La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 10 settembre 2016

Per un pugno di voucher. Come il governo ha aumentato la precarietà a favore dei padroni


di Alessandro Brunetti
Assistiamo a una crescita dilagante e apparentemente inarrestabile delle prestazioni di lavoro accessorio. Si inizia a parlare di “generazione voucher”. Dopo aver abrogato i contratti a progetto si torna alle collaborazioni coordinate e continuative, sicuramente meno protette dall’abrogazione del progetto attuato dal governo con il D.Lgs. n. 81/2015, ma comunque sottoposte al rischio giudiziale dell’accertamento della natura subordinata che si avvale di una giurisprudenza ventennale che ha continuativamente sanzionato tali contratti dove ricorrevano gli indici della subordinazione.

Lo schiaffo del soldato

di Alfonso Gianni 
Solo una settimana fa, in apertura del Forum Ambrosetti a Cernobbio, Matteo Renzi dichiarava che «l’Italia va meglio, ma non basta». Una pallida retromarcia rispetto ai soliti toni trionfalistici, ma che già appariva alquanto temeraria a fronte della revisione sui dati del Pil operata dall’Istat che impietosamente confermavano per il nostro paese una crescita zero nel secondo trimestre su base congiunturale, con un leggero ritocco di un decimo di punto (dallo 0,7 allo 0,8%) per quanto riguarda la variazione tendenziale sullo stesso trimestre del 2015.

Alessandro Pace smonta il pasticcio Renzi-Boschi

Pieno successo della Conferenza di Alessandro Pace a Cagliari, l'8 settembre. Gli esponenti del Comitato per il NO alla revisione costituzionale Renzi-Boschi-Verdini sono visibilmente soddisfatti, La sala pur capiente dell’Hotel Regina Margherita è stracolma; un uditorio composito, che va dagli operai metalmeccanici ad alcuni alti magistrati, ai molti professionisti ed insegnanti. Il pubblico segue passo passo le argomentazioni del presidente nazionale del Comitato per il NO nonostante la difficoltà di alcuni passaggi tecnici, aiutata da una magistrale chiarezza del relatore, capace di rendere comprensibili a tutti temi che hanno un indubbio risvolto giuridico.

Il Jobs Act è uno zombie buono per i vertici europei con la Merkel

di Roberto Ciccarelli 
Crollano i contratti a tempo indeterminato e aumentano i licenziamenti. La logica del Jobs Act è stata, infine, registrata anche dal sistema delle comunicazione obbligatorie del ministero del lavoro che ieri ha pubblicato l’aggiornamento dei dati sullaq riforma renziana per eccellenza, quella lodata da Angela Merkel come «impressionante». Impressionante lo è, in effetti, questa riforma, ma non nel senso del successo celebrato, con poca convinzione e come un disco rotto, a bordo della portaelicotteri Garibaldi e a largo di Ventotene nel dimenticato vertice Italo-Franco-Tedesco di fine agosto.

Sì solidarietà, no austerity. Ad Atene il vertice del Sud Europa

di Teodoro Andreadis Synghellakis
«Il summit del sud Europa» ha come obiettivo «il miglioramento della vita dei cittadini dell’Unione», ha dichiarato alla fine di questo «incontro a sette», il primo ministro greco, Alexis Tsipras. Le previsioni della vigilia sono state rispettate: nessuno scontro frontale con Berlino, nessun desiderio di isolazionismo politico, ma la volontà di contribuire in modo fattivo, a dare nuovo e diverso impulso alla costruzione europea. Italia, Grecia, Francia, Cipro, Malta, Portogallo e Spagna (malgrado Rajoy non abbia partecipato, a causa della perenne crisi politica di Madrid), sono convinte che si debba ricercare soluzioni migliori.

Ripensare i tre principi

di Roberto Biorcio 
Come prevedibile, il governo di Roma si sta rivelando una prova molto difficile per il Movimento 5 Stelle. Non solo per i gravi problemi della città, ereditati dalle precedenti amministrazioni di centrosinistra e di centrodestra, e aggravati da anni di sprechi e di ruberie. Ma anche per le forme organizzative ancora molto variabili del movimento, che hanno lasciato spazio a incertezze, contraddizioni ed errori di comportamento. La giunta Raggi è stata d’altra parte sottoposta a un bombardamento mediatico senza precedenti, che ha utilizzato qualunque spunto per riproporre continuamente l’idea del «caos», della «terremoto», della «bufera», applicandola al Campidoglio, a Roma e allo stesso M5S.

