La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 15 ottobre 2016

Syriza e sinistra europea, una battaglia comune

di Paolo Ferrero
Cari compagni e compagne di Syriza, porto a voi ed al compagno Alexis Tsipras il saluto del Partito della Rifondazione Comunista. In questi anni abbiamo avuto un grande intreccio di riflessioni, speranze e pratiche politiche, fino ad arrivare alla presentazione nelle elezioni europee della lista “L’altra Europa con Tsipras”. La vostra gioia per la vittoria elettorale è stata anche la nostra gioia e voi avete il merito storico di aver dato vita in Europa al primo governo che ha messo in discussione le politiche neoliberiste e di austerità.

Sollevarsi, ribellarsi, resistere è utile! L’attualità antistrategica di Michel Foucault

di Valentina Antoniol
Il filosofo francese nacque a Poitiers il 15 ottobre 1926: oggi avrebbe compiuto 90 anni. Maestro, amico, compagno insostituibile: vogliamo ricordarlo con quest'articolo sull'importanza di resistere e ribellarsi. Sempre. «Non si detta legge a chi rischia la vita di fronte a un potere» (1). Così scriveva Michel Foucault in un articolo intitolato Sollevarsi è inutile?, apparso su «Le Monde» nel maggio del 1979. Con questo breve testo il filosofo rispondeva a coloro che, dopo la nascita della Repubblica Islamica e le brutalità perpetrate dal regime khomeinista, avevano rimproverato il suo sostegno alla rivoluzione iraniana.

Trasformazioni del welfare e lotta per l’egemonia post-crisi in Italia

di Franco Abidah
Il welfare è a vario titolo al centro del dibattito e dell’intervento politico di questi ultimi mesi. Che si considerino le erogazioni economiche dirette, i servizi sociali in senso stretto o l’insieme di quello che era designato in termini marxisti come salario sociale (sanità, istruzione, cultura), si tratta di uno dei settori della spesa pubblica, e dell’azione sociale in generale, maggiormente colpito dalle retoriche e dalle pratiche neoliberali sul libero individuo e la libera impresa che si sono sviluppate in Europa a partire dagli anni ’70 e che hanno conosciuto nuova linfa nell’attuale, prolungata, gestione della crisi.

Il vero quesito: approvate di spegnere la politica e non opporvi al potere?

di Raniero La Valle 
Mentre in Italia, nel mondo, nel Mediterraneo, in Siria, a Calais c’è tanta disperazione, noi siamo costretti a devolvere due mesi della nostra vita privata, e se non della nostra vita privata, della nostra vita pubblica, al referendum per cambiare la Costituzione. Questo referendum è stato caricato, da chi pretende l’approvazione della riforma, di significati epocali. Lasciamo stare i catastrofismi di chi dice che se non vince il Sì ci sarà una crisi come quella del ’29 con la gente che si suicida per la strada. È vero però che il 4 dicembre è stato enfatizzato come lo spartiacque da cui tutto dipende. Renzi ci aveva messo perfino la testa di presidente del Consiglio, anzi aveva messo in palio, come in “Lascia o raddoppia”, la sua stessa carriera politica; poi se ne è pentito e ora questo non lo dice più “nemmeno sotto tortura”. Però non pensa ad altro.

Machiavelli e Tocqueville votano No


di Michele Prospero 
Le bocche di fuoco dell’economia, della finanza, dell’impresa, delle tecnocrazie europee, persino i vertici dell’Inps, hanno enfatizzato il significato distruttivo che avrebbe il trionfo del no. Neppure la riesumazione del fantasma della repubblica dei soviet avrebbe ricevuto una delegittimazione così definitiva dalle agenzie del capitale. Il bello è che i populisti al potere si sbracciano per dire che «con il no nulla cambia». E poi però, proprio alla vittoria dei gufi, attribuiscono dei mutamenti radicali di sistema che abbracciano la politica e l’economia. Gli elettori potrebbero sentirsi tentati dalla liberatoria opportunità di far saltare i brutti giochi dominanti.

Il diavolo non fa i coperchi neanche per le pentole che vende Renzi

di Giorgio Cremaschi 
Nonostante gli sforzi del governo Renzi e dei suoi alleati Marchionne e Confindustria, i salari non sono ancora precipitati così in basso. Un ferroviere, una maestra d'asilo, un operaio edile che abbiano accumulato almeno 35 anni di contributi regolari non portano a casa, per fortuna, meno di 13.000 euro netti all'anno. Eppure Renzi e Poletti hanno messo proprio quel tetto come condizione per accedere al famigerato anticipo pensionistico, l'APE, che scatterebbe dopo i 63 anni di età. Anche così, comunque, non pare che sia gratis l'operazione, visto che si dovrà accedere ad un mutuo ventennale e pagare una polizza che assicuri la banca contro i rischi di morte o insolvibilità del pensionato.

