La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 30 settembre 2017

Il G7 del lavoro sconfitto

di Marco Revelli
C’è una buona dose d’ironia, o di faccia tosta, nella scelta dei cosiddetti potenti della terra di tenere a Torino il loro «G7 del lavoro». Un appuntamento, potremmo dire, nel centro del cratere. Nella città che fu, un tempo, un punto alto, e densissimo, nella vicenda novecentesca del lavoro: capitale industriale e capitale operaia. Dove produzione di massa e conflitto di massa s’intrecciarono e alimentarono a vicenda, e che oggi porta tutti i segni della spoliazione, dello svuotamento di potere e di vita, nelle sue statistiche negative, di company town dismessa, nei vuoti industriali che disseminano le sue periferie, nella rarefazione delle aree ristrutturate povere di storia e di socialità.

Mdp deve smetterla di pensare al Pd. Intervista a Anna Falcone

Intervista a Anna Falcone di Daniela Preziosi 
Avvocata Anna Falcone, per voi autoconvocati del Brancaccio il presidente del Senato Grasso sarebbe un leader della sinistra più gradito di Giuliano Pisapia?
Penso tutto il bene possibile di Grasso, è persona di grande competenza che ha interpretato benissimo il suo ruolo. Ma insisto sul metodo: noi facciamo un percorso che è l’esatto opposto delle pratiche che allontanano le persone dalla politica, fra cui quella di scegliere prima il ’capo’ del programma. Quindi andiamo avanti e non entriamo nel dibattito sulle leadership.

Neorazzismo

di Franco Berardi Bifo
Mi ha un po’ turbato giovedì mattina un messaggio ricevuto da un amico che si chiama Mauro. Lo conosco di vista da più di trent’anni, siamo stati colleghi alla scuola d’arte, ricordo una sua azione artistica che nei primi anni Ottanta a me parve coraggiosa e intelligente, insomma avevo (e ho) una certa affezione nei suoi confronti. Mauro ha postato il seguente messaggio: “A Palermo è stata organizzata dal Comune la conferenza con tanto di attestato e propaganda politica sull’accoglienza dei migranti senza discriminazione alcuna, sul diritto di cittadinanza o Ius Soli, etc e tutte le nostre egoiche rassicurazioni di esseri illuminati, umanisti, evoluti progressisti, cittadini del mondo…. ma intanto questi vogliono la paghetta e ricattano con bambini presi in ostaggio, e mentre a Roma hanno menato chi si baciava davanti alla moschea mussulmana… Ius Soli no grazie!” con l’aggiunta di un link – voxnews.info – di stampo fanaticamente razzista.

La discontinuità, tra teorie politiche e pratiche elettorali

di Paolo Favilli
«La ricerca unitaria a sinistra procede con imbarazzante difficoltà», cosi qualche mese fa («il manifesto», 28 luglio) Aldo Tortorella prendeva atto di una realtà che da allora non è diventata certo meno difficile. Tortorella, sulla base della sua lunga esperienza di dirigente di primo piano del Pci, suggeriva un’ipotesi di lavoro capace di coniugare la dimensione strategica di lungo periodo della costruzione del nuovo soggetto, con le necessità contingenti della prossima prova elettorale.

Perché è sbagliato tagliare le tasse ai ricchi

di Joseph Stiglitz 
Sebbene possa esservi disaccordo tra i plutocrati americani di destra su come classificare i principali problemi del paese – disuguaglianza, crescita lenta, bassa produttività, dipendenza da oppiacei, scuole inadeguate e infrastrutture fatiscenti, per citarne alcuni – la soluzione è sempre la stessa: tasse più basse e deregolamentazione, in modo da “incentivare” gli investitori e “liberare” l’economia. Il presidente Donald Trump sta puntando su questo pacchetto perché l’America torni a essere un grande paese.

La sinistra e la Catalogna

di Boaventura de Sousa Santos
Il referendum della Catalogna domenica prossima diverrà parte della storia dell’Europa, forse per la peggiore delle ragioni. Non discuterò qui le questioni di sostanza, che possono essere interpretate come storiche, territoriali, riflettenti colonialismo interno o autodeterminazione. Queste sono le questioni più importanti, senza le quali è impossibile comprendere la situazione attuale. La mia opinione al riguardo è alla buona. In realtà molti considereranno la mia opinione irrilevante poiché, essendo portoghese, tendono a provare una particolare solidarietà per la Catalogna. Nello stesso anno in cui il Portogallo si liberò dei Filippi [re di Spagna – n.d.t.] (1640) la Catalogna mancò lo stesso obiettivo.