Monarchia o Repubblica?

di Domenico Gallo 
La settimana si è aperta con il massimo della sfida a Renzi lanciata dal palco del cinema Farnese a Roma. La stroncatura che ha fatto D’Alema della riforma costituzionale, che Renzi e Boschi hanno imposto ad una maggioranza parlamentare recalcitrante, è spietata e senza appello. Sarebbe troppo semplice dire: noi l’avevamo detto. Già dall’11 gennaio di quest’anno il Comitato per il No presieduto dal prof. Alessandro Pace e sostenuto da autorevoli giuristi e costituzionalisti del calibro di Stefano Rodotà, Luigi Ferrajoli e Gustavo Zagrebelsky ha lanciato un grido d’allarme.

Capitale in affanno e "lavoro agile". L'ultima frontiera dello sfruttamento

di Carla Filosa
Come terza volta in cui proviamo ad affrontare il cosiddetto “smart work” – le prime due pubblicate su “La Città futura” e poi sul blog di “Contraddizione” con i titoli ‘La “nuova svolta” lavorativa’ e ‘“Smart working”: sfruttamento illimitato alla costrizione al lavoro’ – si tenterà ora di mettere a fuoco le origini storiche più lontane, nonché vicine, per cogliere appieno il senso e la funzione attuale di questa parventeriorganizzazione del lavoro. Più che nuovaorganizzazione, si deve intendere, nell’uso ideologico di “agile”, una pedissequa continuità e perfezionamento degli obiettivi che da sempre il sistema di capitale ha perseguito, ultimamente attraverso le ristrutturazioni – quelle sì - del taylorismo prima, del toyotismo o onhismo poi, confluite solo attualmente in questa dicitura anglofona non a caso senza paternità teoriche definite.

Referendum, dalla Cgil un brutto colpo per Renzi

di Checchino Antonini
«L’Assemblea generale della CGIL invita a votare NO in occasione del prossimo Referendum costituzionale». L’ha detto! Finalmente. La più grande organizzazione di massa del Paese, 5 milioni e mezzo di iscritti, ha detto esplicitamente cosa votare al referendum sulla deformazione della Costituzione che il governo Renzi – per il quale è un brutto colpo questo No – sta provando a imporre dopo aver imposto, a suon di fiducia, Italicum, Buona scuola e Jobs Act. Dopo alcuni mesi dai sì entusiastici della Confindustria, della Cisl (la cui segretaria Furlan sta studiando da aspirante ministra del lavoro), ad anni luce dal No secco dell’Anpi, Corso Italia ha scritto il suo No alla cinquantatreesima riga (su 62) del dispostivo finale della sua assemblea generale.

Chianciano: le sinistre antieuropee a convegno

di Carlo Formenti
Dal 16 al 18 settembre prossimi si svolgerà a Chianciano il Terzo Forum Internazionale No Euro, al quale parteciperanno esponenti e delegazioni di movimenti, sindacati, associazioni e partiti provenienti da Francia, Germania, Spagna, Grecia e Ucraina (oltre che ovviamente dall’Italia), uniti dalla convinzione che una sinistra degna di essere definita tale debba necessariamente impegnarsi nella lotta per la rottura di questa Europa (per notizie e informazioni sull’evento, consultare la pagina web). Nelle seguenti righe intendo spiegare perché ho accettato con entusiasmo di essere fra i relatori e i motivi per cui ritengo importante che il maggior numero possibile di amici e compagni partecipi all’evento.

Tre domande sul voto che sta facendo tremare la Germania

Intervista a Anna Stiede e John Malamatina di Giansandro Merli
Il risultato del voto in Mecklenburg-Vorpommern ha prodotto un terremoto politico in Germania e in Europa: il partito razzista Alternative für Deutschland ha ottenuto il 20,8% delle preferenze, secondo solo al Partito Socialdemocratico (30%), ma davanti alla CDU di Merkel, che non ha superato il 19%. Abbiamo intervistato Anna Stiede (precaria, attivista di Interventionistische Linke) e John Malamatina (giornalista e scrittore free lance, attivista di Beyond Europe).

Economia, circuiti e monete alternative. Intervista a Enric Duran

Intervista a Enric Duran di Cristina Toti
In occasione del convegno di Effimera “Sovvertire l’infelicità” dell’ottobre 2015, Effimera e Nomade Tv24 avevano intervistato Enric Duran, fondatore della Cooperativa Integral Catalana e di Faircoop. Cristina Toti ha incontrato Enric durante il suo passaggio in Italia questa estate e ha continuato con lui il dicorso cominciato un anno fa, con particolare riferimento al tema della possibile costruzione di circuiti monetari alternativi. Tema che in questo periodo ha interessato molto il dibattito italiano.