La NATO contro la pace e la coesione europea. E Renzi si accoda

di Piero Bevilacqua 
Se il nostro presidente del Consiglio fosse uno statista potrebbe sparigliare le carte, con una mossa che toglierebbe il sonno a non pochi governi. Il ritiro unilaterale dei nostri soldati, circa 4.500, dai vari teatri di guerra e il disimpegno economico del nostro stato in spese belliche: oltre 29 miliardi di euro nell’anno 2015, circa 80 milioni al giorno, secondo i dati dell’agenzia indipendente Stockolm International Peace Research. Tutto il contrario di quel che sta accadendo con lo schieramento dei paesi Nato ai confini della Russia, e con un contingente di nostri militari che andrà in Lettonia. Uno sperpero di denaro pubblico con cui potremmo organizzare una dignitosa accoglienza dei migranti.

L’America Latina al crocevia, il socialismo la nostra ricerca

di Rodrigo Cabezas Morales 
L’America latina e i Caraibi sono in fermento. Nel loro spazio umano e territoriale è ingaggiata una battaglia dalle conseguenze storiche, le forze politiche della conservazione e del capitale realizzano un’offensiva per recuperare l’egemonia politica persa agli inizi del XXI secolo. Non dovrebbe sorprendere nessuno, a sinistra, che gli Stati Uniti con la loro politica estera imperiale e attraverso l’uso della propria forza economica, militare e politica, vi siano coinvolti come attori principali per realizzare il loro spregevole obiettivo di dominare e subordinare ciò che considerano il loro “cortile di casa”. La logica del capitale e dell’egemonia sull’emisfero glielo impone. 

Ancora cinquanta giorni di lotta per dire NO ai nemici della Costituzione più bella del mondo

di Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Tomaso Montanari, Nadia Urbinati, Gustavo Zagrebelsky 
Tra cinquanta giorni, il prossimo 4 dicembre, il Governo Renzi chiederà agli italiani: «volete contare di meno, volete meno democrazia, volete darci mano libera?». Noi risponderemo di No. Perché non vogliamo contare di meno, non vogliamo meno democrazia, non vogliamo dare mano libera a questo, come a qualunque altro governo. Una classe politica incapace e spesso corrotta prova a convincerci che la colpa è della Costituzione: ma non è così. A chi ci dice che per far funzionare l’Italia bisogna cambiare le regole, rispondiamo: noi, invece, vogliamo cambiare i giocatori.

I comuni nella trappola del debito

di Marco Bersani 
Quando si dice che gli enti locali sono uno dei luoghi di precipitazione della crisi, perché è soprattutto su di essi che si sono scaricate nel tempo le misure liberiste di austerità previste dai vincoli finanziari di Maastricht, non si sta facendo una considerazione astratta: secondo l’ultimo rapporto Ifel (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale) dell’Anci, sono 84 i Comuni italiani in stato di dissesto e 146 gli enti locali (10 Province) che, in stato di pre-dissesto, hanno aderito alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Si sta parlando di un trend in ascesa: se nel 2011 erano 3 i Comuni finiti in default, sono diventati 21 nel 2014.

La strategia del vedo-e-non vedo sui tagli alla Sanità pubblica

di Roberto Ciccarelli 
Tagli alla sanità spacciati come un aumento. La logica è solo apparentemente paradossale. È il gioco del vedo-non-vedo che il Sistema Sanitario Nazionale subisce da quando è iniziata l’austerità, ogni fine d’anno, in coincidenza con le manovre finanziarie. Nella stessa direzione vanno le indiscrezioni, smentite con poca convinzione dal ministero della Salute, nelle ore che ci separano dalla presentazione della legge di bilancio 2017 che dovrebbe essere licenziata oggi dal Consiglio dei Ministri. Li temono le Regioni che ieri si sono incontrare a Roma per una conferenza straordinaria. Cercano di ammorbidire una manovra che si preannuncia pesante per gli enti locali.

Supersfruttamento e taylorismo digitale

di Carlo Formenti 
Una delle caratteristiche peculiari della terza rivoluzione industriale consiste nel fatto che le tecnologie digitali non si limitano a incrementare l’estrazione di plusvalore relativo – in quanto generano aumenti di produttività che riducono la parte di giornata lavorativa necessaria a produrre il valore dei mezzi di sussistenza del lavoratore – ma, nella misura in cui favoriscono l’estensione illimitata del tempo di lavoro, aumentano anche la produzione di plusvalore assoluto.

