La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 24 settembre 2016

La rivoluzione democratica nel Rojava e la lotta contro l’imperialismo USA

di Giovanna Capelli
Con grande stupore e perplessità abbiamo da poco ricevuto dalla Lista Comitato No guerra No Nato e dalla rete No War di Roma un aspro comunicato di dissociazione e contrasto nei confronti della manifestazione di sabato 24 settembre 2016 a Roma, indetta dall’Ufficio Informazione del Kurdistan in Italia e dalla Rete Kurdistan a sostegno del popolo curdo, della rivoluzione democratica in Rojava, per la liberazione di Ocalan, contro l’invasione turca del Rojava, contro la repressione turca del movimento curdo e democratico, per bloccare il sostegno USA/UE a Erdogan e il vergognoso accordo sui profughi, contro la barbarie dell’ISIS e per il confederalismo democratico.

Lavorare ancora per la rivoluzione politica. Intervista a Bernie Sanders

Intervista a Bernie Sanders di Katrina vanden Heuvel e John Nichols
Bernie Sanders sta facendo ancora propaganda per la rivoluzione politica. Sta protestando insieme ai Nativi Americani contro il gasdotto Dakota Access (Dapl) , sta sostenendo il Partito delle famiglie lavoratrici e si sta mettendo in moto per fare la campagna elettorale a favore della candidata antimonopolio del congresso, Zephyr Teachout. Sanders continua ad attirare grosse folle e l’attenzione dei media dopo una campagna per la presidenza che gli fatto ottenere più di 12 milioni di voti e che ha iniettato un genuino populismo economico nel dibattito.

Patologie democratiche al pettine del populismo

di Alberto Burgio 
A New York, tre giorni dopo il frustrante summit di Bratislava, Matteo Renzi ha ricevuto il Global Citizen Award dalle mani di John Kerry che lo ha calorosamente elogiato (guidata da un leader europeo dinamico e sempre più importante, l’Italia va nella giusta direzione) e pubblicamente definito uno «high energy guy». Una soddisfazione, non c’è che dire. È bello che ogni tanto qualcuno mostri di volerti bene e ti dia pure una mano. È stato in quella circostanza che, raggiante, euforico, commosso, il presidente del Consiglio ha detto una cosa seria. Delle cui implicazioni non sappiamo quanto sia consapevole.

Il romanzo della crisi

di Pietro Raitano
Bisogna rendere il giusto merito a Paolo Pontoniere, il giornalista che, esattamente dieci anni fa, firma un pezzo per il settimanale l’Espresso dal titolo “Mutui a orologeria”. Il merito sta nell’essere probabilmente la prima persona a scrivere, in Italia, dei cosiddetti mutui subprime. L’articolo è del 21 settembre 2006, ed è una corrispondenza da San Francisco che si apre con le parole dell’economista George McCarthy, della Ford Foundation: la crisi deisubprime è una “bomba ai neutroni immobiliare”. Nel 2005 infatti i prestiti per l’acquisto di casa a famiglie statunitensi che non se lo potrebbero permettere rappresenta un terzo del mercato, e circa la metà degli acquisti dell’ultimo anno.

Dalle piattaforme civiche alle città ribelli

di Beppe Caccia 
La definizione di un “nuovo municipalismo” muove da un fatto politico significativo: i risultati delle elezioni amministrative spagnole del maggio 2015, che hanno visto l’affermazione di sindaci e liste espressi da plataformas ciudadanas. In alcune grandi città della Penisola Iberica – tra cui Madrid, Barcellona, Valencia, Saragozza, La Coruna – quei sindaci e quelle coalizioni sono ora al governo. In altri rappresentano la principale forza di opposizione. Questo fenomeno è legato al ciclo di movimenti di massa che hanno occupato la scena sociale dal 15M 2011 in poi, ed è ovviamente correlato alla nascita e allo sviluppo di nuove forze politiche, anche su scala nazionale.

Prendono tempo: governo disinvolto e irresponsabile

Intervista a Stefano Rodotà di Silvia Truzzi
La Corte costituzionale ha deciso di rinviare la decisione sull’Italicum e contemporaneamente in Parlamento si torna a discutere di legge elettorale: delle manovre attorno alla riforma abbiamo parlato con Stefano Rodotà. Secondo alcuni il rinvio è un favore a Renzi, visto che è quasi certo che per alcuni profili la legge elettorale verrà dichiarata incostituzionale.
"La Consulta ha una preoccupazione fondata: c’è un fortissimo intreccio tra valutazione politica e valutazione costituzionale. Rinviare la decisione significa tenere distinti i due aspetti. La confusione non sarebbe stata opportuna: così il giudizio di costituzionalità non andrà a sovrapporsi alle dinamiche politiche."