Rifondazione Comunista in piazza per il Kurdistan

di Paolo Ferrero
Il Partito della Rifondazione Comunista, nell’aggravarsi generalizzato della situazione politica e militare in Turchia e nelle zone di combattimento in Siria conferma il proprio incondizionato appoggio alla causa del popolo del Kurdistan e di tutti coloro che si stanno battendo per un modello politico e sociale antiliberista, contrario ad ogni fondamentalismo, pluriculturale, partecipato, antipatriarcale e capace di costruire, anche in condizioni di guerra, democrazia dal basso.

Una pace con mire espansionistiche

di Stefano Petrucciani
Una delle cifre più caratteristiche del lavoro intellettuale di Domenico Losurdo sta senza dubbio nella sua capacità di decostruire storicamente e criticamente le ideologie egemoniche. A cominciare dall’ideologia liberale, che Losurdo ha bersagliato in molti libri importanti, tra i quali spicca per incisività laControstoria del liberalismo (Laterza, 2005), un testo che si può leggere come un efficace controcanto rispetto a quegli scrittori politici che si sono unilateralmente concentrati sulle nefandezze dei comunismi o dello stalinismo.

Sindacati e Confindustria, nuovo sgambetto al lavoro

di Il Simplicissimus 
Mentre la sedicente sinistra di governo è valorosamente impegnata nella sua battaglia contro la Raggi, Confindustria e sindacati si mettono d’accordo per dare un’altra stangata ai lavoratori. Gira un documento comune sottoposto all’attenzione di un governo dispostissimo ad accoglierlo sia pure non prima di averlo peggiorato che tolto dal bagno di cromatura del linguaggio aziendal -sindacalese è teso a rendere più facili e meno onerose le espulsioni dal posto di lavoro, a ridurre quanto più possibile il ruolo della cassa integrazione che quanto meno costituiva un freno ai licenziamenti selvaggi, ad abbassare la liquidazione dei dipendenti di più lunga data stabilendo un massimo di vent’anni e farla gestire in pratica da fondi di natura privata, in primis quelli di Confindustria e dei sindacati stessi, che si occuperanno “incentivare” il pensionamento facendolo pagare ai lavoratori.

La Germania scopre il populismo

di Tonino Bucci 
Il successo della giovane formazione dell’AfD (Alternativa per la Germania), nelle recenti elezioni regionali tedesche, decreta la fine del monopolio decennale della Merkel. A dispetto della sua potenza economica, la Germania è in fermento. Il capitombolo del partito della cancelliera Angela Merkel nelle recenti elezioni tedesche è una notizia. Nessuno di aspettava un risultato così deludente, sotto al 20 per cento, per di più nella patria politica d’adozione della cancelliera. Il successo dei “populisti“ nel Land Mecklenburg-Vorpommen (Meclemburgo-Pomerania), invece, è una non notizia. La giovane formazione dell’AfD (Alternativa per la Germania) è tutt’altro che nuova a risultati del genere.

Brasile: riflessioni dopo il colpo di Stato

di Walter Sorrentino
Due fatti augurali nella nuovissima congiuntura. Uno è la manifestazione di domenica 4 settembre nella Avenida Paulista a San Paolo, la seconda per dimensione dell’inizio della lotta contro il golpe. Una moltitudine di gioventù lavoratrice e studentesca, molti della periferia, lavoratori sindacalisti e segmenti medi progressisiti, età media. Si è imposto in modo deciso la parola d’ordine (elezioni) Dirette subito, per dare sbocco politico alla lotta Fuori Temer e alla sua agenda regressiva. Si risentiva il superamento della polemica che ha diviso parte della sinistra, al riguardo del Plebiscito proposto da qualche tempo da diverse forze, inclusa Dilma Rousseff.

Diritto di asilo in Europa: la politica della vergogna

di Stefano Catone
Aiutatemi a capire, perché spero di essermi sbagliato. Di non aver capito io, di essermi perso qualche pezzo, perché così è troppo. Per ricapitolare: l’Unione europea ha adottato due strategie per la gestione dei migranti e, in particolare, dei richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale. La prima si chiama “ricollocamento” e prevede la distribuzione di 160mila richiedenti asilo e beneficiari di protezione da Italia, Grecia e Ungheria (i paesi più esposti) verso gli altri paesi dell’Unione europea. Una strategia di buon senso, ma che al momento sta fallendo miseramente, dato che i ricollocati sono stati circa 4mila.

