta: ha infatti neutralizzato e anzi più che compensato le ombre diffuse proprio in campagna elettorale sulla sua figura per le notizie dei trascorsi nello studio Previti. 

Legge elettorale, il passo di lato della Consulta

di Massimo Villone
La sentenza 35/2017 sull’Italicum dimostra che la grande e ostentata attesa delle forze politiche non aveva ragione di essere. Tutto quel che serviva era già desumibile dal comunicato del 24 gennaio. Le motivazioni rendono invece evidente che la Corte vuole mantenere una formale continuità con la sentenza 1/2014, evitando di contraddirla esplicitamente; al tempo stesso, non intende fare alcun passo avanti rispetto a quella pronuncia. Così è per il secondo turno di ballottaggio, che viene censurato per la mancanza di soglia in quanto continuazione del primo turno. Dunque, non perché idoneo di per sé a produrre una sproporzione eccessiva tra consensi reali e seggi attribuiti.

Precarietà e disoccupazione uccidono i giovani. Chi sono i responsabili?

di Fabio Marcelli
L’abbandono dei giovani, completamente lasciati a se stessi e senza la possibilità di costruirsi un futuro, costituisce senza dubbio uno dei tratti più inquietanti dell’attuale società capitalistica occidentale. Una drammatica testimonianza ce ne viene dalla lettera di addio lasciata da Michele, giovane grafico trentenne udinese, prima di suicidarsi. Un’estrema scelta individuale le cui radici sociali sarebbe tuttavia da sciocchi voler negare, tanto più che sono stati gli stessi genitori di Michele a sottolineare il legame esistente tra la scelta disperata del loro figlio e la situazione di precarietà che stava vivendo.

Progettare Babilonia. Città, spazi e politica

di Andrea Baldazzini 
Nel corso degli ultimi decenni il tema dello spazio, o per meglio dire, degli spazi, declinato nelle accezioni di città, territorio, comunità, luoghi, e insieme alle corrispondenti questioni relative alla loro progettazione, produzione, occupazione e condivisione, sembra destare un interesse sempre maggiore.

Cédric Herrou continuerà ad aiutare i migranti

di Anna Maria Merlo 
Cédric Herrou, un agricoltore di Breil-sur-Roya di 37 anni, giudicato per aver facilitato l’entrata in Francia di migranti dall’Italia e per averne ospitati qualche decina, sia in casa sua che in un centro di vacanze abbandonato della Sncf (ferrovie), è stato condannato a 3mila euro di multa, con la condizionale. Il pm aveva chiesto otto mesi di carcere (con la condizionale). Era comparso di fronte al tribunale di Nizza il 4 gennaio e il 18 gennaio era stato posto in stato di fermo per 36 ore. Ieri, sollevato per la pena leggera, Cédric Herrou ha affermato: «Continuerò». A gennaio, dopo il fermo, aveva dichiarato: «Resterò fedele alle mie convinzioni, la mia Francia continuerà a difendere i diritti di uomini, donne e bambini presenti sul suolo francese in nome dei valori che fondano la Repubblica».

Il Cowboy e il Dragone. Cina e Stati Uniti nell’ordine mondiale

di Luca Gaddi
Il crollo del Muro di Berlino ha spesso, nel mondo giornalistico ma anche accademico (si pensi al vituperato lavoro di Francis Fukuyama La Fine della Storia), portato diversi di coloro che si interessavano di relazioni internazionali e di studi strategici a parlare di inizio del “Secolo Americano”, inteso come il vero inizio di un’egemonia militare ed economica degli Stati Uniti d’America, rimasti unica superpotenza su scala globale dopo l’implosione dell’Unione Sovietica.