Cannabis, chiudiamo il secolo proibizionista. Intervista a Giovanni Maria Flick

Intervista a Giovanni Maria Flick di Luca Sappino
«Dobbiamo lasciarci alle spalle il secolo del proibizionismo». Dice di esser cauto,Giovanni Maria Flick, ma è in realtà assai convinto. L’ex presidente della Corte costituzionale ed ex ministro della Giustizia, è sulla stessa lunghezza diRaffaele Cantone eFranco Roberti, il capo dell’Anac e il procuratore nazionale antimafia, entrambi intervenuti a favore di una legalizzazione della cannabis. Frena sulle droghe più pesanti, Flick, che nel 2014, da avvocato, si è già trovato a sostenere l’incostituzionalità della Fini-Giovanardi in Corte costituzionale: «Hanno effetti più deleteri sulla salute», dice.

Europa, gigante sedato

di Luigi Pandolfi 
In questo periodo, i governi europei sono alle prese con i bilanci di previsione e con le leggi di stabilità, che, com’è noto, devono essere presentate alla Commissione entro il 15 ottobre. Quale migliore occasione, allora, per fare un bilancio del Patto di Stabilità, ovvero delle regole poste a fondamento della governance economica dell’Unione? Calato il sipario sull’ultimo vertice dei capi di Stato e di governo tenutosi a Bratislava, ci ha pensato Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione, a fare il punto, intervenendo alla plenaria del Cese, organismo consultivo dell’Unione, rappresentativo della società civile organizzata.

PIIGS: un documentario contro l’austerity

di Thomas Fazi
Realizzare un documentario non è mai facile, soprattutto in tempo di crisi: richiede soldi (tanti), tempo, impegno, passione. Ancora più difficile è realizzare un documentario che parli di questioni economiche: come trasporre in un linguaggio cinematografico questioni astratte come deficit, debito, PIL, ecc.? Realizzare un documentario che tratti di questioni economiche e sia al contempo autorevole e avvincente, poi, è praticamente impossibile. Eppure gli autori di PIIGS – Ovvero come imparai a preoccuparmi e a combattere l’austerity – i tre giovani film-maker italiani Adriano Cutraro, Federico Greco e Mirko Melchiorre – sono riusciti a fare esattamente questo.

Le risorse per i poveri scarseggiano? Ci credo: le avete destinate a chi sta bene

di Giuseppe Civati 
La menzogna più grossa che accompagna ogni dibattito sui conti dello Stato è quella per cui non ci sarebbero risorse per i poveri e per ridurre le disuguaglianze. Le risorse ci sarebbero eccome, anche soltanto modificando in parte le cose che lo stesso governo attualmente in carica ha introdotto con le scelte spericolate degli ultimi anni.
Due esempi banali e un terzo in aggiunta:
1. Se si tornasse a far pagare la tassa sulla casa a quelli come me (per capirci) e a chi sta bene dal punto di vista economico, esentando dal pagamento soltanto chi non è in buone acque, recupereremmo qualche miliardo (da 1 a 2, dipende da come si costruisce la modifica).

L’helicopter money per sconfiggere la recessione

di Robert Skidelsky 
Dopo essere stata bandita per anni, se non decenni, la politica fiscale sta tornando di moda. La ragione è semplice: la mancata ripresa dal crollo globale del 2008. Da questo punto di vista, l’Europa è la regione che registra il dato peggiore: il suo PIL è cresciuto a malapena negli ultimi quattro anni, mentre il suo PIL pro capite è ancora inferiore a quello del 2007. Come se non bastasse, le previsioni di crescita sono cupe. A luglio, la Banca centrale europea ha pubblicato un rapporto che suggerisce che l’output gap negativo nella zona euro sia pari al 6%: quattro punti percentuali in più di quanto si pensasse.

Il declino delle leadership politiche

di Roberto Fai
Che il mondo politico contemporaneo sia segnato da una preoccupante crisi delle classi dirigenti internazionali, da una verticale caduta della loro qualità strategica, dal venir meno di figure dalla forte impronta carismatica –carisma derivante anche da fiducia e riconoscimento delle scelte politiche –, è evidente a tutti. Di primo acchito, questo processo ha iniziato a manifestarsi con l’avvio del grande passaggio d’epoca, segnato dalla fine dell’Impero dell’Urss che, chiudendo la stagione pluridecennale contrassegnata dalla lunga soluzione del «problema hobbesiano dell’ordine» (1945-1989: crollo del Muro di Berlino), ha posto il mondo dentro l’orbita di un’inedita e destinale «connessione globale».