Si può parlare alla festa dell'Unità?

di Gigi Riva
Si può vedere il bicchiere mezzo pieno: in Italia esiste ancora una robusta e debordante passione politica.O il bicchiere mezzo vuoto: tanta passione produce una robusta e debordante intolleranza. Ma questo è il commento. La cronaca. Sono stato invitato a moderare, giovedì sera 8 settembre, un dibattito alla festa dell'Unità provinciale di Milano. Ore 21. Spazio “Altiero Spinelli”. Titolo “Il futuro del progetto europeo: speranze, regole visioni”. Sul palco: Massimo D'Alema, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega sull'Europa Sandro Gozi; l'europarlamentare Patrizia Toia; il professor Alberto Martinelli.

Spagna ingovernabile, verso nuove elezioni?

di Steven Forti 
Quasi un anno senza Governo. E con poche prospettive di averne uno a breve. Questa è la situazione politica spagnola dopo due tornate elettorali che, pur avendo modificato notevolmente il panorama politico del paese, con l’ingresso nelle Cortes di Madrid di Podemos e Ciudadanos, non hanno però permesso che il cambiamento tanto annunciato si concretizzasse in un’opzione di governo. Il bipartitismo del Partido Popular (PP) e del Partido Socialista Obrero Español (PSOE), che sembrava ferito a morte, regge ancora, ma non ha più i numeri per gestire il paese. 

Ma chi era e come la pensava John Maynard Keynes?

di Andrea Terzi
Il 5 giugno 1883, al 6 di Harvey Road, Cambridge, nasce John Maynard Keynes, primogenito di Florence Ada Brown (1861- 1958), una fra le prime giovani donne ammesse a studiare a Cambridge (cui tuttavia non era ancora consentito ottenere la laurea) e di John Neville Keynes (1852-1949), docente di logica nell’Università di Cambridge. Il giovane Maynard cresce a Cambridge con la sorella Margaret (1885- 1970) e il fratello Geoffrey (1887-1982). Il padre, autore di un celebre trattato sulla metodologia dell’economia politica, riduce progressivamente i propri impegni accademici (rinuncia ad una cattedra a Chicago) e copre incarichi amministrativi nell’università.

La politica muore nel recinto nazionale

di Marco Valbruzzi 
Ho seguito con molto interesse, ma anche con altrettanto scetticismo, il dibattito sulla «morte della politica» ospitato dal manifesto. Confesso subito che la stessa espressione o «slogan» – come lo chiama Alberto Burgio – della «morte della politica» non mi convince affatto. Per almeno due ragioni. La prima è che la politica non muore; al massimo, si indebolisce, si affievolisce, entra in un apparente letargo e finisce per essere temporaneamente confusa con l’amministrazione dell’esistente. Ma la politica rimane comunque al suo posto, seppure in forme meno visibili e appariscenti.

Alle sorgenti del comunismo

di Simone Pieranni
Il 9 settembre 1976 moriva Mao Zedong. Oggi in Cina la data di morte del Grande Timoniere, così come quella di nascita, il 23 dicembre 1893, passa in sordina o viene per lo più celebrata in quei luoghi ancora agganciati alla sua eredità per questioni puramente nostalgiche (poche ormai) o turistiche (sempre di più). È il caso, ad esempio, di Yan’an divenuta nel tempo una sorta di «Disneyland rossa» o di Shaoshan, il luogo di nascita. 

Panorama stagnante

di Marco Bertorello 
Marcello De Cecco definiva le attuali scelte espansive delle banche centrali come «vicarie» della politica. Effettivamente non c’è stato summit, dal G7 al G20, o organismo sovranazionale che abbia espresso scelte concrete e in buona misura coordinate per provare a fronteggiare la crisi. In questi ultimi anni le banche centrali sono diventate il principale player nello scacchiere economico globale. Grazie a un profilo sempre più ibrido giocato tra l’efficacia e la credibilità di un organismo statale e la prontezza, l’autonomia e la discrezionalità di uno privato. Il loro protagonismo ha consentito di stabilizzare il contesto, di evitare l’instabilità, ma non ha favorito una vera ripresa.

Guatemala e Honduras: chi difende l’ambiente rischia la vita

di Luca Martinelli 
“Difendere i diritti umani è una della professioni più pericolose in tutta l’America Latina, ma aver la pretese di proteggere le risorse naturali vitali trasforma questo ‘lavoro a rischio’ in qualcosa di potenzialmente letale”. Erika Guevara-Rosas è la direttrice per le Americhe di Amnesty International, e questa frase l’ha pronunciata a inizio settembre, a margine della presentazione del rapporto “Difendiamo la terra con il nostro sangue”, un’indagine sul campo condotta all’inizio del 2016, con interviste realizzata ad organizzazione e difensori del territorio e dell’ambiente in due Paesi dell’America Centrale, Guatemala e in Honduras.