Quel debito indebito

di Alex Zanotelli 
Una giornata di studio sul debito pubblico e un’occasione per rilanciare un movimento popolare che torni ad occuparsi sistematicamente di questo tema. È il significato dell’assemblea nazionale sul debito che si è tenuta a Palazzo ducale di Genova il 19 luglio. L’incontro nella Genova di don Andrea Gallo (1928-2013) ha messo insieme movimenti laici e organizzazioni cristiane, tra questi l’Attac – associazione per la tassazione delle transazioni finanziarie, l’Arci, il Centro nuovo modello di sviluppo, la commissione per l’audit del debito pubblico del comune di Parma, Pax Christi Italia, la Fondazione Lorenzo Milani.

Perché bisogna battere Renzi

di Piero Bevilacqua 
E invece non bisogna solo sbarrare la strada a una cattiva riforma della Costituzione e al disegno neopresidenzialista della legge elettorale. Occorre sconfiggere Renzi per ragioni drammaticamente più serie. La presente riflessione è indirizzata ai tanti democratici, intellettuali, giornalisti e varie altre personalità pubbliche che considerano Renzi, nella presente situazione italiana, il male minore. E invece anche una sommaria considerazione ci consente di vedere e prevedere, fuori da ogni ragionevole dubbio, che egli è il male peggiore.

Dalle fabbriche e dai territori: un No costituente di un nuovo protagonismo popolare

di Checchino Antonini 
C’è un dottore, Daniele Pigoli, che gira per Brescia – stetoscopio, camice e tutto il resto – e rilascia certificati di “sana e robusta Costituzione” a chi pronuncia un No deciso. Dalle spiagge di Pescara e Venezia sono stati avvistati dei “pedanò”, imbarcazioni a pedali schieratissime contro la riforma Renzi-Boschi. Ciclisti a favore del No stanno attraversando le strade di Firenze, Lecce, Genova e Milano. Non c’è solo il giro d’Italia in moto di Di Battista, peraltro disturbato dalle infelici vicissitudini della Giunta Raggi: sulle spiagge, nei luoghi di villeggiatura, nelle città, ai margini delle Feste dell’Unità o ai margini delle zone rosse disposte per gli eventi a cui partecipa il premier, sono in azione i comitati per il No al referendum costituzionale perché, sostengono, questa riforma, che squilibra l’assetto fra i poteri a vantaggio dell’esecutivo, è stata scritta sotto dettatura del governo da un parlamento eletto con una legge incostituzionale.

Per un lessico neomunicipalista

di Francesco Festa
Secondo interpretazioni da manuale, il municipalismo è la tendenza a difendere gli interessi delle autonomie locali contro gli interessi più generali. Un provincialismo da genius loci: dai tratti fortemente identitari in difesa di “comunità immaginate” e con un forte senso dei luoghi. Invece, il neomunicipalismo è la costruzione di autonomia e l’organizzazione di ciò che non è né di proprietà pubblica, né di proprietà privata, ma è comune. Il neomunicipalismo è l’organizzazione del comune a partire dagli desideri e dai interessi di chi abita la città, e contro le politiche di austerità della Troika, la governance finanziaria europea e le politiche neoliberiste dei governi nazionali.

L’Ape velenosa del governo Renzi

di Riccardo Chiari 
Il governo innesta nottetempo alla già discussa Ape un pungiglione velenoso: aumentano gli anni di contributi necessari per poter accedere all’anticipo pensionistico “agevolato” (cioè gratuito), che passano da 20 a 30 se il lavoratore è disoccupato, e addirittura a 36 se è ancora attivo. “Si tratta di una novità – spiega Cesare Damiano, dem insospettabile di fronda – che configura l’intervento come pensione di anzianità e non di vecchiaia: 63+36, torniamo a quota 99?”.

L'ABC della democrazia costituzionale che Renzi e il Pd non conoscono

di Gaetano Quagliariello 
Il fronte governativo e il fronte del Sì (che poi sono la stessa cosa) devono averla presa proprio male, se da due giorni, tra un annuncio mirabolante e l'altro, hanno deciso di dedicarsi anima e corpo alla character assassination della variopinta platea presente mercoledì pomeriggio all'iniziativa per il No promossa dalla fondazione Italianieuropei di Massimo D'Alema e dalla fondazione Magna Carta da me presieduta. Personalmente, un'idea sulle ragioni di tanto nervosismo me la sono fatta. Il punto è che al di là dell'estetica e delle irrisioni, al di là delle schermaglie e delle rappresentazioni caricaturali, l'immagine di quella sala ha reso plasticamente, come il negativo di una fotografia, la solitudine di Matteo Renzi.