CETA, TTIP e altri fratelli: il contratto sociale della post-democrazia

di Giuseppe Micciarelli
Il lessico della crisi si presenta ciclicamente sulla scena della democrazia, ma una simile ricorsività diacronica non deve trarre in inganno: non si tratta solo di un concetto retorico. La sua rappresentazione è spinta da dati concreti, segnala un meccanismo che si inceppa; il problema è semmai capire dove situare il cortocircuito. Potremmo partire dalla constatazione che oggi il perseguimento dell’obiettivo di una crescita economica socialmente condivisa in un quadro di controllo popolare sulle scelte politiche sembra una prospettiva di altri tempi; o forse, posta in questi termini, la retorica è nella rappresentazione idealizzata di quello che riusciva a «funzionare» prima.

Chi ha vinto e chi ha perso in Germania e perché. Intervista a Vladimiro Giacché

Intervista a Vladimiro Giacché di Giacomo Russo Spena
Non lo definisce “vento populista”, preferisce chiamarlo più semplicemente “vento della protesta” anche quando si tratta di commentare le elezioni tedesche e il grande exploit dei nazionalisti dell'AfD. Vladimiro Giacché, economista e presidente del centro Europa Ricerche, ne è convinto: “Se l'Europa vira a destra è per precise responsabilità della sinistra che è stata in buona parte corresponsabile delle politiche neoliberali (mi riferisco in particolare ai partiti socialisti/socialdemocratici) e dove non lo è stata, non ha saputo affrontare le radici della crisi e mettere davvero in discussione l’assetto dell’Europa di Maastricht”.

Ho Chi Minh


di Walden Bello
Ho Chi Minh – conosciuto anche come Nguyen Sinh Cung, Nguyen Tat Thanh e Nguyen Ai Quoc – è stato la figura centrale della lotta vietnamita per la liberazione nazionale nel XX secolo. Nacque nella provincia di Nghe An, Vietnam centrale, il 19 maggio 1890. Il padre, che era riuscito a superare gli esami per accedere al mandarinato dopo tre tentativi, ma aveva perso l’opportunità di divenire un burocrate reale, gli aveva insegnato la scrittura cinese. Costretto ad interrompere la sua istruzione formale in quanto accusato di aver preso parte ad uno sciopero di contadini, Ho firmò per imbarcarsi come cuoco e tuttofare in una nave francese, lasciando il Vietnam nel 1911.

Male sperimentato o bene ignoto? Il sistema bancario internazionale dopo Lehman Brothers

di Ugo Marani
Il 15 settembre 2008 la banca d’investimento Lehman Brothers annuncia di volersi avvalere delle procedure del Bankrupty Code dichiarando debiti bancari per 613 miliardi di dollari e debiti obbligazionari per 155 miliardi, dando inizio alla più vistosa bancarotta del capitalismo moderno e ai giorni che portarono, negli Stati Uniti dapprima e in tutto l’occidente successivamente, alla più grande operazione di salvataggio della storia. Quegli avvenimenti, sia pure con notazioni critiche e accentuazioni diverse, sono stati ricostruiti nella loro drammatica completezza da una letteratura oramai sterminata che dell’accaduto ha approfondito responsabili, il sistema bancario e finanziario, espedienti, l’universo dei derivati finanziari, condotte, l’opacità e l’assenza di trasparenza nella gestione aziendale.

Rosatellum bis: come togliere voce ai cittadini

di Lorenza Carlassare 
Non sono bastate due bocciature della Corte Costituzionale per avere una legge elettorale accettabile. Eliminati i vizi più appariscenti delle norme annullate, dal disegno complicato e confuso del progetto in discussione traspare chiaro l’ intento di fondo: togliere voce e potere ai cittadini, neutralizzare l’ espressione della loro volontà, privare di senso e valore la rappresentanza democratica. I vertici politici, per non perdere il dominio sugli eletti, anziché costruirli come rappresentanti del popolo, vogliono ridurli a manovrabili pedine.

Confederalismo Democratico: i principi filosofico-politici

di Suveyda Mahmud
Il Confederalismo Democratico non cade improvvisamente dal cielo, né è soltanto il sogno coltivato in carcere da Abdullah Öcalan, ma è il prodotto dell’esperienza e dell'attività umana. Il Confederalismo Democratico parte dalla storia e dalla filosofia, non soltanto teoretica. Oltre che utopia, è anche prassi. Le critiche espresse da Abdullah Öcalan riguardo alla situazione attuale ne costituiscono il preambolo. La scienza, la storia, il socialismo, il ruolo delle donne, la società in se stessa: molte, come si può vedere, sono le componenti che rientrano nel quadro complessivo. 