La caduta di Dilma Rousseff cancella i progressi del Brasile

di Gwynne Dyer 
Il 6 settembre l’ex presidente brasiliana Dilma Rousseff ha lasciato il palazzo presidenziale di Brasilia e si è imbarcata su un volo diretto a Porto Alegre, la sua città d’adozione. Al suo posto c’è un successore che rischia di essere condannato per reati molto più gravi di quelli che l’hanno costretta a lasciare il potere, e un paese che ha perso il diritto di fare parte dei Brics. La sigla Bric era stata introdotta nel 2001 da Jim O’Neill della Goldman Sachs per designare un gruppo di paesi a rapida crescita economica che aspiravano al ruolo di potenze globali emergenti: il Brasile, la Russia, l’India e la Cina.

Se vince il No crolla Mps? Un ricatto pilotato

di Donatella Coccoli
«La vittoria del No al referendum costituzionale che affosserebbe il Monte dei Paschi? È un ricatto pilotato», commenta così Giulio Marcon, deputato di Sinistra italiana, la notizia che Repubblica sbandierava nelle pagine di economia con il titolo altisonante: “L’ombra referendum su Siena”. Secondo il quotidiano, «al voto del referendum è legata anche la ricapitalizzazione da 5 miliardi del Monte dei Paschi in cui si stanno impegnando Jp Morgan e Mediobanca». Da qui la volontà di “farsi sentire” da parte dei colossi Morgan Stanley e Goldman Sachs con studi e ricerche, si legge sempre su Repubblica.

Università neoliberale e libertà accademica: il pensiero critico è ancora possibile?

di Lavoro Culturale 
La managerializzazione dell’università e dell’istruzione superiore è un fenomeno ormai ben noto, la cui genesi, aspetti organizzativi, burocratici, ideologici sono stati analizzati in maniera estesa. Meno studiate sono invece le conseguenze che tale trasformazione ha avuto e ha sugli spazi di espressione del dissenso. Se la produzione di sapere è fortemente influenzata dalla crescente burocratizzazione e dagli imperativi della “produttività” e dell’“eccellenza”, un notevole impatto su di essa è esercitato dalla cosiddetta “securitizzazione” degli spazi universitari.

M5s, Podemos, Alternative fur Deutschland, Front National, Trump: ma che sta succedendo?

di Aldo Giannuli 
Quando mi capita di parlare del M5s spesso constato un atteggiamento pregiudizialmente ostileche il più delle volte trapela da una malcelata speranza che il fenomeno duri poco, in modo da tornare al più presto alla “normalità”. Non pensate che si tratti solo del piddino che spera nella morte del M5s in modo da restare senza sfidanti, o del leghista che spera di recuperare una parte dei voti persi all’epoca del Trota, ma anche del militante della sinistra (quella vera) che, del tutto irragionevolmente, pensa che il collasso dei 5 stelle gli spianerebbe praterie infinite.

Quanto è lontana Cork dalla Silicon Valley

di Cristian Perniciano
Margrethe Vestager, commissaria europea responsabile per la Concorrenza, ha annunciato il 30 agosto la conclusione del procedimento aperto l’11 giugno 2014 sul regime fiscale applicato dall’Irlanda ad Apple (procedimento che ha indagato anche su Starbucks/Olanda e su Fiat Finance and Trading/Lussemburgo) a partire dal 2003 e fino al 2013: la Commissione ha ravvisato gli estremi dell’aiuto di Stato, condannando l’azienda di Cupertino a pagare i 13 miliardi di euro di imposte dovute.

Mondo nomade, città aperte. Intervista a Richard Sennett

Intervista a Richard Sennett di Giuliano Battiston 
Pensare di arroccarci nella nostra identità, di «esimerci dal contatto e dalla contaminazione con gli altri è ridicolo, un’illusione». Respingere chi cerca aiuto, «una nuova forma di fascismo». Richard Sennett, tra i più autorevoli sociologi contemporanei, docente alla London School of Economics e alla New York University, guarda con preoccupazione al modo in cui in Europa si affronta la questione migratoria. Il «nuovo tribalismo», che combina la solidarietà con i propri simili e l’aggressività contro chi è diverso, è frutto di un’incompetenza sociale, sostiene l’autore de Lo Straniero. Due saggi sull’esilio (Feltrinelli 2014).

Processo Menarini. Le truffe alla sanità le fanno le multinazionali

di Contropiano 
Prendiamo la notizia come viene data dai giornali mainstream, in questo caso da Repubblica: "Condannati i vertici della casa farmaceutica Menarini. La presidente Lucia Aleotti condannata a 10 anni e mezzo per riciclaggio da frode fiscale, 7 anni e mezzo al fratello, Giovanni Aleotti, vipresidente, per gli stessi reati. Lucia Aleotti è stata condannata anche per corruzione. Ordinata la confisca per un miliardo di euro nei conti all'estero della famiglia. La più grande casa farmaceutica italiana, la Menarini di Firenze, sarebbe diventata tale perpetrando per quasi trent'anni, dal 1984 al 2010, una colossale truffa ai danni del sistema sanitario nazionale.