Calenda si vende i nostri ritardi per la nuova frontiera

di Roberto Romano 
Il consenso sul piano nazionale Industria 4.0 (qui) non è mai stato così ampio. In molti si spingono a sostenere che dopo tanti anni il paese riprenderà in mano le redini di una sana politica industriale. Industria 4.0 significa 4° rivoluzione industriale; un modo per dire che stiamo vivendo una grande fase di transizione. Secondo il governo e altri centri di ricerca si tratta di robot intelligenti, interconnessi e collegati via internet. Solo pochi anni addietro la parola d’ordine era green economy, ma la politica e l’immaginario collettivo ha bisogno di essere alimentato da nuove suggestioni. La post-modernità ha i suoi riti e metafore (N. Franceschin e L. Demichelis).

Ranking e lotta di classe

di Roberto Ciccarelli
Un paio di settimane fa ho visto la puntata Il pianeta dei robot di Presa diretta, una delle poche trasmissioni Tv che fanno inchiesta in Italia. Bella trasmissione, e se siete interessati potete rivederla qui. Peccato che abbia accreditato la solita versione apocalittica della cosiddetta “ideologia californiana”. Per Richard Barbrook e Andy Cameron, autori venti anni fa dell’omonimo libro, la cosiddetta Californian Ideologyè quel mix di libero spirito hippie e zelo imprenditoriale yuppie su cui fonda l’intero immaginario della Silicon Valley.

I confini svaniti della democrazia

di Stefano Petrucciani 
Nella contemporanea età globale diventa in gran parte inattuale il principio sul quale, come ci ha insegnato Jean-Jacques Rousseau, la democrazia si fonda, e cioè quello per cui i destinatari delle decisioni politiche devono esserne al tempo stesso gli autori. Questo principio è sempre meno effettivo; in primo luogo perché le scelte politiche dei singoli Stati sono determinate sempre più dalle decisioni di organismi sovranazionali che hanno una debole o nulla legittimazione democratica; e in secondo luogo perché, con i movimenti migratori di massa, gli Stati europei sono ormai abitati da milioni di non-cittadini, destinatari di leggi dello Stato senza esserne in alcun modo gli autori.

Se vince Corbyn, il New Labour va in pensione

di Giampaolo Martinotti 
Segretario in carica, il 67enne Jeremy Corbyn ha dovuto combattere nei mesi scorsi una guerra senza precedenti esplosa proprio all’interno del suo partito, quello che il guerrafondaio Tony Blair aveva voluto ribattezzare New Labour segnandone la definitiva svolta a destra. Dopo il maldestro tentativo di defenestrare il vecchio Jeremy, e sulle ali dallaBrexit, l’establishment del partito aveva messo in piedi una feroce campagna di disinformazione per screditarlo agli occhi di una base sempre più compatta intorno al suo nuovo leader. Insomma, i militanti stanno dalla parte di Corbyn, mentre la maggioranza dei parlamentari laburisti sono schierati con un’élite “blairiana” che spera nell’elezione del 46enne Owen Smith per scongiurare la possibile svolta a sinistra del Labour.

Frantz Fanon e la levatrice della storia

di Matthieu Renault 
L'analisi che segue parte dalla constatazione di una dissociazione quasi completa fra due campi di problematizzazione nell'ambito di quel che abbiamo voluto chiamare gli "studi fanoniani". Da una parte, abbiamo numerose interpretazioni della teoria della violenza di Fanon; tutte tendono a porre l'accento sulla natura strutturale della violenza coloniale e sulle dimensioni esistenziali, soggettive e piscologiche-cliniche della violenza anticoloniale, sul suo potere purificatore-disintossicatore, e sui limiti di tale potere. Abbiamo, dall'altro lato, delle riflessioni sul complesso rapporto di Fanon con il marxismo; girano tutte attorno ai temi dell'alienazione, della corruzione delle borghesie nazionali, delle relazioni fra "razza" e "classe", ecc., mettendo in discussione, e talvolta condannando, l'eurocentrismo della tradizione marxista.

Raggi prenda lezioni da Luigi de Magistris

Intervista a Marco Travaglio di Concita Sannino
"Poiché coloro che fanno la campagna referendaria per il Sì in realtà non spiegano nulla, ma si limitano a demonizzare le ragioni del No, ho deciso di provare a spiegarlo. Ecco perché è così oscena, articolo per articolo, questa riforma". Marco Travaglio, il direttore de Il Fatto Quotidiano, va in scena stasera, alle 21, al teatro Augusteo, con "Perché No", serata di politica (e intrattenimento) sostenuta dall'associazione DeMa, e con de Magistris in prima fila (prezzi politici: solo 5 o 10 euro). Sul palco, anche l'attrice Giorgia Solari "nei panni del ministro Maria Elena Boschi, ma con il testuale dei suoi interventi pubblici".