Un battitore libero si aggira per l’Europa

di Andrea Ventura
La sera del 5 aprile 2015 il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha un incontro riservato con Lawrence Summers. Nella penombra del bar di un albergo di Washington, davanti a un bicchiere di whisky, l’ex consigliere economico di Obama pone a Varoufakis la seguente alternativa: deve decidere se essere un insider, oppure un outsider. Se sceglie la prima strada, oltre all’accesso alle informazioni rilevanti ha la possibilità di partecipare a importanti decisioni sulle sorti dei popoli. Deve però rispettare una regola fondamentale: non ribellarsi agli altri insider, né denunciare agli outsider quello che gli insider dicono e fanno.

Elezioni in Germania: l'opportunità di un vero nuovo inizio

di John Malamatinas
Quali scenari apre la fine della Grosse Koalition? Un'analisi delle elezioni che hanno indebolito Merkel, fatto crollare Schulz e i socialisti, aperto le porte del parlamento alla destra estrema e xenofoba di AfD. Con un occhio alle prospettive della sinistra, sociale e istituzionale. I risultati delle elezioni in Germania rappresentano una ventata di aria gelida di un inverno che è già alle porte (non solo per Angela Merkel) e non dobbiamo esserne sorpresi. L’ingresso nel parlamento tedesco di un partito più a destra dei cristianodemocratici era dato per certo già nei sondaggi delle ultime settimane, anche se rompe una tradizione che durava fin dalla Seconda Guerra Mondiale.

Il razzismo è una scorciatoia

di Grazia Naletto
L’egemonia culturale e sociale odierna della xenofobia e del razzismo è davvero solo il prodotto della crisi economica e sociale che ha coinvolto in questi anni fasce di popolazione crescenti? È insomma di per sé la crisi del modello neoliberista a far sì che le molteplici forme di disuguaglianza che attraversano le società europee producano nuove forme di intolleranza, di stigmatizzazione, di xenofobia e di razzismo? Sono in molti a crederlo come sono in molti ad utilizzare strumentalmente questa tesi per giustificare la torsione sicuritaria delle politiche dei governi europei e della propaganda politica.

Gramsci e la rivoluzione d'ottobre

di Guido Liguori
A cento anni dalla Rivoluzione d’Ottobre e a ottant’anni dalla morte di Gramsci non è inutile tornare sulla lettura che nel 1917 l’allora ventiseienne socialista sardo diede dei fatti di Russia e anche su cosa poi rimase di tale interpretazione nel suo bagaglio teorico-politico più maturo. La rivoluzione guidata da Lenin, infatti, costituì per il giovane sardo trapiantato a Torino un punto di svolta politico, teorico ed esistenziale a partire dal quale iniziò la maturazione del suo pensiero e la sua vicenda di comunista. Per comprendere come Gramsci si rapportò alla Rivoluzione d’Ottobre occorre dunque partire in primo luogo dalla consapevolezza che Gramsci fu sempre, dagli anni torinesi alle opere del carcere, non solo un teorico della rivoluzione, ma un rivoluzionario.

Il crepuscolo delle promesse. Note sull’economia politica della gratuità

di Francesca Coin
In Italia è in corso il più massiccio processo di sostituzione di forza lavoro retribuita con forza lavoro non pagata dell’epoca recente. Si tratta di un processo creato per molti versi ex lege che fa ricorso alla figura del volontario per aggirare i vincoli di bilancio e i blocchi alle assunzioni nel settore pubblico. Nel pubblico, uno dei più colpiti è il settore dei beni culturali, ma più propriamente bisognerebbe parlare di una pratica che si estende dai beni culturali ai settori della ricreazione, dell’assistenza sociale, della protezione civile e della sanità. È probabile che nei prossimi mesi saremo in grado di osservare la straordinaria entità di questa sostituzione, che a regime dovrebbe fare del lavoro non retribuito un obbligo per molte fasce della popolazione.

Comprendere la migrazione dei rifugiati africani

di Anis Chowdhury e Jomo Kwame Sundaram
Non un solo mese è trascorso senza tremendi disastri che hanno scatenato i migranti disperati a cercare rifugio in Europa. Secondo IOM l’Organizzazione Internazionale per la migrazione (IOM), almeno 2.247 persone sono morte o disperse. Dopo aver tentato di cercare rifugio in Europa passando per la Spagna, l’Italia o la Grecia nella prima metà di quest’anno. Nel 2016, sono stati registrati 5.096 morti. 