Lavoro e migranti: l’integrazione dei rifugiati

di Lorenzo Cattani
Ogni sfida, per sua intrinseca natura, porta con sé allo stesso tempo rischi e opportunità. È quindi fondamentale stabilire in quale di questi due “sottoequilibri” vogliamo posizionarci. Questo vale anche per la cosiddetta emergenza migranti che stiamo affrontando adesso. L’atteggiamento con il quale affrontarla è fondamentale, al fine di evitare di subire il fenomeno e rischiare di vedere il progetto comunitario europeo sprofondare tra redivive rivalità nazionali e destre xenofobe.

Un calcio alle Olimpiadi dalla periferia

di Eleonora Martini 
La rivendicazione politica è già stata pubblicata sull’house organ di movimento, la location – strepitosamente simbolica – è stata individuata in «un impianto sportivo di periferia», e ogni impegno istituzionale che potrebbe indebolire l’impatto dell’evento (l’audizione in commissione cultura e sport del Senato della sindaca di Roma) è stato rinviato. Tutto sembra pronto per il grande annuncio ufficiale del «No» alle Olimpiadi 2024. Nell’immaginario grillino, il primo colpo di sciabola alle mani predatrici già allungate sulla Capitale.

Sulla Contraddizione

di Mao Tse tung
La legge della contraddizione inerente alle cose, ossia la legge dell’unita degli opposti, è la legge fondamentale della dialettica materialistica. Lenin ha detto: “Nel senso proprio della parola la dialettica è lo studio delle contraddizioni nell’essenza stessa degli oggetti ….”[2] Lenin ha affermato più volte che questa legge è l’essenza della dialettica; ha anche detto che essa costituisce il nocciolo della dialettica[3]. Perciò, studiando questa legge, non possiamo non toccare una vasta cerchia di problemi, non possiamo non toccare molte questioni filosofiche.

Nel deserto del G20 il clima non cambia

di Raffaele Lupoli 
Per essere certo che tutto andasse liscio, il governo cinese ha “convinto” un terzo dei 6 milioni di abitanti ad andar via da Hangzhou durante il G20. Ha proclamato una settimana di vacanza per creare il vuoto nei quartieri attorno alla sede del vertice, costringendo intanto i dissidenti ai domiciliari o a uscire dalla città. Viene da parafrasare la massima di Tacito: hanno fatto il deserto e lo hanno chiamato “summit sul futuro del pianeta”. In un’atmosfera da ghost town si è discusso di economia, riduzione delle disuguaglianze, guerra in Siria, dispute territoriali e clima, dimenticando – guarda caso – che alla base di tutti questi temi c’è il rispetto dei diritti umani.

Lavoro da svenire

di Claudio Canal
All’improvviso e contemporaneamente. Decine di giovani donne svengono. Come è successo negli anni precedenti, verso l’estate. Solo nel 2012, documentati 2.100 casi, idem negli anni successivi. Cadono come fossero possedute. Operaie al lavoro nei nuovi distretti industriali della provincia di Kandal, cintura di Phnom Penh, capitale della Cambogia. Aziende tessili e calzaturifici. La t-shirt che indosso la sa lunga su questa storia, se capissi la sua lingua. Svengono come a comando, a grandi gruppi. Lettighe, infermiere, flebo. Interruzione del lavoro vivo, perché il lavoro svenuto non si è ancora riusciti a sottometterlo.

Dalla fede alla politica il tramonto del padre

di Zygmunt Bauman 
Giobbe ha dovuto tenere a mente una grande verità, imparandola in maniera dura: «So questo per la verità, che nessun uomo può vincere la sua causa contro Dio. Se un uomo sceglie di discutere con lui, Dio non risponde a una domanda su mille» (Gb 9; 2-3). Da qui in avanti si capirà cosa vuol dire questa verità di Giobbe. Molti anni fa Italo Calvino, proprio sui giornali, aveva parlato di una specie di centro “strano”, affermando che: «La società moderna tende verso un complicato set-up, che gravita verso un centro vuoto, ed è in questo spazio, che si rivela vuoto, che tutti i poteri e valori si riuniscono».