La guerra sporca dell’Italia in Yemen

di Giorgio Beretta
Potrebbero essere di fabbricazione italiana le bombe che sabato scorso hanno colpito l’edificio a Sana’a in Yemen dove era in corso una cerimonia funebre causando 155 morti e più di 530 feriti. Il corrispondente della tv britannica ITV, Neil Connery, che è entrato nell’edifico poco dopo il bombardamento, ha infatti pubblicato via twitter la foto di una componente di una bomba che, secondo un ufficiale yemenita, sarebbe del tipo Mark 82 (MK 82).

Necropolitica. Chi può vivere e chi deve morire

di Achille Mbembe 
L’assunto di questo saggio1 è che l’espressione ultima della sovranità consista, in larga misura, nel potere e nella capacità di decidere chi può vivere e chi deve morire2. Uccidere o permettere di vivere definiscono perciò i limiti della sovranità, i suoi attributi fondamentali. Esercitare la sovranità significa esercitare il controllo sulla mortalità e definire la vita come il dispiegarsi e il manifestarsi del potere. Si potrebbe riassumere in questi termini ciò che Michel Foucault (1975, 213-214) ha indicato come biopotere: quell’ambito della vita sul quale il potere esercita il proprio controllo.

Edili, giustizia per un lavoro usurante

di Alessandro Genovesi 
Siamo tutti consapevoli che una legge finanziaria per sostenere la crescita si scontra con le condizioni di finanza pubblica e con le politiche di austerità dell’UE. Eppure in queste ore, dove si vanno individuando le priorità, è sempre più evidente il nesso che potrebbe e dovrebbe esserci tra interventi sul sistema pensionistico, riqualificazione e rilancio di settori strategici. L’edilizia è da questo punto di vista un settore chiave.

Renzi alla guerra di Russia. Servirebbe uno statista, abbiamo uno sbruffone

di Fabrizio Casari
Con una decisione gravissima, presa alla chetichella e venuta alla luce solo grazie a fonti giornalistiche, il governo italiano ha deciso di inviare 140 militari in Lettonia, al confine con la Russia. Agirebbero nell'ambito di una forza multinazionale NATO sotto comando canadese - complessivamente tra i 3 e i 4mila uomini sottoposti a rotazione - che sarebbero a difesa delle frontiere esterne con la Russia nelle repubbliche baltiche e nella Polonia orientale, in ottemperanza a quanto deciso dal recente vertice NATO di Varsavia. La notizia, emersa da un'intervista al segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, è stata confermata dai ministri Pinotti e Gentiloni.

Armi all'Arabia. Una bomba a orologeria per l’amministrazione Usa. E non solo

di Francesco Martone 
La vicenda delle bombe italiane e dei crimini di guerra in Yemen solleva alcuni pesanti interrogativi. Il primo: inviare bombe all’Arabia Saudita equivale a fare la guerra per interposta persona contro il Daesh in Yemen? Che l’invio di armi a paesi in conflitto fosse considerato una «soluzione win-win» per la quale da una parte si partecipa alla guerra senza inviare «scarponi sul terreno» e dall’altra si privilegia la crescita del settore industriale degli armamenti, è chiaro.

Su Assad "anti-imperialista". Contro padroni e mitologie della geopolitica

di Rojava Resiste
Cercheremo di non farla troppo lunga. Ma vogliamo essere chiari. Nella logorante epoca del conflitto asimmetrico, le geometrie variabili e le guerre coperte ci hanno logorato a lungo, non potendo trovare di fatto un punto di riferimento, un’esperienza che avesse il coraggio di dichiararsi rivoluzionaria e di netta rottura. La sconfitta storica degli eserciti di liberazione e delle opzioni gradualiste ha lasciato spazio a fedeltà che hanno il sapore della mitologia: come se bastasse dichiararsi contro gli Stati Uniti per ottenere la patente di “anti-imperialista”.

Legge di stabilità, i giovani possono attendere

di Roberta Carlini
Il giovane Renzi si trasforma da rottamatore in benefattore di anziani? A leggere quel che già si sa della manovra 2017, sì. Il capitolo principale della manovra per il 2017 che si sta scrivendo riguarda le pensioni. O meglio, i pensionati attuali. Una buona parte di loro beneficerà dell’aumento delle pensioni più basse, che avverrà attraverso tre canali: un aumento della quattordicesima per le pensioni basse che già ne godono (ossia le pensioni pari almeno a 1,5 volte il livello minimo: sono 2,1 milioni di pensionati), l’estensione della quattordicesima stessa anche alle pensioni della fascia superiore, fino a due volte il minimo (e qui si coprono altri 1,2 milioni di persone), l’allargamento della “no tax area”.