Vogliono cancellare i popoli indigeni. Intervista esclusiva alla figlia di Berta Cáceres

Intervista a Bertha Isabel Zúniga Cáceres di Luca Martinelli 
Bertha Isabel Zúniga Cáceres ha 26 anni e porta il nome di sua madre, Berta Cáceres, la leader indigena hondureña uccisa nella sua casa di La Esparanza nella notte tra il 2 e il marzo scorso. Meno di un anno prima era stata premiata, negli Stati Uniti, con il Goldman Prize, il Nobel alternativo per l’ambiente: un riconoscimento per la lotta contro la diga Agua Zarca, un progetto dell’impresa Desarollo energetico S. A. (DESA), in costruzione sul rio Gualcarque, nel dipartimento di Intibucá, dove la donna viveva.

State sicuri e non protestate

di Il Simplicissimus 
Si fa presto a dire sicurezza e in nome della stessa limitare tutte le libertà salvo quella obbligata al consumo. Ma in realtà ci troviamo di fronte a un concetto assolutamente vago e indefinito, anzi camaleontico la cui definizione non viene mai fornita sebbene essa faccia parte del patriot act e sia presente anche nel trattato dell’Unione europea come un valore e un “diritto “alla pari di libertà e giustizia. Già però che si intende per sicurezza? Quella sul lavoro? Quella medica e sanitaria? Quella delle pensioni? Quella di poter esercitare la libertà di pensiero senza che legulei da quattro soldi basandosi su leggi arcaiche la contristino? Quella di essere aiutati dalle istituzioni pubbliche quando si è in difficoltà? Quella di poter vivere in un ambiente non avvelenato? O la difesa contro la corruzione?

Industria 4.0. Superincentivi fiscali, zero programmazione

di Franco Astengo
Ben più importante della decisione presa dalla Sindaca di Roma di rinunciare alla candidatura olimpica, è stata la presentazione del progetto di Industria 4.0 da parte di Renzi e del ministro Calenda. Ancora una volta, su questo tema del tutto decisivo rispetto al futuro del Paese, siamo su di una strada completamente sbagliata. Ci si balocca di nuovo con i super – ammortamenti e le detrazioni fiscali a uso delle imprese senza entrare minimamente nel merito di un minimo di programmazione industriale rivolta ai settori manifatturieri nei quali l’Italia è ormai da tempo del tutto carente.

La battaglia per la dignità può salvare la democrazia. Intervista a Stefano Rodotà

Intervista a Stefano Rodotà di Simonetta Fiori
Dal lavoro al web, dalla famiglia al fine vita Stefano Rodotà analizza una delle parole chiave della nostra contemporaneità: "Le leggi devono proteggerla, è ciò che ci rende umani" Tra le parole chiave del nuovo millennio è la più abusata. Forse la più calpestata. La dignità è anche un lemma centrale nel dizionario autobiografico di Stefano Rodotà, che dai diritti sul lavoro a quelli dentro la famiglia, dalla tecnocrazia alla tutela della privacy, ne ha fatto la bussola di una ricerca intellettuale e politica cominciata oltre mezzo secolo fa. Dignità è oggi il tema del nuovo Festival del diritto, da lui fondato a Piacenza otto anni fa.

Le conseguenze di un’uscita dall’euro

di Giorgio Lunghini
Vi è oggi un consenso unanime circa l’inadeguatezza dell’assetto istituzionale dell’Unione economica e monetaria (Uem), e soprattutto vi è una unanime e severa e fondata critica del suo armamentario di politica economica (per una rassegna delle diverse posizioni si può vedere il mio commento («L’euro: un destino segnato?»), Critica Marxista, marzo-giugno 2015). Differenti sono invece le valutazioni circa le conseguenze economiche e sociali di una eventuale uscita unilaterale dell’Italia dalla Uem – che taluni addirittura invocano. Questa a me pare questione di grande importanza, e qui riprendo le stime e la conclusione di Carluccio Bianchi (che faccio mie e che si possono trovare per esteso cercando su Google “lincei 2015 bianchi storia breve dopoguerra”).