Clinton e Trump all'esame di economia

di I Diavoli
L’appuntamento alle urne è fissato per l’8 novembre. Tra due mesi gli americani saranno chiamati a votare il prossimo presidente degli Stati Uniti: la sfida si gioca tra la candidata democratica Hillary Clinton e il rivale repubblicano Donald Trump (qui lo speciale #iDiavoliCountdown, ndr). Quello che si sa finora è che non si sono risparmiati stoccate pesanti su fuga di email, dichiarazioni dei redditi, anti-terrorismo e immigrazione, Russia, etc. Ciò su cui entrambi gli sfidanti in corsa alla Casa Bianca si spendono meno nei comizi è l’economia. Di piani economici (dettagliati) parlano poco.

La Bce si ferma, come l’economia

di Claudio Conti 
La Bce ha sostanzialmente esaurito armi e munizioni a sua disposizione, ma soprattutto è arrivata a dimostrare empiricamente che la sola politica monetaria non può risolvere i problemi economici e finanziari di un'area peraltro assolutamente interconnessa con l'economia globale. La scelta – resa nota ieri pomeriggio – di non modificare nessuna delle decisioni prese in precedenza, tanto sui tassi di interesse quanto sul programma di acquisato di titoli sul mercato (altrimenti noto comequantitative easing) è al tempo stesso una presa d'atto di questi limiti e un richiamo deciso ai diversi paesi a fare quel che – secondo lui e i manuali di macroeconomia liberisti – andrebbe fatto.

Il bullo s’è incattivito

di Giulio Cavalli
Il bullo s’è incattivito. de sempre così quando si sente odore di sangue in giro e s’ha di fronte una platea ammaestrata più a far sì con la testa che a curare la cottura delle salamelle. Le feste dell’Unità (mica più d’intenti, ora di interessi) ormai sono il mantello del sovrano e ogni occasione è buona per un’iperbole di menzogne. E tutti a dire sì come i pupazzetti che regalano con le schede punti dei ristoranti cinesi. Allora conviene puntualizzare, forse. Conviene. Dice Renzi: “Lo dico ai tanti che trovano qualcosa che non va, a chi dalla mattina alla sera si lamenta: fuori dal Pd non c’è una sinistra migliore, la rivoluzione del proletariato, fuori dal Pd e da questo Pd c’è l’Afd in Germania, la Le Pen in Francia, Farage in Inghilterra e in Italia il qualunquismo e la demagogia in camicia verde.”

Decrescita, l’anticipazione di Goffredo Parise

di Fabio Balocco
Devo dire grazie alla rete se sono venuto a conoscenza di un articolo che Goffredo Parise scrisse su Il Corriere della Sera il 30 giugno 1974, articolo che dimostra da un lato la sensibilitàdello scrittore e dall’altro la sua capacità di anticipare i tempi. “Il rimedio è la povertà” è il titolo ed in esso già traspare il contenuto dello scritto. Parise, parte dal dato di fatto che “il nostro Paese si è abituato a credere di essere (non ad essere) troppo ricco. A tutti i livelli sociali, perché i consumi e gli sprechi livellano e le distinzioni sociali scompaiono, e così il senso più profondo e storico di “classe”, si augura che la società intraprenda invece la strada della povertà“.

L’assordante silenzio sui guai della giunta Pd di Milano

di Gianni Barbacetto
Quiz. Chi è il sindaco di una grande città italiana che è iscritto nel registro degli indagati, che ha avuto problemi con la nomina di qualche suo assessore e polemiche feroci sulla scelta del suo staff? Virginia Raggi, direte voi. Sì, ma ce n’è un altro le cui vicende, a differenza di quelle del sindaco di Roma, non sono state raccontate da alcun giornale (tranne il Fatto quotidiano): è Giuseppe Sala, primo cittadino di Milano. Raggi/Sala: due pesi e due misure. L’indagato. Non era ancora stato eletto primo cittadino, e Sala era già iscritto nel registro degli indagati. Per aver mentito ai cittadini.

Libertà per Alp Altınörs e per tutti i detenuti politici curdi

di Paolo Ferrero 
Alp Altınörs, vicepresidente delll’HDP ( Partito Democratico del Popolo, formazione curda-turca di sinistra) è stato arrestato dalla polizia turca. Sembra gli venga contestata la partecipazione ai funerali delle vittime dell’attentato di Ankara dell’anno scorso, in cui morirono 86 persone per una bomba scoppiata a una manifestazione per la pace. Oggi sarebbe dovuto venire a Napoli a partecipare al festival che si tiene presso l’ex Opg di Napili Je so’ pazzo, come relatore, insieme al sindaco Luigi de Magistris , alla rappresentante NO TAV Nicoletta Dosio , a dirigenti politici greci e a tantissimi altri militanti della sinistra di base in Italia.