Contro la democrazia recitativa. Intervista a Emilio Gentile

Intervista a Emilio Gentile di Simonetta Fiori 
L'oligarchia è la sola forma di governo democratico, come sostiene Eugenio Scalfari? O l'oligarchia è governo dei pochi che curano solo il proprio interesse a danno dell'interesse pubblico, come sostiene Gustavo Zagrebelsky? Mentre su questo giornale si svolge il dibattito sul rapporto tra democrazia e oligarchia, esce nella collana Idòla di Laterza un libro dello storico Emilio Gentile dalla copertina quanto mai pertinente: In democrazia il popolo è sempre sovrano, con accanto un bollino rosso Falso!. Avendo studiato per decenni i regimi totalitari, ora Gentile s'è preso la briga di vedere come funziona veramente la democrazia rappresentativa. Un'indagine storica a tratti sconfortante.

Schiavitù

di Gino Satta
Poche parole più di schiavitù sembrerebbero in stridente contrasto con l’idea che intratteniamo della nostra contemporaneità. Non solo la schiavitù appare nel discorso pubblico come un istituto arcaico, proprio di epoche passate, ma anche come una sorta di aberrazione della storia, la cui scomparsa è inscritta nello stesso processo di affermazione di una modernità fondata sui diritti umani universali, sulla uguale dignità di ogni persona, sull’estensione della democrazia.

Il fallimento del social-liberismo. Intervista a Daniel Cirera

Intervista a Daniel Cirera di Anna Maria Merlo 
La socialdemocrazia è in crisi in Europa. L’idea stessa sembra inadeguata a rispondere alle domande dei cittadini in questo periodo di transizione. È ancora peggio quando una sua versione, rivista e corretta, è al potere, come in Francia. A pochi mesi dalle elezioni presidenziali, mentre le candidature si moltiplicano, manca in effetti per il momento quella «socialdemocratica». Per cercare di capire questa situazione di stallo, discutiamo con Daniel Cirera, specialista di questioni europee, segretario del consiglio scientifico della Fondation Gabriel Péri, che ha scritto un saggio su Socialdemocrazia, fallimento e fine di un ciclo (2009).

Il doppio binario Roma-Mosca

di Alberto Negri
Fedeltà all’Occidente e dialogo con la Russia, è questo il doppio binario della nostra politica estera che non cambierà probabilmente neppure con il dispiegamento dei militari in Lettonia nel 2018, una mossa prudenzialmente accompagnata da dichiarazioni distensive dei ministri italiani. Il doppio binario nei confronti di Mosca è una specialità italiana: anche negli anni della guerra fredda e della cortina di ferro, nonostante le contrapposizioni ideologiche come quella verso il comunismo, tra l’Italia e la Russia ci sono sempre stati intensi rapporti economici, commerciali e politici, grazie anche a esponenti dell’allora partito comunista italiano che per esempio fece da mediatore per l’impianto Fiat di Togliattigrad. 

Con che armi l’Arabia Saudita sta facendo la guerra nello Yemen?

di Enrico Baldin 
Si registrano in questi giorni le punte più alte di tensione nel conflitto che si sta combattendo nello Yemen, lungo il confine con l’Arabia Saudita. Di pochi giorni fa la strage a Sana’a, capitale dello Yemen e patrimonio Unesco, con la morte di 155 persone causata dai raid aerei effettuati dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita. I bombardamenti sauditi hanno colpito la folla che stava partecipando ad una cerimonia funebre: una strage che è solo l’ultima di una serie. Dopo un anno e mezzo si continua a combattere e quella che era una guerra civile ha visto l’intervento di altri attori internazionali: Iran ed Eritrea sosterrebbero gli sciiti huthi, monarchie arabe con appoggi occidentali stanno dalla parte di Hadi.

Resistenze operaie. Da Marchionne a Hollande, dal Jobs Act alla Loi Travail. Davide può ancora battere Golia?

di Clash City Workers 
Ce lo ricordiamo quello che ha fatto Marchionne? Era l’estate 2010 quando si scagliò sugli operai dello stabilimento di Pomigliano. Nonostante la resistenza di molti, moltissimi operai, lo spietato AD Fiat riuscì a imporre la riduzione delle pause, una nuova, asfissiante, metrica del lavoro, gli straordinari obbligatori del sabato e domenica. Da quel momento si mise in moto però anche l’implacabile macchina repressiva della FIAT: reparti confino, ostacoli all’attività sindacale, discriminazioni e intimidazioni continue. Questi sono alcuni degli ingredienti del famigerato “Modello Marchionne”, perché lo sfruttamento da solo non basta, produce inevitabilmente malumori, resistenze, proteste.