La ribellione pagana

di Gigi Roggero
Ci sono epoche e ci sono semplici periodi storici. Cos’è un’epoca? Una fase in cui tutto diventa possibile. Cosa contraddistingue un’epoca? Innanzitutto una cosa: la crisi, in senso forte, profondo, complessivo, sistemico. Quella in cui pensa e agisce Joseph Roth è indubbiamente un’epoca, la grande epoca del Novecento: quella che esplode nella prima guerra mondiale, che porta in grembo la rivoluzione, che apre la storia a direzioni completamente differenti e fino a poco prima impensabili. E ancora una volta, epoca e crisi sono un tutt’uno. Roth non è il prodotto deterministico dell’epoca, certo. Tuttavia, è altrettanto certo, senza quella grande epoca sarebbero cambiate le condizioni di possibilità perché un Roth si producesse.

Il fallimento del neoliberismo

di Sergio Farris 
La crisi nella gestione dei flussi migratori deriva dal più generale fallimento del neoliberismo. I muri e l’ostruzione delle frontiere in Ungheria, Macedonia e Austria, l’uscita della Gran Bretagna dalla UE e l’intento di edificare un muro allo sbocco del tunnel sotto la Manica, sono il portato non solo dell’incapacità dell’Europa di gestire in modo ordinato gli arrivi dei migranti, ma anche del cedimento della globalizzazione liberista e della sua ideologia, basata sulla libertà di movimento dei capitali, delle merci e delle persone.

A Napoli decide il popolo non il governo

di Carlotta De Leo
«A Napoli decide il popolo e non il governo»: Il sindaco partenopeo, Luigi De Magistris, guida la protesta a Roma contro il commissariamento di Bagnoli. I manifestanti sono arrivati davanti a Montecitorio per chiedere l’immediata la bonifica dell’ex area industriale nella periferia di Napoli: «In piazza ci siamo tutti: cittadini, cassintegrati, immigrati, movimenti. Tutto questo era impensabile fino a qualche tempo fa, ma ora Napoli è unita - dice De Magistris che da tempo ha imbracciato un duello con il premier Renzi sul commissariamento - Questa è una mobilitazione popolare, pacifica, che terminerà appena termineranno gli abusi.

Azzeriamo tutto e torniamo al proporzionale

di Antonio Ingroia 
Ma non dovevano copiarcela in tutta Europa la legge elettorale? Che fosse una legge oscena mi era chiaro allora, quando Renzi per imporla ne vantava e decantava la bellezza, mi è ancor più chiaro oggi che i suoi padri fondatori l'hanno ripudiata. L'italicum è una legge oscena per il metodo, perché su una legge elettorale non può essere chiesto tre volte il voto di fiducia al governo. Ma è una legge oscena soprattutto per il merito perché non reintroduce, se non in minima parte, le preferenze, e perché assegna un premio di maggioranza abnorme a una lista che rischierebbe di passare al secondo turno con il 15-20% dei voti.

Figli, giustizia, lavoro: il gioco delle tre carte ai tempi di Renzi

di Loris Campetti
Se il subcomandante Marcos voleva fare la rivoluzione senza prendere il potere, il premier Renzi ha preso il potere senza fare la rivoluzione. E per occupare quella che Pietro Nenni chiamava “la stanza dei bottoni” senza affrontare il voto popolare ma per nomina napoletaniana, siccome i numeri in Parlamento non erano sufficienti ha pensato bene di rivolgersi al mercato dove c’erano in vendita non centravanti di sfondamento ma mediocri centrocampisti. Ed ecco l’Angelino, prima ruota di scorta del panzer fiorentino. Così, grazie all’Ncd, i conti tornavano.

Città, autogestione e potere popolare

di Communianet 
Non è possibile comprendere le esperienze municipaliste nate da più parti se non come risposta alla crisi del sistema politico e dei partiti tradizionali, e in generale della democrazia rappresentativa. Viviamo in un sistema politico in cui la democrazia si è ridotta a mero sistema procedurale, dove la designazione dei rappresentanti avviene sulla base di un mandato vuoto, e dove le decisioni di maggiore interesse avvengono spesso in luoghi oscuri.

L'uovo del serpente

di Agostino Spataro 
A quasi un trentennio dal crollo del muro di Berlino, l’Europa continua a vivere la sua crisi più lunga e più grave Crisi economica, morale, di leadership. Crisi di futuro. L’U.E. é in pieno subbuglio. Le istituzione non ce la fanno a riprendere e a raddrizzare la situazione. Inquietudini e paure si stanno impadronendo dello spirito pubblico; sono in corso, da tempo, delocalizzazioni industriali, fallimenti a catena, disordini sociali e instabilità dei governi. I Paesi del sud Europa (quali Grecia, Italia, Portogallo, Spagna) subiscono maggiormente i contraccolpi della crisi in termini di disoccupazione e di emigrazione, mentre sono costretti a fronteggiare il più grande movimento migratorio irregolare, gestito da bande di criminali e di profittatori.