Nuove guerre e autodifesa in Kurdistan

di Nazan Üstündağ
Per descrivere il contesto che ha caratterizzato gli ultimi vent’anni, alcuni studiosi di geografia, sociologia e scienze politiche hanno sviluppato il concetto di «nuove guerre». Essi ritengono che sia in corso la quarta guerra mondiale (in quanto identificano la Guerra Fredda come la terza guerra mondiale), argomentando che, in seguito al collasso del blocco sovietico, la politica del conflitto e della tensione controllati ha ceduto il passo a una serie di piccole guerre continue e diffuse, caratterizzate da una molteplicità di schieramenti e da esiti incerti. In questo scritto, mi propongo di analizzare in primo luogo il concetto di nuove guerre, poiché esso si rivela un utile strumento d’analisi dei recenti sviluppi in Medio Oriente.

Omaggio alla Catalogna

di Franco Berardi Bifo
Non sono cittadino di Bologna come c’è scritto sulla mia carta di identità: l’identità mente, l’identità non c’è, come può una carta certificare l’inesistente dell’identità?. In questi anni sono cittadino di Barcellona, una città dove ho molti amici, dove insegno periodicamente, dove ho visto le mostre d’arte più interessanti degli ultimi anni (e dove le librerie espongono i miei libri in bella vista mentre alla Feltrinelli di Bologna li nascondono). Le mie condizioni fisiche non mi permettono di essere a Barcellona domenica primo ottobre. Debbo curarmi un’asma soffocante e il mio medico sta a Bologna, per cui ho dovuto rientrare nella città dei morti che mangiano al fico.

Contro l’estrema destra, più politica e meno morale!

di Samuele Mazzolini 
Come ormai succede da qualche tempo a questa parte, quando un partito o un politico della destra populista ottiene un successo elettorale, assoluto o relativo che sia, un manipolo di “illuminati” ritiene di dover andare a fare una piazzata a urne ancora fresche, mettendo in discussione, in barba a qualsiasi principio democratico, che una fetta dell’elettorato abbia deciso di votare a quel modo.

L’indipendenza della Catalogna: storia, mobilitazione popolare e autodeterminazione

di Julià Gómez Reig
Lo scorso 20 settembre Barcellona si è svegliata colpita da una visita attesa ma inusuale in una supposta democrazia del XXI secolo: la Guardia Civil ha fatto irruzione nella sede del governo di Carles Puigdemont per arrestare 14 dirigenti dell’amministrazione catalana compromessi con l’organizzazione del referendum per l’autodeterminazione previsto per il primo ottobre. Il referendum è il risultato di sei anni di mobilitazioni della società civile e del plebiscito del 27 settembre 2015 a favore dei partiti che si schieravano per il referendum per l’autodeterminazione come principale strumento per rispondere all’appello di migliaia di persone che negli ultimi anni sono scese nelle strade di Barcellona per rivendicare il diritto a votare per l’indipendenza della Catalogna.

L'autunno che verrà (dopo un'estate orribile)

di Rossella Muroni
Quella che ci lasciamo alle spalle è stata un'orribile estate italiana. Una stagione che ha combattuto con una gravissima siccità, con la devastazione degli incendi, con la tragedia del terremoto a Ischia, con nuovi tentativi di condono per "sanare" l'abusivismo edilizio che devasta molte regioni del nostro Paese. Senza dimenticare l'alluvione che a Livorno ha mietuto nuove vittime. Un concentrato di eventi che hanno un minimo comune denominatore: la fragilità del nostro territorio. Un territorio reso ancora più vulnerabile dalla mano incosciente dell'uomo, che anziché proteggerlo, e salvaguardare così l'incolumità di chi lo abita, spesso aggrava la situazione e aumenta i pericoli.

Dell’austerity e di altri falsi miti

di Guglielmo Forges Davanzati
Il combinato di politiche di austerità (ridenominate misure di “consolidamento fiscale”) e precarizzazione del lavoro, secondo la Commissione europea e i Governi italiani che si sono succeduti negli ultimi anni, dovrebbe garantire la ripresa della crescita economica attraverso l’aumento delle esportazioni. Il consolidamento fiscale viene perseguito con l’obiettivo dichiarato di ridurre il rapporto debito pubblico/Pil, mentre la precarizzazione del lavoro viene attuata con l’obiettivo dichiarato di accrescere l’occupazione. Le due misure – ci si aspetta – dovrebbero inoltre migliorare il saldo delle partite correnti, mediante maggiore competitività delle esportazioni italiane.