Honduras: ancora spari contro l’organizzazione di Berta Cáceres

di Luca Martinelli 
Hanno cercato di assassinare altri due membri del Copinh, il Consiglio civico di organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras, la cui coordinatrice Berta Cáceres, Goldman Prize 2015, è stata uccisa a marzo 2016. Il primo è Tomas Gomez Membreño, ovvero il dirigente indigeno di etnia lenca che ha assunto l’incarico di coordinatore ad interim dell’organizzazione dopo la tragica morte di Cáceres: il 9 ottobre, il veicolo alla guida del quale stava lasciando una delle sedi dal Copinh nella cittadina La Esperanza, nel dipartimento di Intibucá, è stato raggiunto da alcuni colpi di pistola.

Viaggio nell'enclave dei neonazisti tedeschi "protettori della zolla"


di Tonia Mastrobuoni
Nessuno è benvenuto, nel regno degli econazisti. Dimenticate gli skinhead col bomber o gli hooligan con le svastiche tatuate sul petto. Siamo a Koppelow, nell’idilliaca “Svizzera del Meclemburgo”, nel laboratorio di un esperimento che fa paura. Qui i nazisti fondarono nel 1926 il movimento degli artamani, dei “protettori della zolla”. L’obiettivo era creare un’élite in piena campagna, isolarsi dalla liberale Repubblica di Weimar rendendosi autosufficienti, costruire un’élite völkisch, germanica e antisemita, cacciare i lavoratori polacchi. Prepararsi al Terzo Reich. Ne facevano parte gerarchi delle SS del calibro di Heinrich Himmler o il futuro comandante di Auschwitz Rudolf Höss.

No operaio al Referendum, nascono e si moltiplicano i Comitati operai per il NO

di Checchino Antonini 
La battaglia referendaria attraversa anche i luoghi di lavoro, d’altronde i primiendorsement clamorosi – ben prima di Roberto Benigni – sono giunti a Matteo Renzi da Confindustria e Sergio Marchionne e dalla leader della Cisl, Annamaria Furlan. Anche la Cgil, al di là del No inequivocabile del recente direttivo nazionale, è scossa dallo stesso dilemma con un’ala minoritaria ma combattiva che prova a marcare spazi a favore del Sì, come a Milano dove il comitato proriforme guidato da Piero Fassino s’è presentato nel salone della Camera del Lavoro (è lì che è stato detto che la vittoria del No sarebbe come la vittoria di Trump!), o a Pomigliano dove è stato annunciato un comitato per il Sì nientemeno che dentro la Fiat.

Il tempo degli spot

di Vitaliano Della Sala
Dall'8 ottobre scorso un nuovo spot arricchisce le reti Rai. È stato predisposto dalla presidenza del Consiglio dei ministri in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo, per informare i cittadini attraverso gli spazi gratuiti delle reti Rai, ricordando loro la data del voto, e dando lettura del testo del quesito referendario. Semplicemente informazione istituzionale, dirà qualcuno. Invece è stato l’innesco dell’ennesima polemica sul prossimo referendum costituzionale. È “chiaramente finalizzato ad orientare le intenzioni di voto del pubblico verso il sì”, hanno tuonato in molti, chiedendone il ritiro; è “pienamente conforme alla legge” ha candidamente dichiarato la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi.

La gestione dell'acqua al tempo dei cambiamenti climatici

di Giorgio Zampetti 
Anche il 2015 si è chiuso confermando il trend di aumento delle temperature, e ha visto, come accaduto di frequente negli ultimi anni, l’alternanza di eventi estremi di precipitazione, sempre più localizzati nello spazio e nel tempo, e periodi di siccità che sempre più spesso hanno messo in crisi anche le regioni del nord del Paese. Nel febbraio 2016 il Crea (Consiglio di ricerca per l’agricoltura e l’economia agraria), stimava l’assenza di 18 milioni di metri cubi (il 7% in meno rispetto alla media) nei 31 invasi piemontesi e livelli di riempimento bassi in tutti i grandi laghi del nord oltre che portate minime per il Po, la cartina di tornasole dello stato di tutte le risorse idriche in area Padana.

Se i sostenitori del sì adottano le ragioni del No. Basta trucchi

di Giuseppe Civati 
Ho già cercato di spiegare la tattica basata sull'illogica della campagna del sì: far saltare il principio di non-contraddizione proprio quando ci si trova di fronte a un «sì» e a un «no» è forte, se ci pensate. Ce n'eravamo accorti già. Per esempio: c'è una clausola di supremazia dello Stato (del governo) sulle Regioni, per ragioni legate all'interesse nazionale. Solo che non si applica alle regioni a Statuto speciale: come se l'interesse nazionale non riguardasse la Sicilia o il Friuli. La nazione finisce a Treviso e sullo Stretto (altro che Ponte).