Al referendum costituzionale votiamo NO

di Maria Mantello 
È la struttura del potere e i limiti agli accentramenti di potere che garantiscono dagli abusi di potere. La revisione costituzionale attuale, al contrario, accentra il potere verso l'alto: dal Parlamento al Governo; dal Consiglio dei ministri al capo del Governo; dalle Autonomie territoriali allo Stato; dal Popolo sovrano ad una consorteria di “eletti”. Questa deformazione costituzionale, in combinato con l’Italicum che riduce il voto a ratifica di quanto deciso nel Palazzo, va verso il compimento del quel reazionario disegno politico del “premierato assoluto”.

Bene Berdini, subito un patto per Roma. Intervista a Stefano Fassina

Intervista a Stefano Fassina di Daniela Preziosi
Fassina, Raggi ha fatto bene a dire no a Roma 2024?
"Era un atto dovuto per gli impegni presi in campagna elettorale. Stupisce che si sottovaluti questa elementare questione democratica. Ed è imbarazzante che ora il Pd faccia appello al referendum, dopo averlo bocciato sia alla camera che in consiglio comunale."
Ma se il no era un atto dovuto perché lei chiedeva il referendum cittadino?
"Perché su una scelta così importante un passaggio di partecipazione diretta sarebbe comunque stato utile. Ma, ripeto, dal suo punto di vista Raggi è stata coerente."

India, echi di una strage

di Roberto Fagnani
Gli storici hanno definito “rivoluzioni verdi” quei processi (tecnici, chimici, biologici, ecc.) che hanno portato un cambiamento significativo in ambito agricolo. Partendo dal Messico, la prima di queste rivoluzioni ha raggiunto l’India all’inizio degli anni ’50 del ventesimo secolo, con lo scopo di aumentare le derrate alimentari per ridurre la fame nel mondo. Per ottenere tali risultati sono stati impiegati fitofarmaci, concimi chimici, tecniche di irrigazione innovative ed incroci selettivi; si è assistito inoltre ad una forte meccanizzazione e ad uno scambio di colture tra continenti.

A mani basse sull’informazione

di Anna Maria Merlo
Silenziosamente, quasi senza suscitare reazioni, negli ultimi anni la stampa francese ha cambiato volto: «Un pugno di miliardari controlla la quasi totalità dei grandi media nazionali, stampa o audiovisivo che sia. Miliardari che certo non hanno l’informazione come mestiere principale. Miliardari che hanno quasi tutti acquisito le proprie testate non secondo logiche professionali ma con logiche di influenza e di connivenza», tra finanza, mondo politico e dirigenza dei giornali. La denuncia viene da un libro appena uscito, Main basse sur l’information (Don Quichotte, 441 pag., 19,90 euro), scritto da Laurent Mauduit, ex vice-capo redattore a Le Monde, co-fondatore del sito Mediapart.

Nota su libertà politiche e ricerca sul campo

di Francesco Maria Pezzulli
Quando un attacco discorsivo è complicato per cominciare è possibile ricorrere a un brano già scritto da altri in precedenza. Il discorso è quello del rapporto tra sapere, università e politica “oggi”, più nello specifico il rapporto tra libertà politiche e ricerca sul campo nell’università neoliberale, al tempo del “biocapitalismo” cognitivo. Ma il brano scritto in precedenza, che riportiamo qui di seguito, parla di “ieri”; è un resoconto “privilegiato” della tensione venutasi a creare nel rapporto università e politica in Italia, ai tempi del capitalismo industriale:

Il Wto resuscitato per la guerra commerciale Usa-Ue

di Claudio Conti
Diavolo, c'è ancora il Wto! L'organizzazione mondiale per il commercio, camera di compensazione tra gli interessi delle imprese multinazionali e quelli nazionali, assurta quasi a “governo mondiale” negli anni d'oro della seconda globalizzazione, sembrava ormai scomparsa dalla circolazione. Tant'è vero che non si registrano nuovi “round” (l'ultima “conferenza ministeriale” risale ormai al dicembre 2005) da tempo immemore.

Rallentare per andare più lontano

di Silvia Funaro e Roberto Latella
Percezione del tempo e relazione educativa
I nostri genitori cercavano di risparmiare per garantire a sé e specialmente ai propri figli un futuro migliore: si risparmiavano risorse sul presente per investirle sul futuro. (…) Si procrastinava nel futuro il frutto delle fatiche del presente e del passato. Oggi è molto diverso: attraverso rate, carte di credito, prestiti e altri artifici finanziari spendiamo sul presente i soldi che guadagneremo domani o, meglio, che forse guadagneremo domani, visto il tasso di incertezza del mercato del lavoro. Immoliamo, dunque, tutto il nostro potenziale futuro sull’altare del presente, tempo principe del consumo e del mercato.