In Puglia le campagne sono in lotta

di Checchino Antonini
Il 7 settembre si è svolto un incontro tra il Comitato dei Lavoratori delle Campagne, la Rete Campagne in Lotta e il Questore di Foggia, alla presenza dei dirigenti dell’ufficio immigrazione. L’incontro è frutto del processo di mobilitazione dei lavoratori agricoli della provincia di Foggia, che continua da oramai un anno per richiedere la regolarizzazione delle migliaia di braccianti irregolari presenti sul territorio. Il 25 agosto scorso, alla luce del perdurare delle gravi condizioni che denunciamo da anni, un nuovo sciopero dei lavoratori ha bloccato per ore la filiera del pomodoro, rilanciando la lotta.

Quell’azzardo del “gioco responsabile”. Intervista a Natasha Dow Schüll

Intervista a Natasha Dow Schüll di Marco Dari Mattiacc
Il giocatore alle prese con la slot machine conosce bene quella sensazione di fusione totale con la roccia, musica che scorre nelle vene e ti trasporta, tensione che si trasforma in pace. La calma affettiva. In gergo è la “zona”, uno spazio mentale più che fisico. Per lo psicologo Mihály Csíkszentmihályi, la condizione di trance del giocatore è uno stato di sospensione che si raggiunge quando la “concentrazione” è tale che sfuma la percezione del tempo e quella delle ansie e delle preoccupazioni. È il “flusso”.

In fuga, in cella, scomparsi: il destino dei minori rifugiati

di Viola Brancatella
Ogni giorno in Italia scompaiono 28 migranti di minore età, dissolvendosi nel nulla. E nei primi sei mesi del 2016 sono almeno 140 i bambini morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. A un anno di distanza dal ritrovamento del piccolo Aylan Kurdi sulla spiaggia turca di Bodrum, Oxfam Italia riaccende i riflettori sulle sorti dei minori migrantipubblicando il rapporto “Grandi speranze alla deriva”. Allo stesso modo Human Rights Watch denuncia la condizione inumane in cui i minori rifugiati vivono in Grecia.

La questione ambientale come politica di tutela del patrimonio storico-artistico

di Bruno Zanardi 
Oggi Amatrice, quattro anni fa Modena, nel 2009 l’Aquila e così via a ritroso, Umbria e Marche, Assisi, San Giuliano e tutte le altre tragedie provocate dal terremoto, ognunacon i suoi morti, ognuna con la distruzione di abitati storici e di irripetibili patrimoni storici e artistici. Il tutto condito dagli stessi, immensi problemi, su cui puntualmente ci ritroviamo a dibattere. Perché? Per l’immenso ritardo culturale delle istituzioni, in primis le soprintendenze e le università, che queste catastrofi non dico dovrebbero impedire (visto che non si può), ma su cui certamente dovrebbero lavorare per mitigarne gli effetti, come invece si può e si dovrebbe fare.

40 anni fa moriva Mao Zedong

di Andrea Catone
Il 9 settembre di 40 anni fa moriva Mao Zedong, uno dei più importanti protagonisti della storia mondiale, del movimento comunista internazionale e della lotta di emancipazione dei popoli dal giogo del colonialismo e dell’imperialismo. Il partito comunista cinese – sulla base della fondamentale Risoluzione su alcune questioni di storia del nostro partito dopo la fondazione della Repubblica popolare cinese (VI sessione plenaria dell’XI Comitato Centrale, 27 giugno 1981) – continua ad apprezzare e studiare il pensiero del padre della nuova Cina, del “grande timoniere” che è riuscito a guidare il paese sulla via dell’emancipazione nazionale e sociale, ponendo le basi politiche, economiche, sociali, ideologiche per lo sviluppo dei successivi 40 anni, che, sotto l’impulso di Deng Xiaoping e dei dirigenti che ne hanno seguito le direttrici fondamentali, fino all’attuale presidente Xi Jinping, hanno visto la Repubblica popolare cinese divenire la seconda potenza economica mondiale e svolgere un ruolo sempre più rilevante nello scacchiere internazionale, nella costruzione di un’alternativa di sviluppo pacifico all’imperialismo Usa-NATO.

Materia grigia alla sbarra

di Francesca Biancani, Francesca Coin, Nicola Perugini, Gabriele Proglio, Paola Rivetti e Pietro Saitta
Venezia, Modena, Bologna: all’università si parla di libertà accademica. Non solo: al centro della discussione è posta l’amministrazione dell’università come sistema di produzione dello spazio sociale. Due sono gli andamenti che caratterizzano questo processo: da un lato la burocratizzazione e la richiesta di produzione culturale «di qualità»; dall’altro una politica di controllo sociale degli spazi universitari scandita da misure repressive nei confronti degli studenti (a Torino, Roma, Bologna).