Palestina: una realtà che ci riguarda

di Vera Pegna
La Palestina non fa più notizia, né intesa nella sua accezione minima, ovvero i territori occupati dallo Stato d’Israele nel 1967, né nella sua accezione storica, ovvero la Palestina mandataria del pre-1948, oggi suddivisa tra Israele che ne possiede circa l’80% e la Cisgiordania e Gaza cui rimane il restante 20%. Neppure fa notizia la situazione, ormai al limite del collasso, di Gaza – la cui densità demografica è la più alta del mondo – nonostante il fatto che, per il coordinatore umanitario dell'Onu nei Territori palestinesi occupati, Robert Piper, se l’Autorità nazionale palestinese (ANP) e Israele dovessero permanere nelle decisioni assunte di limitare la fornitura di energia elettrica a due ore al giorno invece delle 4 attuali, la situazione nella Striscia diventerebbe catastrofica.

Lezioni tedesche

di Augusto Illuminati 
Non è che vengano buone notizia dalla Germania. Se uno volesse trarne un oroscopo per l’Italia sarebbe ancora peggio. Ma non avevamo disinnescato il populismo con il benemerito Macron e il nuovo progetto di legge elettorale con conseguente grande coalizione Renzi-Berlusconi?
Mentre si annuncia il diluvio, i polli continuano a beccarsi: Renzi inchioda Bersani al tradimento della “ditta”, Fico “gela” Di Maio. L’unico a suo modo razionale è Salvini, che esulta, nella speranza di diventare il Gauleiter della Padania. Anche Macron, va detto, ha preso atto del crollo dell’asse europeista con Merkel e dei suoi sogni egemonici.

Ryanair e la crisi dell'economia low cost: il re è nudo

di Carlo Formenti
Dopo la débâcle di Ryanair, costretta a cancellare centinaia di voli con gravi perdite economiche e di immagine, la verità è sotto gli occhi di tutti: il re (cioè quell’economia low cost coccolata da media, economisti e politici) è nudo. Com’è noto, a provocare il collasso sono state le conseguenze della politica di supersfruttamento della forza lavoro (niente ferie, turni massacranti, bassi salari, personale viaggiante costretto a svolgere umilianti compiti da piazzista, ecc.) che hanno causato la fuga di molti piloti e una serie di sentenze che impongono alla compagnia di rispettare le regole del diritto del lavoro.

La finanza non è un fine

di Andrea Baranes
Banca Etica è stata invitata a partecipare a Spello 2017, la tre giorni di incontri, laboratori e dibattiti organizzati ogni due anni dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) e a portare il proprio contributo alla discussione. Nel contesto attuale, e ripercorrendo le recenti notizie riguardanti il mondo bancario italiano, potrebbe suonare paradossale pensare a una banca chiamata a ragionare di temi sociali. Ma forse proprio qui è uno dei principali problemi: diamo ormai per scontato che la finanza sia un mondo a sé, staccato dalla società e con l’unico fine di fare soldi dai soldi.

Il potere reprime l’antagonismo per depotenziare ogni opposizione

di Francesco Piccioni
Parlare di “repressione” comporta sempre alcuni rischi. In primo luogo quello di interpretare il presente con gli occhi del passato, come se le cose fossero sempre uguali, perdendo di vista il connotato particolare che bisogna invece mettere a fuoco. A 40 anni dal ‘77, di nuovo a Bologna, questo rischio può diventare paralizzante. La repressione è infatti una costante. Chiamiamo con questo termine quell’intervento politico dello Stato che cerca di porre un limite temporaneamente invalicabile – giuridico e militare – all’azione dell’opposizione sociale e politica, sia “riformista” che rivoluzionaria. Un limite che varia nel tempo, che è oggetto di contesa continua ma che, proprio per questo, non può essere ridotto a “problema tecnico” (giuridico, fondamentalmente).

Etica e franchismo

di Mario Pezzella
Il filosofo etico Fernando Savater sembra aver riscoperto la bontà del franchismo (intervista al «Corriere della sera» del 22.09.17: «Madrid doveva mostrarsi più ferma. Un compromesso non è possibile»). Non solo approva le misure poliziesche decise da Madrid, ma le ritiene insufficienti. I catalani sono fondamentalisti che vantano un «inesistente diritto a decidere», «l’umiliazione dei secessionisti è un momento di pedagogia […] bisogna portarli in tribunale e in carcere». Savater conclude cupamente con una sorda minaccia: «Se c’è un atto di violenza, per qualcuno può finire male». Nel corso dell’articolo esprime inoltre un profondo fastidio perché i catalani (pensa un po’) si ostinano a parlare catalano nelle loro scuole.