Non credete a ciò che vi hanno raccontato: la caduta della sterlina fa bene alla Gran Bretagna

di Ashoka Mody
Il voto sulla Brexit ha innescato un rapido deflusso di fondi speculativi che avevano investito nel settore privato – e questo deflusso ha causato un deprezzamento della sterlina britannica, in precedenza molto sopravvalutata. E così, senza che nessuno se lo aspettasse, la Brexit ha fatto sgonfiare la bolla finanziario-immobiliare e, al tempo stesso, ha favorito la parte di economia britannica più orientata alle imprese produttive. Contrariamente alla narrativa dominante, il deprezzamento della sterlina è una buona notizia.

Renzi si imbarca nella guerra fredda. Bufera baltica sul governo

di Gina Musso
«Presidente, si stava progettando un piano di invasione della Russia…». Matteo Renzi ha provato a sdrammatizzare così, ieri, a margine della colazione di lavoro con Mattarella in vista del Consiglio europeo, la situazione scivolosa venutasi a creare dopo le dichiarazioni del segretario della Nato Jens Stoltenberg, riportate in prima pagina dalla Stampa il giorno precedente. Un contingente di soldati italiani «farà parte – aveva detto Stoltenberg – di uno dei quattro battaglioni dell’Alleanza schierati nei Paesi baltici».

Una “generazione ingovernabile” contro la Buona Scuola


di Guglielmo Migliori 
Nel Luglio del 2015 l’afflato liberticida della “Buona Scuola” diventava legge con l’approvazione pressoché incontrastata dell’arco politico costituzionale. Rielaborazione composita di alcune proposte (come l’ex-DDL Aprea) avanzate anni addietro dalla destra di Berlusconi, la Buona Scuola tradisce - come del resto ogni inganno retorico tende a fare - il suo stesso nome, portando a compimento la radicata volontà di aziendalizzazione e precarizzazione della scuola pubblica, sempre più in ginocchio di fronte ad oltre vent’anni di scampi amministrativi.

I signori del cibo, una mappa devastante

di Angelo Mastrandrea 
Non è un libro a km zero, I signori del cibo di Stefano Liberti (minimum fax, pagg. 327, euro 19). È piuttosto un’inchiesta globale su come il capitalismo alimentare, non diversamente che in altri settori, passi oggi sopra la testa degli Stati e soprattutto dei consumatori. Per tesserne le fila, il giornalista (ex manifesto, penna di Internazionale e autore di documentari come A sud di Lampedusa e Container 158) ha ricostruito la filiera di alcuni prodotti di larghissima diffusione: dalla carne di maiale alla soia, passando per il tonno e il pomodoro.

Si scaldano i motori per la partita sul debito greco, senza vincitori all’orizzonte

di Alexander Damiano Ricci
La settimana della Grecia è iniziata con circa 1 miliardo di euro di nuovi finanziamenti incassati dall’Esm (Meccanismo Europeo di Stabilità), dopo che l’Eurogruppo di lunedì 10 ottobre ha confermato il progresso sul fronte delle riforme. Uno stanco Jeroen Dijsselbloem – Presidente dell’Eurogruppo – ha ribadito nella conferenza stampa serale che «riforme importanti sono state realizzate nei campi delle pensioni, del settore energetico, della governance bancaria, oltre agli interventi su fondo di privatizzazione e Agenzia delle entrate».

Due o tre cose che si possono imparare dalla fragilità

di Vittorio Bonanni 
Mentre mi accingo a scrivere intorno al libro di Roberto Gramiccia “Elogio della fragilità” (Mimesis, euro 12,00, pp. 128), in questi giorni in libreria, mi vengono in mente due riferimenti culturali che danno bene il senso di questo lavoro intriso della migliore cultura umanistica. “La condizione umana” del grande scrittore francese André Malraux, in cui protagonisti sono un gruppo di rivoluzionari nella Cina degli anni ’30 e l’inevitabile loro morte sia pure per una causa giusta;e il grande regista statunitense Woody Allen, il quale nell’ultimo film “Café Society” afferma, con la sua consueta ed amara ironia, che "la vita è una commedia scritta da un sadico che fa il commediografo".

Il governo della voucherizzazione


di Stefano Catone e Daniela Minnetti
La risposta alla domanda è no, e lo deduciamo dall’ultima misura presa in materia, contenuta nel D.Lgs 185/2016, salutato dal ministro Poletti come uno strumento «per contrastare con ancora maggior forza il loro utilizzo irregolare». In primo luogo dovrebbe spiegarci quando mai il governo Renzi avrebbe contrastato l’utilizzo irregolare dei voucher, dato che è responsabilità esattamente di questo governo l’estensione illimitata e senza controllo del lavoro pagato a mezzo voucher.