Bahamas Papers: c'è del marcio alla Commissione Europea

di Arianna Sgammotta
C'è del marcio nella Commissione europea. O almeno nel decennio Barroso. Dopo la notizia dell'arrivo dell'ex Presidente dell'esecutivo comunitario nella grande e controversa famiglia di Goldman Sachs, i riflettori sono ora tutti puntati su Neelie Kroes. Politica olandese e donna d'affari apprezzata a livello internazionale. Tanto che una volta nominata a far parte del collegio Ue ha dichiarato ben 60 titoli di vario tipo in altrettante società e organizzazioni internazionali.

Euro, se la prima a fare concorrenza sleale è la Germania

di PierGiorgio Gawronski
Si credeva che l’euro avrebbe posto fine alle svalutazioni competitive e alla “concorrenza sleale”. Ma non è stato così. La Germania è stata spesso dipinta (a torto) come la vittima delle svalutazioni competitive degli altri paesi prima dell’introduzione dell’euro. In realtà il tasso di cambio reale della Germania – che tiene conto delle diverse tendenze dell’inflazione in Germania e nei paesi suoi partner commerciali – non è aumentato nel periodo precedente all’introduzione della moneta unica. Ed è sceso vertiginosamente durante i 15 anni di esistenza dell’euro.

Corbyn, il partito liquido e il Pd

di Marco Almagisti e Paolo Graziano
Domenica sapremo se il leader del Labour party britannico Jeremy Corbyn riuscirà ad ottenere la riconferma quale segretario in singolar tenzone con il moderato Owen Smith. Nel breve volgere di un anno, è la seconda volta che il partito laburista affronta le primarie. Cosa di per sé già molto inusuale e, pertanto, interessante perché mostra come la classe politica rappresentata dall’élite partitica (parlamentari e membri della vecchia guardia blairiana) non si sia rassegnata ad aver perso il controllo del partito nel settembre del 2016.

Report del meeting "Dentro e oltre lo zapatismo partenopeo"

di Global Project 
Dal 16 al 18 settembre si è svolto a Napoli il meeting “Dentro e oltre lo zapatismo partenopeo”. Discussioni, tavoli di lavoro, momenti serrati di confronto per condividere l'orizzonte politico di discussione con tantissime realtà di base, comitati territoriali, collettivi studenteschi, centri sociali che – quotidianamente – provano ad opporsi alle misure di sfruttamento e saccheggio messe in campo dal governo Renzi. Dai comitati No Tav della Valsusa agli attivisti che si battono contro il piano di trivellazione sulle coste adriatiche, dai No Grandi Navi alle esperienze campane che lottano contro la lobby dei rifiuti, delle discariche e degli inceneritori in Campania, sono scaturiti diversi stimoli su come ricostruire uno spazio di decisionalità autonomo per i territori e le comunità resistenti che li difendono, mettendo in crisi il comando nazionale e sovranazionale e aprendo, dal basso, laboratori di nuova democrazia.

Curdi, traditi e pugnalati alle spalle. Scendiamo in piazza al loro fianco

di Fabio Marcelli
Afferma un antico detto kurdo: “I Kurdi hanno un solo amico: le montagne”. Triste proverbio che esprime l’esperienza millenaria di un popolo combattivo i cui diritti non sono ancora stati riconosciuti da nessuno Stato, compresi quelli occidentali che di diritto e democrazia (a parole) si riempiono la bocca ad ogni piè sospinto. Triste proverbio, la cui attualità pare confermata dai più recenti sviluppi della situazione siriana. Parlo dell’avallo in pratica concesso all’invasione turca della Siria, perpetrata da Erdogan con lo scopo evidente di annientare le forze kurde dell’Ypg.

Dormo in macchina aspettando giustizia

di Adriana Pollice 
Rimandati al 30 settembre. I cinque operai Fca di Pomigliano d’Arco, licenziati nel 2014, dovranno aspettare ancora. Il Tribunale di Napoli si è avvalso di una norma della legge Fornero che consente di emettere sentenza, completa di motivazioni, dieci giorni dopo la conclusione del processo. Una conclusione che non è la fine perché, chiunque vinca, ci sarà opposizione e si andrà in Cassazione. All’azienda non importa aspettare, ma per i cinque significa ancora un anno o due con la vita sospesa. Così ragionano per step: mercoledì erano vicini al gazebo a piazza Municipio a organizzare altri dieci giorni di resistenza.