Ci vorrà ancora molto tempo prima che i curdi abbiano un paese

di Vijay Prashad
Il 25 settembre gli abitanti del Kurdistan iracheno sono andati a votare per un referendum sull’indipendenza. Sembra che più del novanta per cento dei votanti abbia chiesto al Governo regionale curdo (Krg) di avviare dei negoziati con il governo iracheno per la secessione. Questo ampio mandato complica la situazione in Asia occidentale. Sia la Turchia che l’Iraq hanno condotto esercitazioni militari vicino ai confini del Kurdistan iracheno, mentre entrambi i governi hanno dichiarato che faranno tutto il possibile per boicottare tali aspirazioni.

Il lavoro mai visto. Tre libri per capirne di più

di Fabrizio Marcucci 
Magari può essere un’illusione. Però, al di là della cappa di piombo dalla quale ci si sente spesso avvolti, si captano segnali di vita. Perché sì, ci si concentra sui muri che vengono eretti qua e là per l’Europa contro i migranti; e però ci sono navi e persone e organizzazioni che accettano la sfida e i migranti li accolgono. Oppure, ancora, la disuguaglianza, tema bandito nell’ultimo quarantennio, si riaffaccia nel discorso pubblico e in volumi che diventano dei quasi classici già alla loro uscita (vedi “Il capitale nel XXI secolo” di Thomas Piketty). E il lavoro, anzi, i lavoratori, relegati dagli anni ottanta del novecento a variabile dipendente da tutto, sotterrati, reclusi, ingiuriati, tornano a essere protagonisti in letteratura.

Catalogna: giorni decisivi

di Josep Maria Antentas
1. Dopo 5 anni di procés (n.d.r. il processo indipendentista catalano), in cui la magniloquenza gestuale dei suoi attori è stata proporzionale alla straordinaria lentezza dei fatti e alla loro costante volontà di evitare uno scontro decisivo con lo Stato, siamo arrivati finalmente al momento della verità. Non all’ultimo capitolo del film, ma sicuramente in un passaggio chiave per determinarne l’esito. “Il processo è terminato, ora comincia il Mambo”, ha riassunto la CUP con un’espressione felice questa evoluzione della situazione.

Stop Fiscal Compact: 5 domande e 5 risposte

1 - CHE COS’E’ IL FISCAL COMPACT?
E’ un Accordo sottoscritto nel marzo 2012 da 25 dei 28 stati membri dell'Unione Europea, che vincola le parti contraenti a rispettare una serie di regole per il contenimento del disavanzo pubblico, la riduzione del debito e il conseguimento del pareggio di bilancio.
2 - QUAL E’ IL SIGNIFICATO DEL FISCAL COMPACT?
Il Fiscal Compact si colloca nel solco di una serie di trattati e regolamenti (Maastricht, Six Packs, Two Packs) che hanno impresso una svolta liberista e monetarista all'Unione Europea e ne radicalizza i vincoli di bilancio e di spesa pubblica.

Confederalismo Democratico: oltre lo Stato e la violenza

di Ozlem Tanrikulu
Cosa si intende per confederalismo de-mocratico? Il confederalismo democratico indica un modello di convivenza sociale inclusivo e non limitante, perché basato sull’autorganizzazione dal basso, nel rispetto della pluralità etnica, culturale e religiosa, e non fondato su dominio e gerarchia. Rappresenta inoltre un sistema morale in cui sussiste una relazione dialettica sostenibile con la natura e al cui interno il bene comune è stabilito sulla base della democrazia diretta, praticata nella vita quotidiana e non solo al momento dello svolgimento di elezioni o referendum.

Usciamo dall'eterna emergenza, l'Università ha bisogno di risorse e interventi strutturali

di Francesco Sinopoli
L'inchiesta della Procura di Firenze, che vede indagati per corruzione alcune decine di docenti (un intero settore disciplinare!) riporta alla ribalta della cronaca una delle peggiori patologie del nostro sistema universitario: modalità di reclutamento che al di là delle regole in alcuni casi continuano a essere permeabili a logiche spartitorie spesso molto lontane dal merito dei candidati. O addirittura capaci di allontanare i migliori spesso fino a espellerli dall'accademia. Una vergogna italica, è vero. Tuttavia, bisogna prestare attenzione a non trasformare un fatto grave su cui aspettiamo l'esito dell'inchiesta nell'ennesimo pretesto per costruire un processo mediatico all'università italiana, nel goffo tentativo di rilegittimare la legge 240 del 2010, la "riforma" Gelmini, che ha devastato le nostre università.