Perché sia i neofascisti che una parte di estrema sinistra in Italia sostengono Assad

di Lorenzo Declich 
Lo scorso 8 ottobre a Roma una ventina di militanti di Forza Nuova ha fatto irruzione al Maxxi, il museo nazionale delle arti del XXI secolo, durante la mostra "Nome in codice: Caesar. Detenuti siriani vittime di tortura". Le fotografie esposte, che documentano alcuni dei crimini del regime di Bashar al-Assad, avrebbero urtato la sensibilità politica del gruppo, definite "intollerabile mistificazione" che inquinerebbe "la mente del popolo" con "palesi bugie".

Sharing economy. Il ritorno dei rentiers?


di Giovanni Semi
È ormai un topos letterario quello della barista che, in realtà, è un’artista. Tommaso Labranca, nel suo ultimo (ahinoi) sforzo, Vraghinaroda (Viaggio allucinante fra creatori, mediatori e fruitori dell’arte), 20090, ci ricorda la ballata di “Jenny dei Pirati” dell’Opera da tre soldi di Brecht, in cui la protagonista canta:
“Oh signori voi mi vedete asciugare le posate rifare i letti,
e mi date tre spiccioli di mancia e guardate i miei stracci
e questo albergo tanto povero e me,
ma ignorate chi son io davvero,
ma ignorate chi son io davvero.”

Hollande sull’orlo di un suicidio politico

di Anna Maria Merlo 
François Hollande si è suicidato politicamente, con l’uscita del libro-confessione scritto da due giornalisti di Le Monde, come aveva fatto Dominique Strauss-Kahn in una camera d’albergo a New York nel 2011? Il caso è costernante: in Un président ne devrait pas dire ça… (ed.Stock), i due giornalisti di inchiesta Gérard Davet e Fabrice Lhomme riportano una serie di affermazioni a ruota libera del presidente che ribaltano l’immagine che Hollande si era costruito finora.

“Voto no perché si”: le ragioni di una staffetta partigiana

di Gabriele Mastroleo
Acquacanina è il più piccolo borgo delle Marche, ai piedi delle vette più alte dei Monti Sibillini, su cui l'altra notte sono caduti i primi fiocchi di neve. Qui vive per diversi mesi all'anno, nella casa natale della madre, Nunzia Cavarischia, classe 1929, staffetta partigiana ad appena 14 anni, un padre antifascista, prima arrestato e poi schedato dal fascismo, autentica memoria storica della Resistenza da queste parti. La partigiana, perché partigiani si resta per tutta la vita quando si è creduto in quegli ideali, mi accoglie in casa insieme al resto della delegazione: con me ci sono Matteo Petracci, ricercatore e storico, autore di “Pochissimi inevitabili bastardi” e “I matti del Duce”, e da Lorenzo e Lucrezia dell'Anpi di Macerata, anime della militanza antifascista da queste parti.

21 ottobre. Una piazza “di popolo” a Roma per Abd El Salam

di Federico Rucco
Piazza San Giovanni, dal pomeriggio di venerdi 21 ottobre fino al corteo del giorno successivo, diventerà una piazza dedicata ad Abd El Salam, insegnante egiziano immigrato in Italia, diventato operaio della logistica e delegato sindacale, ucciso durante un picchetto il 14 settembre scorso ai cancelli della GLS di Piacenza. E’ stata questa la decisione presa dal Coordinamento per il NO sociale promotore della manifestazione nazionale a Roma del 22 ottobre per creare un “ponte” di mobilitazione e discussione tra lo sciopero generale del 21 e il corteo del 22 per il NO al referendum.

Venezuela, la finanziaria votata dalle piazze

di Geraldina Colotti 
In Venezuela, il braccio di ferro tra il Parlamento governato dalle destre e il governo di Nicolas Maduro sta producendo conseguenze inedite, sia sul piano politico che istituzionale. Per la prima volta nella storia del paese, a varare la finanziaria del 2017 non sarà l’Assemblea nazionale, ma il Tribunal Supremo de Justicia (Tsj). L’alta corte lo ha deciso martedì scorso, ribadendo che ogni atto del Parlamento unicamerale è da considerarsi privo di valore legale. Per l’opposizione (maggioritaria in Parlamento), si tratta di un atto incostituzionale che dev’essere sanzionato dall’Osa con la Carta democratica interamericana. Per il Tsj è invece il Parlamento unicamerale ad essere privo di legittimità.