Libertà non è avere un buon padrone. È non averne

di Giulio Cavalli
Questa banda di disonesti ha reso pubblica la scheda elettorale della scheda elettorale per il prossimo (quando?) referendum sulla riforma costituzionale: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?»

A scuola di libertà contro gli stereotipi

di Tiziana Biondi, Monica Pasquino e Giulia Selmi
Davanti a oltre seicento uomini e donne operatrici del mondo della scuola e del settore sociale e con il contributo di oltre 250 realtà associative provenienti da tutto il territorio nazionale, il 20 settembre 2014, negli spazi messi a disposizione dalla Scuola Di Donato, si è realizzato il primo incontro di Educare alle differenze.Un’iniziativa nata dal basso e autofinanziata per promuovere i progetti di valorizzazione delle differenze e contrasto alle discriminazioni nelle scuole, diffondere una corretta informazione sul’educazione sentimentale, favorire la formazione di reti virtuose che colleghino gli istituti scolastici alle associazioni del territorio, alle esperienze di cittadinanza attiva e alle istituzioni locali.

Baciamani e leccapiedi

di Anna Lombroso 
Referendum (definizione della Treccani): rientra, insieme all’iniziativa legislativa popolare e alla petizione, tra gli istituti di partecipazione diretta dei cittadini alla democrazia. Referendum (definizione aggiornata secondo lo spirito del tempo): istituto arcaico, populista e infine molesto, lanciato, fino a prossima, auspicabile estinzione, come una bistecca per placare gli ultimi appetiti di partecipazione, prima di necessari aggiustamenti di carta costituzionale e legge elettorale che finalmente ridurranno il Parlamento a figura accessoria ed il voto ad atto notarile di conferma delle imposizioni dell’Esecutivo.

Porte aperte, come dev’essere la sinistra

di Marco Furfaro
Ottantasei milioni di voucher in 7 mesi. Milioni di persone che per lavorare si fanno dare un cedolino. Ciak, si gira. Va in scena l’operazione di legalizzazione di lavoro nero più grande della storia. Nessuna tutela, nessuna dignità. Fuori e dentro il lavoro. Lavoratori trattati come schiavi. Al posto delle catene il peso della ricattabilità. Non puoi dire no, nemmeno dinanzi a un sopruso. Se lo fai, arriva un camion e ti porta via la vita. Rimangono 5 figli senza padre e tempi che pensavi consegnati ai libri di storia.

Attivismo e fermento sociale: dall'Egitto ottomano ai Fratelli Musulmani

di Gabriele Messina
“Gli Egiziani sono come i cammelli: possono sopportare a lungo ogni tipo di violenza, punizione, umiliazione e fame, ma quando si ribellano lo fanno così all’improvviso e con tale forza che diventa impossibile domarli”. La citazione ripresa dal romanzo “La rivoluzione egiziana” di Ala Al-Aswani (Milano 2011), rappresenta in maniera perfetta l’indole e lo spirito del popolo egiziano. In queste poche frasi è riassunta l’evoluzione storica del popolo egiziano, che dalla rinascita ottocentesca sino ai più recenti accadimenti non ha mai piegato la testa dinanzi alle violenti repressioni di monarchi e dittatori, insorgendo a più riprese verso un’autorità spesso assoluta e repressiva.

Manifestazioni in tutto il Brasile denunciano le misure di Temer per togliere diritti

di Railídia Carvalho
Le fermate di giovedì 22 settembre hanno denunciato al paese le minacce contro i diritti sindacali, previdenziali e sociali rappresentate dal governo di Michel Temer. Le manifestazioni hanno riunito centrali sindacali, giovani, organizzazioni del mondo agricolo, educatori, funzionari pubblici e bancari, insieme ad altre categorie. L’obiettivo è preparare uno sciopero generale che fermi il paese, il quale si trova davanti ad uno scenario di arretramento dei diritti sociali storici. Le manifestazioni si sono realizzate in cerca 20 Stati.

Contro il Fertility Day: Welfare, non clessidre

di Roberto Ciccarelli 
Un errore di comunicazione, non politico. La responsabilità della campagna razzista del ministero della Salute sulla «fertilità» è della direttrice della comunicazione Daniela Rodorigo che è stata dimessa, non di chi ha concepito un «piano nazionale della fertilità» fondato sulla colpevolizzazione delle donne che non procreano, insensibile sia alla loro libertà anche di non procreare sia alla mancanza di un welfare (reddito, asili, tutele) che permetta a una coppia di decidere se avere un figlio o no.