Chi cavalca la rabbia dei poveri

di Gianluca Di Feo
Periferie da troppo tempo abbandonate a se stesse, dove tutti si sentono traditi dalle istituzioni. Ovunque, ma soprattutto nella Capitale. «In almeno cinque o sei quartieri di Roma, Forza Nuova è egemone. Famiglie e cittadini scendono in piazza ad appoggiare le nostre iniziative, facendo emergere una vera questione sociale», proclama Roberto Fiore, il leader più politico del neofascismo. A guidare ieri la resistenza contro lo sgombero di un alloggio popolare occupato abusivamente e destinato a una coppia italo-etiope c’era un suo vecchio sodale, Giuliano Castellino, più abituato a usare le mani che non le parole: una figura per decenni relegata nelle curve peggiori degli stadi e negli angoli oscuri degli intrecci malavitosi, che adesso si erge a “patriota”.

Democrazia ed emancipazione: per l’Italia un’occasione propizia dal tempismo imperfetto

di Raffaele Bazurli
Le democrazie occidentali sembrano vascelli vuoti e malandati. Da decenni vanno dissipando la loro ragion d’essere. Chi studia questo regresso ne ricorda spesso il paradosso: se da un lato gli Stati democratici non sono mai stati tanto numerosi, la loro salute è a dir poco acciaccata. È stato proprio Colin Crouch, che durante la sua carriera a lungo ha creduto nella promessa socialdemocratica, a coniare il concetto di ‘post-democrazia’ per descrivere le democrazie odierne[1]. Esse conservano sì le forme tradizionali, ma si sono trasformate nella sostanza. I poteri delle assemblee legislative, concepite per rappresentare la volontà popolare, sono andati deteriorandosi, a vantaggio degli esecutivi, di ristrette élite economiche e di corpi sovranazionali scarsamente o per nulla legittimi.

L’antifascismo è più che mai necessario, ma non è certo quello di Fiano e Minniti

di Fabio Marcelli
Storicamente i tratti distintivi del fascismo sono costituiti dal ricorso alla violenza aperta contro gli avversari politici, in primis le formazioni che rappresentano le forze sociali antagoniste al sistema dominante, e dal tentativo di acquistare consensi tra le classi subalterne mediante l’armamentario ideologico del razzismo e del nazionalismo più becero. Si può sostenere che tali elementi siano oggi di attualità? Temo di sì. In primo luogo per l’abdicazione da parte della sinistra al suo compito storico di rappresentare i lavoratori e le classi subalterne, che ha le sue radici nel drammaticoimborghesimento del ceto politico e nel suo spostamento al centro, che apre larghi spazi a chiunque, in qualsiasi modo, proponga un discorso che possa suonare alternativo all’attuale catastrofico stato delle cose.

Contro l'apartheid, l'unica arma è l'azione popolare

di Wasim Dahmash
La questione di una soluzione del problema israelo-palestinese continua ad alimentare il dibattito tra coloro che, nel mondo, hanno a cuore la sorte dei due popoli, israeliano e palestinese. È parere diffuso che un’eventuale soluzione non possa prescindere dal tipo di assetto politico-istituzionale da dare al territorio complessivo: uno Stato unico o due Stati per due popoli. Per affrontare la questione occorre fare alcune premesse.

Germania, nel dualismo Est-Ovest minijob e delocalizzazione

di Tommaso Gabellini e Tommaso Nencioni 
Sarebbe difficile spiegare i 16 anni di guida Merkel in Germania senza considerare l’egemonia che in Europa la cancelliera ha saputo consolidare nel corso della crisi – e, per certi versi, proprio grazie alla crisi. Questione tedesca e questione europea sono legate. Lo sono fin dal consolidarsi in Stato-nazione di quell’area che dalla metà del XIX secolo conosciamo come «Germania». Probabilmente, anzi, non esisterebbe una questione europea se non esistesse, incardinata al centro del vecchio continente, una questione tedesca.

Università corrotta, nazione infetta

di Alberto Vannucci
Il sistema universitario è l’incubatrice dove si forma la classe dirigente del paese, che in quella sede acquisisce conoscenze, competenze, valori, aspirazioni. Un’università inquinata dalla corruzione vede rovesciata la propria funzione educatrice, da generatrice di sviluppo economico e arricchimento culturale rischia di trasformarsi in agente patogeno, capace di trasmettere (o acuire) l’infezione del malaffare nel mondo delle imprese e delle professioni, nella sfera dell’amministrazione e della politica.

Reddito di base, cominciamo a discuterne con serietà

di Lorenzo Zanotti
Al di fuori dei confini nazionali il dibattito sulla necessità di introdurre un reddito di base è acceso. Si tratta, nella sua essenza, di un’idea piuttosto semplice: assicurare incondizionatamente a ogni persona un reddito sufficiente a garantirle un’esistenza libera e dignitosa. Utopia o meno, sta di fatto che Oltreoceano tale proposta ha progressivamente guadagnato il consenso di studiosi e personalità collocate ai poli opposti dello spettro politico, nonché, sorprendentemente, di numerosi imprenditori della Silicon Valley. D’altro canto, progetti pilota per la sua sperimentazione sono già in corso in Olanda, Kenya e Finlandia, e avranno presto inizio anche in Canada, Scozia e Francia.

