di Nicola Fratoianni
Siamo stati in piazza per tutte le donne e tutti gli uomini che vivono in Europa, e per tutte quelle e tutti quelli che, fuori dai suoi confini, continuano a vederla come una speranza dove approdare. Siamo stati in piazza a Roma per rivendicare quella cittadinanza negata che ha trasformato il sogno europeo in una tecnocrazia senza anima. Non per celebrare i 60 anni della firma dei Trattati, ma per chiedere con forza la riscrittura di tutti i trattati che hanno sottratto sovranità ai cittadini, consegnato le istituzioni europee ai mercati finanziari e impoverito le nostre società. Istituzioni centrali sottratte al controllo democratico si sono infatti rivelate più permeabili al condizionamento dei poteri economici, negando di fatto il principio di uguaglianza sociale, in nome di un'economia di mercato senza regole.