Il trauma storico e l’uso pubblico della memoria. Intervista a Sabina Loriga

Intervista a Sabina Loriga di Andrea Inglese
Sabina Loriga, dal 1997 direttrice di ricerca all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, è una storica e insegna una disciplina dal titolo suggestivo: Tempo e storia: norme, concetti ed esperienza. Oggi dirige Passés Futurs, una rivista in rete, di cui è apparso a giugno il primo numero dedicato alla nozione di “trauma storico”. Il tema ispiratore di questa iniziativa editoriale e scientifica è l’uso pubblico, e quindi politico, della memoria storica. Un uso che, come viene sottolineato nell’editoriale, è divenuto sempre più frequente, generando dibattitti e controversie che riguardano sia l’opinione pubblica che l’universo più ristretto degli addetti ai lavori.

Il crepuscolo della turbo-stabilità

di Lorenzo Marsili
Anche la Germania, l’ultimo bastione di quella stabilità così cara alle élite di governo, si ritrova nel grande tumulto che sta condizionando la vita politica di tutto l’Occidente. Si può rispondere in tre modi. Il primo è minimizzare, vivacchiare, fare finta di nulla. Tanto alla fine la Cancelliera la spunterà. Avanti così, a insistere su quello status quo iniquo e ingiusto che per primo sta lastricando la strada a nazionalismi e razzismi. È la strategia dello struzzo. E quella di buona parte del Pd.

Le Cento piazze per partire dai territori e non dai tatticismi

Non c’è più tempo. Precarizzazione della vita e del lavoro, emergenze sociali, crescita esponenziale delle diseguaglianze, razzismo e odio per il “diverso” – prodotti delle politiche neoliberiste degli ultimi 20 anni – sono in aumento. Occorre una netta inversione di tendenza con l’obiettivo di costruire un’alternativa sociale, culturale, economica e politica. Oggi è necessario e possibile dare vita ad un’esperienza radicata nel Paese che sviluppi una proposta di cambiamento radicale rispetto alle politiche proposte dal Pd, dal Movimento 5 Stelle e dal centrodestra. Un nuovo polo politico che si fondi sul ripristino e l’estensione dei diritti di tutte e tutti, rovesciando il modello di economia diseguale imperante.

Perché va fermata la laurea honoris causa al ministro dell'Interno

di Nicola Fratoianni 
Non passa giorno che il mondo delle università italiane non sia squassato da notizie sempre più negative. Diminuiscono i laureati, diminuiscono gli iscritti agli atenei del nostro paese, aumentano le facoltà in cui è sempre più difficile accedere, e rimangono sempre al palo le risorse necessarie per il diritto allo studio e per garantire a tutti e a tutte le pari condizioni di accesso. Una pesante ipoteca sul futuro del nostro paese.

Una legge proporzionale allunga la vita al parlamento

di Claudio De Fiores
«In aula il 4 ottobre e poi approvazione della legge elettorale entro dicembre». È questo il calendario sprint deliberato dal Pd per fare uscire la politica italiana dalla «palude» in cui è «precipitata» dopo il voto del 4 dicembre. Ciò che viene però omesso è che la responsabilità dello stallo in cui si trova il Paese non è del popolo italiano, reo di avere arginato la deriva costituzionale innescata dall’allora capo del governo: è stato l’esecutivo Renzi a procedere alla stesura della legge elettorale per un solo ramo del parlamento (la camera dei deputati), dando per scontato il superamento del bicameralismo perfetto.

Giustizia e Libertà. La geografia storica di un movimento e la «crisi di civiltà»

di Alessandro Santagata 
Vincitore della prima edizione del «Premio Giorgio Agosti», Quale antifascismo? Storia di Giustizia e Libertà (Carocci, pp. 308, euro 27) di Marco Bresciani rappresenta un contributo davvero importante alla storia dell’antifascismo in Italia. Come si ricorda nell’introduzione, la storia di «Giustizia e Libertà» è stata a lungo sacrificata nel dibattito pubblico dell’Italia repubblicana. Esclusa da una storiografia che si concentrava sui partiti dominanti, è stata oggetto dei primi studi di rilievo dalla fine degli anni Sessanta e all’interno di un dibattito che intrecciava le vicende di GL e del Partito d’Azione (che del gruppo di Rosselli aveva raccolto in parte l’eredità tra il 1942 e il 1947) con il problema dell’interpretazione storica del fascismo.